Sotto la Fontana monumentale di Piazza del Mercato a Spoleto, cui il recente restauro ha restituito l’originario splendore, il 6 ottobre si son dati convito i poeti spoletini e i poeti arrivati da molte città italiane. E’ cominciato sotto il musicale scroscio d’acqua il dialogo cultural-poetico tra Spoleto, Roma, Catania, L’Aquila, Firenze, Torino, Milano, Messina e Matera. Quest’ultima, Capitale Europea della Cultura per il 2019, è stata rappresentata da Antonella Pagano. Una sorta di Vendemmia letteraria ideata da Anna Manna e Vera Ambra, Editrice messinese. La Pagano, voluta anche in Giuria, lei che calamita da oramai oltre 50 anni i poeti della sua amata terra lucana e non solo vista la costante fervente attività su tutto il territorio nazionale, ponte fra le mille iniziative che fioriscono non solo dentro la poesia e che si vuole caratterizzino anche il Premio “Il Poeta ebbro”. Presidente di Giuria per il libro edito è Neria De Giovanni – Presidente del Bureau Internazionale des Critiques Literaires, con sede a Parigi e sotto l’Egida dell’UNESCO; proprio alla De Giovanni, la più grande esperta al mondo del Premio Nobel Grazia Deledda, è stato riconosciuto il Premio Speciale per la Saggistica, Edizione 2018. Ancora una volta Spoleto – Patrimonio dell’Umanità UNESCO – è vincente! Durante la giornata ha trovato spazio anche la presentazione dell’Antologia: “Ebbrezze di versi…Sospiro di…vino”, Edizioni Akkuaria, che raccoglie 48 importanti voci poetiche italiane (anche la Pagano), 12 poeti in erba e 6 narratori….”. Un progetto etico e pedagogico, ha costantemente sottolineato Anna Manna. L’antologia, già tradotta in spagnolo, sarà presentata a Madrid nella prossima primavera; è dedicata a Nietzsche di cui riporta:”…Anima mia, alla tua zolla detti da bere ogni saggezza, tutti i vini nuovi e anche tutti i forti vini della saggezza…Anima mia, ora sei traboccante di ricchezza e greve, una vite dalle gonfie mammelle e dai grappoli densi, bruni come l’oro…densa e compressa di felicità”. L’organizzazione spoletina si deve anche a Sandro Costanzi, raffinato poeta, uomo di indiscussa cultura letteraria ed artistica, che ha chiamato a raccolta tutti i poeti spoletini e scaldato le parole poetiche con le note della grande musica classica italiana, da esperto e cultore quale è. Con pari slancio hanno risposto i poeti. L’intrigante pioggerellina della mattina ha spinto tutti al Bistrot antistante la monumentale fontana, quindi al salone dell’Hotel dei Duchi. “Poesia, saggi, aneddoti, notizie sull’uva e sul vino, finanche sul pane, son venuti giù a cascatella, come nella più nobile tradizione italiana”, riferisce la Pagano che ha ancora una volta sorpreso tutti con il suo “Divertissement di di-vinità… e cantate cantate/come il galletto mio/cantate col vento/col sole e cor contento/vivete in paradiso/guardate questo giardin fiorito/non aspettate a visitarlo ancora/suvvia mettete l’abito più bello/ponete la piuma sul cappello/e tessete buonumore/perché questo vinello/vi nutrirà nel cuore/e dentro al cuore/così nutrito e bello/cosa credete che ci possa stare?/Solo l’amore ci può albergare/e soltanto quello!…/del pan fragrante/e dell’acqua in cascatelle/le vostre giornate si faranno belle/ma poi/in serata/quando che muore il sole/che v’abbracciate dentro a dolci alcove/una cenetta al lume di candela/e il vostro amore…con un bel bicchiere”. La Presidente internazionale Neria De Giovanni è intervenuta soprattutto per ricordare l’importante Progetto varato dal Ministero della Pubblica Istruzione riguardo l’Educazione al Sentimento – urgente strumento che si augura argini la violenza, la rabbia, l’aggressività che nell’oggi ha assunto proporzioni preoccupanti, e per rammentare anche la Deledda che, dopo un secolo di Nobel solo al maschile, arrivò a conquistare il massimo premio del pianeta per la Letteratura; anzi, prima italiana ad esserne insignita. Quando tutte le parole sul vino sono state dette e son maturate fino a farsi inebrianti, il Costanzi ha proiettato le immagini del film “Il profumo del mosto selvatico”, il magistrale frammento in cui tante donne entrano nel grande tino e cominciano a danzare per pigiar l’uva e cavarne il suo nettare. Il film, remake del capolavoro di Alessandro Blasetti: “Quattro passi fra le nuvole”, ha fatto sì che ogni parola della giornata non fosse riposta nell’archivio dei ricordi, ma si facesse lievito per comporre la strada italiana del Premio. A tal punto la Pagano precisa:” è come la De Giovanni, prima donna a rivestire il Ruolo di Presidente del Bureau International des Critiques Literaires, prima volta che tale Presidenza viene assegnata all’Italia. Insomma, una giornata inebriante. “Profonda con brio, la parola della Pagano”, diremmo: buon sangue di terra lucana non mente, tal quale buon vino. Ancora una volta onora la città di Matera, lei che ha silenziato l’esser salita sul podio del Premio Gabicce in Rosa che fu di Andrea Zanzotto, di Tonino Guerra e dei massimi poeti italiani degli ultimi 48 anni.