“’Progetto Popolare Basilicata’ è la nostra risposta alle esigenze del territorio”. Lo ha detto il consigliere Aurelio Pace (Gm) nell’aprire la conferenza stampa di presentazione del nuovo progetto politico. “Oggi – ha affermato – apriamo un cantiere straordinario. Lo abbiamo chiamato ‘Progetto’ perché dà l’idea della costruzione e ‘Popolare’ perché richiama ai valori del cattolicesimo e del popolarismo europeo. Ci rivolgiamo all’elettorato moderato che, a mio parere, è imprescindibile per governare questa terra”.
“Merito, sviluppo e occupazione, infrastrutture e innovazione, risorse per tutti e di tutti, nuovo welfare e nuove politiche per la famiglia, trasparenza e governance – ha proseguito – sono i punti fondamentali del programma denominato ‘Tu 6 Basilicata’. Abbiamo bisogno di una pedagogia del bene, c’è la necessità che le istituzioni tornino a discutere con il territorio e che la politica torni ad essere un grande ombrello sotto il quale ci si può stare tutti assieme nella convinzione che il bene comune possa prevalere. Gli uomini che sinora hanno aderito al progetto ci consentono di essere ambiziosi e di mettere in atto azioni mirate a rendere la regione Basilicata competitiva, moderna, efficiente e innovativa”. “Ci appelliamo ai lucani – ha aggiunto – affinché collaborino con noi per costruire questo tempo nuovo per il quale non occorre l’odio che lascia solo macerie ma l’ascolto dei territori, così da trovare, tutti insieme, le soluzioni più adeguate per lo sviluppo e la crescita della nostra regione. Noi siamo per una cittadinanza attiva e per una politica di qualità che deve diventare una grande esperienza collettiva”. Pace ha, poi, concluso il suo intervento prendendo a prestito le parole di Francesco Saverio Nitti: “Povero il Paese che per cambiare ha bisogno degli eroi”.
“Progetto Popolare in estrema sintesi è l’antitesi ideologica al sovranismo imperante di questi ultimi mesi”. Così il consigliere Paolo Galante (Ri)che ha aderito all’iniziativa politica “Progetto Popolare Basilicata”. “Rivendichiamo un’Europa dei popoli e non delle nazioni – ha proseguito Galante -. Apparteniamo a un riformismo nuovo, popolare. Siamo di fronte ad una grande rivoluzione culturale dove è necessario mettere insieme i buoni maestri e i giovani, veri protagonisti, questi ultimi, della modernità. Proviamo ad immaginare un percorso decisionale che nasca dai territori e ai giovani amministratori che lavorano nelle nostre comunitàvogliamo proporre una Basilicata diversa, una Basilicata nuova che sta a tutto tondo nel terzo millennio”. Galante ha, poi, fatto riferimento alle politiche di sviluppo che, a suo parere,“non possono prescindere da attività di alta specializzazione come l’agricoltura, il turismo, una burocrazia moderna più snella ed efficiente e una sanità di qualità”.
E di territorializzazione della sanità ha parlato il già consigliere regionale Luigi Bradascio. “E’ arrivato il momento – ha detto – di pensare a una sanità dove si realizzi una valida collaborazione tra pubblico e privato, una sanità che coinvolga anche le associazioni di volontariato che ben conoscono i problemi e sanno trovare le giuste soluzioni”. Bradascio ha ricordato la sua esperienza politica in Regione dove “molte cose sono state avviate ma tanto altro poteva essere fatto” e, pur ammettendo di non volersi ricandidare, ha espresso la sua volontà di impegnarsi per “Progetto Popolare”. “Un progetto significativo e importante – ha concluso – che ben sa rappresentare i valori del cattolicesimo”.
All’incontro con i giornalisti erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Tursi, Salvatore Cosma, il consigliere della Provincia di Potenza, Fernando Picerno e la consigliera del Comune di Ferrandina, Tiziana Pirretti.
Ott 08
Caro Luigi, proponi una sanità con più stretto rapporto con il privato. Per i centri di riabilitazione PRIVATI ex art 26, non pensi anche tu che se il Progetto Riabilitativo Individuale (P.R.l) è redatto dalla stessa struttura che provvederà alla sua implementazione e che per legge tale struttura è una fonte di acquisto di prestazioni di riabilitazione estensiva, rivolte contrattualmente SOLO a soggetti affetti da disabilità IMPORTANTI, è possibile o comunque è molto alta la probabilità che la struttura privata accreditata possa progettare l’intervento riabilitativo disegnato sui propri spazi, sul proprio personale, spesso a partita IVA, e sul proprio modello di business, non disegnati per i reali bisogni degli utenti, e possa consentire loro di “scegliersi” i pazienti più semplici lasciando a casa quelli più complessi, in un processo di reverse engineering (“disegno tutto in base a quello che ho e alla redditività che voglio ottenere con il minimo sforzo e il massimo ritorno economico”), mentre tutti i documenti normativi e contrattuali citano le loro prestazioni per soggetti affetti da disabilità importanti.
E’ chiaro a tutti che tale modo di procedere arreca danni aII’ASM e all’utenza, non previene e non evita processi potenzialmente corruttivi, distorsivi, di induzione indebita della domanda, autorizzazioni di extra budget, e così via.
La struttura riabilitativa deve recepire il progetto dall’ASM e implementarlo, senza se e senza ma, essendo contrattualmente la stessa fonte di acquisto di prestazioni sanitarie non fonte di selezione utente (darwiniana, secondo il criterio della vantaggiosità e del profitto), visita utente con NPI non vincitori di concorso ma dipendenti della stessa struttura privata, stesura piano riabilitativo (quasi mai multidisciplinare) da “verificare con la proprietà”, e così via.
Come pensi di evitare che vantaggiosità e profitto possano tutelare (e non far danno) pazienti magari piccoli e recuperabili con interventi corretti e precoci?