Petrolio e falsità della vecchia politica, Antonio Mattia, candidato presidente Movimento 5 Stelle alle prossime elezioni regionali: “Di Maio è stato chiaro: non firmerò più autorizzazioni, la Basilicata non sarà più una colonia delle multinazionali”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
I partiti di centrosinistra e di centrodestra che per oltre 20 anni hanno consentito e sono stati complici delle devastazioni fatte in Basilicata dalle multinazionali del petrolio, stanno dicendo un sacco di falsità e sciocchezze su quanto ha dichiarato il vice premier Luigi Di Maio durante la sua visita a Potenza di domenica scorsa.
Sul tema trivelle, Di Maio è stato chiaro e netto e ci sono le registrazioni audio a confermarlo: “…Ve lo dico da ministro dello Sviluppo – ha detto durante il comizio a Potenza -, io non sono più disposto a firmare autorizzazioni per la Basilicata finchè i soldi andranno fuori e si negherà la salute ai cittadini lucani. Sono anni – ha aggiunto – che il popolo di questa regione è stato tradito perché si è estratto il petrolio e lo si portava fuori con tutti i proventi e si lasciava morire la gente di tumori o di malattie, e io non firmo più niente su questo e non firmerò più niente… La Basilicata non sarà più una colonia delle multinazionali…”.
Parole e impegni precisi e autorevoli assunti da un ministro vice premier a capo della più grande forza politica italiana. Di Maio, con grande senso responsabilità, non ha fatto proclami propagandistici per raccogliere qualche applauso in più e poi andare a Roma e lasciare tutto come prima.
Quindi, non ci sarà nessuna nuova autorizzazione petrolifera e gli interessi dei lucani, dell’ambiente e della salute, saranno messi in primo piano rispetto a quelli delle multinazionali del petrolio.
Non va dimenticato che Di Maio si è insediato al governo quattro mesi fa e ha trovato accordi e contratti blindati e scellerati con Eni, Total e Shell, firmati dai governi del Pd, da Berlusconi e Giorgia Meloni ministro, amica di Gianni Rosa, da Bubbico, De Filippo e Pittella. Tutti d’accordo nello svendere la Basilicata e consentire affari, appalti e la gestione di fiumi di soldi del petrolio, diretti e indiretti, sulla pelle dei cittadini lucani.
Oltre 20 anni di commistioni e complicità in cui il M5S non esisteva, ma esistevano tutti i partiti che oggi strumentalizzano e falsificano le dichiarazioni di Di Maio.
Secondo questi soggetti, Di Maio doveva dimostrare che, con un colpo di bacchetta magica, era in grado di poter annullare da un giorno all’altro decenni di devastazioni e distruzioni autorizzate e volute dalla vecchia politica. Se fosse stato possibile, il M5S lo avrebbe fatto, ma purtroppo non è semplice e immediato per colpa di decenni di malgoverno e scelte affaristiche e di potere.
Chiunque ha un po’ di buon senso, sa che prima bisogna capire cosa è stato sottoscritto da chi ci ha svenduto. Bisogna analizzare i documenti sottoscritti e condivisi dai governi di centrodestra e centrosinistra e dalla Regione Basilicata con le multinazionali.
La Val d’Agri e l’area di Tempa Rossa sono state aggredite da decine di impianti petroliferi costati miliardi di euro. Se le multinazionali hanno speso questi soldi è perchè sono state coperte dalle lobby e dalle istituzioni lucane e nazionali degli ultimi 25 anni.
Ora, con Di Maio e il M5S queste situazioni verranno affrontate e combattute in tutti i modi.
Però, per il momento, così come Di Maio ha detto, il M5S opererà per garantire due primi grandi risultati: il blocco di nuove autorizzazioni e, fino a quando la Basilicata sarà costretta a sopportare le trivellazioni, che i proventi del petrolio vengano utilizzati per la tutela dell’ambiente e della salute, per le bonifiche e per la riconversione produttiva dei territori lucani, e non per finire nelle tasche degli affaristi.
Non è accettabile, che la Basilicata, oltre a subire lo scempio delle estrazioni, debba anche continuare a consentire che le royalties alimentino lo squallido sistema di potere della vecchia politica.
Pertanto, non si affannino a dire fandonie il segretario regionale del Pd portavoce dei Pittella Mario Polese, o l’ex o ancora componente e amico del centrodestra lucano Gianni Rosa di Giorgia Meloni, e i tanti altri mistificatori palesi e occulti. Con il M5S al governo della Regione Basilicata e con Luigi Di Maio al governo nazionale si farà chiarezza su tutto. Chi ha responsabilità per lo scempio ambientale che è stato consentito nelle aree delle trivelle, dovrà darne conto a tutti i livelli, a partire da quello che dimostreranno le inchieste e i processi in corso della magistratura lucana.
Chi vuole strumentalizzare o creare confusione sappia che avrà contro il M5S e i cittadini.