Minacce in stile mafioso al giornalista de “la Gazzetta del Mezzogiorno” Filippo Mele, la solidarietà di di Ordine dei Giornalisti, Associazione della Stampa, Consiglio di Disciplina. Di seguito la nota integrale.
Chi parla di mafia finisce nel mirino, vittima di minacce di evidente stile mafioso.
Il vile gesto attuato ai danni di Filippo Mele, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, al quale è stata inviata una busta con proiettile, segna un grave imbarbarimento che tocca il mondo dell’informazione e tutti i giornalisti che operano in territori di frontiera. Anche in Basilicata.
Filippo Mele, al quale esprimono piena solidarietà l’Ordine regionale dei Giornalisti, l’Associazione della Stampa di Basilicata e il Consiglio di Disciplina Territoriale, racconta da sempre un’area di grandi potenzialità ma, al tempo stesso, di profonde contraddizioni e criticità.
Quanto accaduto non costituisce solo un’azione vigliacca contro un giornalista, ma si configura come un preciso attacco al diritto-dovere di cronaca e di critica e alla libertà di stampa.
Un diritto e una libertà sanciti dalla nostra Costituzione che oggi stanno vivendo momenti drammatici anche a causa di un clima generale sempre più torbido, presente in un crescente degrado del discorso pubblico, che sembra disconoscere nei fatti il valore fondamentale di una informazione autonoma e indipendente come pilastro e cartina di tornasole della democrazia nel nostro Paese.
Tutti gli organismi della categoria, ma anche diversi rappresentanti della società civile e delle istituzioni, hanno denunciato – anche nei giorni scorsi – la gravità di alcuni attacchi inaccettabili rivolti a giornali, giornalisti, allo stesso Ordine professionale e, più in generale, all’esercizio pieno della libertà di stampa. Vere e proprie aggressioni che hanno avuto per protagonisti, come mai era accaduto in passato, anche autorevoli rappresentanti istituzionali.
Uno scenario, questo, che – anche senza esserne consapevoli – rischia di creare un terreno favorevole a quanti, non più soltanto con le parole o con gli strumenti legislativi, mirano a mettere a tacere la libera informazione e l’autonomia di chi è chiamato a svolgere una funzione sociale delicata e strategica nel rispetto dei principi deontologici, della verità dei fatti, della responsabilità di quanto viene pubblicato al fine di tutelare, prima di ogni altra cosa, il diritto di ogni cittadino a essere informato con correttezza e completezza.
Rimaniamo convinti, come ribadito nei giorni scorsi anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che “l’incondizionata libertà di stampa non possa essere oggetto di insidie volte a fiaccarne la piena autonomia e a ridurre il ruolo del giornalismo”.
Per questo, nessuno si illuda. Nessuna minaccia, nessuna intimidazione, nessun provvedimento punitivo potranno mettere a tacere giornali e giornalisti.
Per questo, nel respingere con fermezza l’atto ignobile rivolto al cronista della Gazzetta del Mezzogiorno, auspichiamo non soltanto che organi di polizia e magistratura possano rapidamente individuare e punire i responsabili del gesto vile, ma che, in difesa della libertà di stampa, possa esserci un sussulto di dignità generale da parte di società e istituzioni anche in Basilicata.