“Non possiamo accettare il ddl Pillon sull’affido condiviso così come è stato formulato”. Dopo che già la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni aveva chiesto modifiche al disegno di legge del senatore, anche organizzatore dei Family day, e dopo le proteste di associazioni e femministe, è il sottosegretario M5s Vincenzo Spadafora a esporsi sull’argomento. “Non possiamo accettarlo”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari Opportunità e alle Politiche Giovanili durante la presentazione del VII dossier della campagna ‘Indifesa’ di Terre des Hommes, presentato alla Sala degli Atti Parlamentari del Senato. “Sono allarmato dai dati del rapporto Terre des Hommes – ha detto – perché presentano in generale un aumento dei reati nei confronti dei bambini e delle bambine. Mi ha colpito molto tra questi reati in aumento, oltre quello preoccupante legato alla pedopornografia, l’altro è quello legato ai maltrattamenti in famiglia. Questo reato l’ho collegato alla proposta del senatore Pillon perché è una proposta complessa che rivede tutto il sistema di affidamento dei bambini in casi di separazioni delle coppie e soprattutto che non tiene conto di tutta una serie di cose, come può essere il caso minori maltrattati, per cui è un decreto che di fatto è come se dividesse il bambino in due parti uguali, come se fosse un oggetto”.
A seguito delle esternazioni rilasciate dall’Onorevole Spadafora, riportiamo la replica dell’associazione APS ADAMO, in cui esprime il proprio disappunto in merito a quanto sollevato.
Gentilissimo Onorevole Spadafora,
leggiamo dai giornali le Sue esternazioni inerenti perplessità in merito al DDL Pillon e alla necessità di una revisione del testo stesso. Premettiamo che tra i nostri associati ci sono elettori dello schieramento M5S e sostenitori convinti dell’attuale governo. Ma prima di tutto siamo padri. Padri separati. Padri separati che si sono avvicinati con fiducia al Movimento avendo, tra le altre cose, apprezzato la profonda apertura dello stesso verso le tematiche della bigenitorialità, che è parte integrante del programma, prima ancora che cardine del contratto di Governo.
Qualsiasi cosa è ovviamente suscettibile di miglioramenti e questo DDL non si sottrae. Il nostro timore, come APS ADAMO, è che, in luogo di una serie di miglioramenti, si assista ad uno svilimento dello stesso e ad una alterazione degli obiettivi. Come le sarà noto, gentile Onorevole, l’attuale legge in materia (la famosa o famigerata 54 del 2006) prevede già una frequentazione quanto più ampia possibile con entrambi i genitori ed i rispettivi ascendenti. Nella prassi, però, l’affido realmente condiviso è rimasto lettera morta: i provvedimenti sono fatti con il ciclostile e basati su istituti meramente giurisprudenziali che tradiscono in toto lo spirito della legge e gli interessi dei figli. Si parla di genitore collocatario e di diritto di visita: una oscenità, se permette un linguaggio forte ma forse appropriato. Noi non siamo vicini di casa o conoscenti che passano a prendere un caffè… siamo gli uomini che le nostre bimbe chiamano di notte e che le proteggono dagli incubi… siamo le prime parole dei nostri figli…
Ma per lo Stato Italiano questo non conta. Per lo Stato Italiano noi dobbiamo vedere i miei figli sei ore la settimana (i famosi due pomeriggi) e avere il piacere di vederli dormire sereni solo due notti al mese (i week-end alternati). Ma in compenso dobbiamo dare 500 euro alle loro madri senza ovviamente poter avere contezza di come verranno usati questi denari. Al di là della vile questione economica, che, seppur con risvolti talvolta drammatici, è quella che meno impatta, è lecito chiedersi se sia giusto tutto questo. E non solo per noi o per le migliaia di padri che subiscono il cosiddetto “provvedimento standard” ma soprattutto per i bambini, costretti ad essere de facto orfani di un genitore vivente.
Ben venga, dunque, qualsiasi aggiunta che tuteli i minori dalla violenza ma sarebbe grave se passasse il messaggio oltranzista e miope di chi (forse per interesse forse per preconcetto) vede tutti i padri come potenziali assassini o stupratori e che, pertanto, sia lecito e auspicabile che abbiano contatti limitatissimi con i propri figli. Come avviene adesso.
In realtà, nessuno più di un padre amorevole è disposto a spostare le montagne per il proprio figlio e fortunatamente, a fronte di pochissimi ignobili che non meritano nemmeno l’aria che respirano, noi uomini e padri per bene siamo una schiacciante e meravigliosa maggioranza. Sarebbe triste se, per le colpe di esseri ignobili che sono l’ovvio oggetto della nostra più spietata condanna, i figli nostri e di centinaia di migliaia di altri padri dovessero vivere il dolore di non poter avere un rapporto sereno ed equilibrato con quello che sarà per sempre l’uomo che li amerà più di ogni altro.
Il DDL 735 rappresenta per tutti noi una speranza e leggere dalla stampa la necessità imperativa di apportare modifiche ha suscitato in tutti i nostri associati il timore che i nobili intenti del disegno possano essere snaturati. APS ADAMO lotta da sempre per restituire dignità ai padri e speranza ai figli ed è quindi comprensibile lo stupore ed il disappunto con il quale accogliamo l’eventualità di vedere ancora una volta frustrati i nostri sogni e riconosciuti i nostri diritti.
Saremmo felicissimi di sbagliare la nostra fosca previsione. Saremo felicissimi se verremo smentiti.
Per questo la preghiamo, Onorevole. Lavori con zelo e attenzione. Non per noi ma per i nostri bambini. Lavori con mente libera da preconcetti e dalle influenze di movimenti di pensiero che forse non riescono a liberarsi di certi filtri ideologici. Si faccia portavoce dei bisogni e dei sogni di tante bambine che vorrebbero poter stare più a lungo nell’abbraccio di quegli uomini che si sono innamorati di loro dalla nascita… e di quei bambini che vorrebbero giocare a calcio con il primo supereroe della loro vita…
La nostra associazione è giovane ma in breve tempo è cresciuta esponenzialmente: segno che, purtroppo, in molti, in troppi vivono un dramma fatto di solitudine, sacrificio, ingiustizia. Ben altra realtà rispetto a quella della fantomatica “lobby dei padri separati” di cui alcuni vanno cianciando. Gli stessi che giustificano l’ablazione della figura paterna dicendo che i bambini non sono pacchi postali.
I bambini non sono pacchi postali. Lo sappiamo benissimo. Perché siamo padri. I nostri figli sono i nostri inestimabili tesori.
E non ci appartengono. Non appartengono a nessuno. Nemmeno alle proprie madri.
I figli appartengono al loro cammino.
Un cammino che è dovere di entrambi i genitori aiutare a compiere.
Ci aiuti ad adempiere a questo dovere.
Non chiediamo altro….