Si è svolto oggi al Giubileo Hotel di Potenza, alla presenza del segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa e del segretario generale Flc Cgil Basilicata Paolo Fanti, il quarto congresso Flc Cgil Potenza che ha confermato segretario generale Paolo Laguardia.
Al centro del dibattito, la situazione del sistema scolastico lucano e le politiche regionali su istruzione, formazione e ricerca rispetto alle quali non mancano le criticità.
“Molti i nodi irrisolti che affliggono il sistema scolastico lucano caratterizzato da una trappola demografica (in provincia di Potenza perdiamo mediamente 1500 alunni all’anno), da una carenza di organico del personale docente e del personale ATA , dal problema del precariato e dei docenti “esodati”, dalla proliferazione di pluriclasse nella scuola primaria e di indirizzi nella secondaria”, ha detto Laguardia.
“Registriamo l’ennesima occasione perduta con l’ultimo piano di dimensionamento scolastico che ha lasciato buona parte dei problemi sul tappeto, per certi aspetti amplificandone la portata, lasciando spazio ancora una volta ai localismi. A distanza di pochi mesi dal rapporto di Save the Children che colloca la Basilicata tra le 7 regioni italiane con il più alto tasso di povertà educativa – ha aggiunto – bisognerebbe interrogarsi su quanto peso abbia una scuola mal disegnata e mal assettata, fortemente disfunzionale, strutturata su modelli didattici antiquati e sulla triste condizione che priva miliardi di bambini e ragazzi delle opportunità necessarie per apprendere, crescere e affermarsi.
L’accesso ai nidi e ai servizi all’infanzia e poi una adeguata formazione primaria sono fondamentali e di questo dovrebbe occuparsi la politica a partire dalla Regione Basilicata – ha dichiarato Laguardia – che invece continua a interessarsi alla scuola solo in occasione delle emergenze. E di emergenza si tratta in relazione agli organici. In Basilicata già da alcuni anni vengono costituite decine di cattedre superiori alle 18 ore, che l’amministrazione scolastica sta effettuando in maniera pervasiva utilizzando non solo gli spezzoni inferiori alle 7ore ma anche quelli superiori, in contrasto con la normativa vigente. Posti che potrebbero dare una risposta ai precari e favorire il rientro di docenti trasferiti coattivamente dalla buona scuola.
C’è un’emergenza che riguarda il personale ATA, una categoria di lavoratori totalmente ignorata dalla legge 107 che vive da anni una situazione di disagio. In media occorrerebbero due unità ausiliarie in più per ogni scuola della regione rispetto all’organico di diritto e una in più rispetto all’organico di fatto, arrivando ad almeno 150 posti di collaboratore scolastico in più oltre a quelli già assegnati.
Invece di inseguire fantomatiche autonomie – ha concluso Paolo Laguardia – sarebbe bene che la Regione, utilizzando gli strumenti di cui oggi dispone, portasse questo tema nell’interlocuzione con il governo o in conferenza Stato-Regioni, rivendicando un organico più rispondente ai bisogni della scuola lucana e del Mezzogiorno. Servirebbe un confronto politico con il sindacato a partire dal Piano del lavoro, della crescita e della coesione sociale che mette al centro i saperi e assume l’investimento sulla conoscenza, sull’innovazione e sulla ricerca come volano dello sviluppo del Mezzogiorno. Confronto che non è mai partito. Così come non c’è stato alcun confronto sulla nostra “Proposta sulla conoscenza” presentata qualche anno fa al presidente Pittella, che designava alcune linee di intervento su scuola, ricerca e università in maniera sinergica e integrata. L’assenza di un intervento organico sulla dorsale del sapere, vale a dire su un settore a bassa intensità mediatica ed elettorale ma dove si misura la capacità di scommettere sul futuro, ha disvelato l’inadeguatezza di un ceto politico ripiegato su se stesso e di un modello di governance orientato esclusivamente alla ricerca del consenso”.
Ha affermato il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa: “Diritto all’istruzione e diritto alla salute sono gli elementi che possono assicurare la riduzione delle diseguaglianze. Due sono le direzioni sulle quali agire: il fisco e la ridistribuzione della ricchezza, in un Paese in cui abbiamo la più alta evasione fiscale e il più alto debito pubblico, e il welfare. Solo un sistema di welfare che garantisce le persone, il diritto all’istruzione, all’inclusione, alla salute e alla mobilità può garantire uno stato sociale di uguaglianza. E tutto ciò non esiste nella legge di bilancio del governo nazionale, dove manca un’idea di Paese ma persiste l’idea pericolosa della destrutturazione dei valori fondanti la solidarietà, rappresentati dalla nostra Costituzione. La nostra rivendicazione come sindacato, sia a livello regionale che nazionale, è di un grande investimento sul sapere, sull’istruzione, sull’università, sulla ricerca, gli unici elementi su cui far crescere una società sviluppata. Specialmente in un regione come la Basilicata, che paga lo scotto del continuo spopolamento. Siamo di fronte a una emergenza. La Basilicata non potrà reggere la sfida del futuro se non saprà porre in essere azioni coraggiose contro lo spopolamento rispetto al quale le politiche dell’emigrazione non solo rappresentano una risposta alla solidarietà ma un’opportunità”.