Dalle notizie emerse sulla manovra finanziaria varata dal Governo si evince come, ancora una volta, la Pubblica Amministrazione passi in secondo piano. Anche in questa manovra, infatti, non vi è traccia di alcun investimento nella pubblica amministrazione, né in termini di innovazione né quanto meno di sostegno alle istituzioni che, giorno per giorno, prestano servizi alla comunità ma si propongono i soliti tagli lineari.
Ci preoccupa in Basilicata l’assenza di interventi perché il mancato turn over nella pubblica amministrazione, anche da noi, ha determinato un vuoto generazionale con una età media dei lavoratori pubblici che si aggira intorno ai 55 anni. Ci vuole un vero e proprio “piano Marshall” per immettere nuova linfa vitale e recuperare i danni prodotti da questo vuoto.
La diminuzione del personale in servizio si ripercuote negativamente sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini. I dipendenti pubblici, secondo le statistiche, sono in costante calo (circa 400.000 in meno negli ultimi 20 anni) (-200.000 solo dal 2011-2016). Il loro numero e le loro retribuzioni medie sono ben al di sotto della media europea. Il risultato: un calo della qualità dei servizi a favore del mondo produttivo con gravi ripercussioni sul funzionamento dell’economia. Le politiche seguite in questi ultimi anni sono state a senso unico: solo tagli lineari, chiusure indiscriminate di uffici, ospedali, strutture penitenziarie, scuole, agenzie fiscali, ecc. Con una ricollocazione forzata del personale, spaventata dal rischio del licenziamento. Non si è tentato in nessun modo di affrontare le questioni, in modo serio, con le parti sociali che sono più vicine ai contesti lavorativi ed ai territori che si sono voluti smantellare.
E’ nostro dovere opporci a questi processi di smantellamento e di privatizzazione e ciò non per sterile corporativismo ma perché siamo convinti che la Pubblica Amministrazione non debba spogliarsi delle prerogative che le leggi fondamentali le assegnano a garanzia di equità di trattamento e salvaguardia dei livelli minimi di tutela sociale.
Non possiamo immaginare uno Stato che abdica dalla propria funzione smantellando i propri apparati. Lo Stato eroga servizi pubblici. I nostri utenti sono cittadini, donne, bambini, lavoratori, pensionati, disoccupati, malati e deboli. Sono le imprese, l’economia pulsante del nostro paese.
Il servizi offerti dalla pubblica amministrazione, lo dobbiamo ricordare, spesso sono quelli che i privati non hanno alcun interesse a gestire poiché sconvenienti se valutati in una sola ottica di profitto.
In settori vitali per la società, come la giustizia, la sicurezza, la sanità, l’istruzione, la ricerca, il settore fiscale, la tutela dell’ambiente, ecc.., si va determinando una situazione di grave sofferenza che non consente agli organi dello Stato di fronteggiare adeguatamente i fenomeni di violazione delle norme e di inefficienza delle strutture di servizio.
Non solo: nessuna copertura finanziaria è prevista per il rinnovo della tornata contrattuale in scadenza a fine anno, nonostante le rassicurazioni sul punto che ci sono state date in precedenza.
Se i testi rimarranno invariati, si profilerà una nuova battuta d’arresto per il potere d´acquisto dei lavoratori pubblici, che così riprenderà il trend al ribasso degli anni del blocco dei rinnovi per legge, ma per tutto il sistema della P.A. Questo per noi è inaccettabile.
A chi, solitamente dall´alto, non esita mai nel mettere la Pubblica Amministrazione nell´occhio del ciclone delle critiche, non possiamo che ribadire con forza, ancora e ancora, che non vi può essere alcuna miglioria dell’efficacia e efficienza dei servizi offerti dal pubblico e per il pubblico, senza opportunamente investire nelle risorse strutturali, finanziarie e umane delle singole istituzioni.