Il Presidente USPP Giuseppe Moretti ha inviato una lettera aperta al Ministro della Giustizia Bonafede. Di seguito il testo integrale.
Egregio Signor Ministro Alfonso Bonafede,
forza e coraggio per affrontare le enormi criticità che affliggono il lavoro di queste donne e uomini al servizio dello Stato è anche non dimenticare chi con il sacrificio della propria vita ha adempiuto al proprio mandato con dedizione e amore.
Loro anche se oggi non sono più accanto ai loro familiari e ai colleghi ma ovunque questi si trovano nell’essenza stessa dello Stato per cui si sono immolati.
Grazie dunque Signor Ministro Alfonso per le parole che ha voluto pronunciare nell’occasione, non solo da chi appartiene con orgoglio a questa istituzione e ne rappresenta i lavoratori che la compongono, nella speranza di avere risposte che da parte di altri Governi sono state sino ad ora risibili.
Bisogna lavorare senza tregua per ridare dignità al lavoro della Polizia Penitenziaria e migliorare le risposte che deve corrispondere allo Stato di cui fa parte, nello svolgimento dei propri compiti istituzionali.
Ciò lo si potrà fare in primo luogo togliendo il velo di ipocrisia che ha ingolfato il sistema carceri grazie a politiche iper-garantistiche supinamente imposte da un’Europa sempre più lontana dallo spirito costituente, ma soprattutto investendo in risorse umane, strumentali e strutturali. È innegabile che da decenni si stanziano fondi inadeguati per questo settore nevralgico delle istituzioni repubblicane che, è bene ricordarlo, garantisce in quota parte significativa lo sviluppo della società oltre alla sicurezza del popolo.
La sicurezza infatti è un bene immateriale necessario è irrinunciabile attraverso il quale è possibile far crescere l’economia sociale e difendere e cittadini.
Le Sue parole in occasione della ricorrenza del 2 novembre 2018 ci rincuorano su un possibile cambio di rotta, per questo, Egregio Signor Ministro Le rinnoviamo la nostra totale disponibilità a trovare le migliori soluzioni per dare respiro a chi ogni giorno rischia la propria incolumità nelle carceri, pronti a condividere le responsabilità dei risultati conseguenti al solo scopo di ottenere benefici non di carattere strumentale e fine a se stessi, ma per rilanciare l’operato di una forza di polizia che, come da Lei ben detto deve avere un diverso livello di considerazione dell’opinione pubblica per i delicati e onerosi compiti che assolve, in silenzio e con grande senso di appartenenza alle istituzioni.
Forza e coraggio, noi siamo con Lei e con chi vuole il bene di questi lavoratori a cui nella giornata va anche il nostro pensiero caloroso e commosso.
Nov 03