A distanza di un secolo dalla fine della prima guerra mondiale è stata celebrata questa mattina anche a Matera la cerimonia della Giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate.
Dopo la deposizione di una corona di alloro al cippo di via Lucana, in piazzetta Pascoli si sono radunate le autorità e le associazioni combattentistiche e d’arma per avviare il corteo verso piazza Vittorio Veneto. Sul palco allestito nel cuore del centro storico materano si sono ritrovati il Prefetto di Matera, Antonella Bellomo, il Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, il vice Sindaco di Matera, Giuseppe Tragni, il senatore Saverio De Bonis, il presidente della Fondazione Matera-Basilicata 2019, Salvatore Adduce, il presidente del Consiglio Comunale e della Camera di Commercio di Matera, Angelo Tortorelli, il consigliere regionale Luca Braia, l’arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina, Monsignor Pino Caiazzo, il Comandante del Comando Militare Esercito Basilicata Colonnello, Lucio Di Biasio, il Questore di Matera, Luigi Liguori, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Domenico Tatulli, il comandante della Casa circondariale di Matera, Bellisario Semeraro, il Comandante Provinciale Carabinieri di Matera, Samuele Sighinolfi, la dirigente dei Vigili del Fuoco di Matera, Maddalena Lisanti, due rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Giuseppina Marti e Bruna Taratufolo e Franco Lisanti in rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Il Prefetto e i Comandanti Militari e dei Corpi di Polizia, alla presenza di tutte le Autorità, delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e della cittadinanza, hanno commemorato i Caduti con la deposizione di due corone, la prima al cippo di via Lucana e la seconda, a seguire al Monumento ai Caduti di Piazza Vittorio Veneto.
Durante la celebrazione si è schierato un Reparto di Formazione composto da una rappresentanza delle Forze Armate, della Guardia di Finanza e dei Corpi di Polizia;
Durante la celebrazione si è schierato anche un Reparto di formazione composto da una rappresentanza delle Forze Armate.
Il Prefetto Antonella Bellomo ha letto il messaggio inviato dal Capo dello Stato Sergio, Sergio Mattarella, il Comandante del Comando Militare Esercito Basilicata Colonnello, Lucio Di Biasi ha letto il messaggio del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.
Sono intervenuti in seguito il professore Franco Lisanti in rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, Sabrina Porcari, alunno della V C del Liceo Scientifico di Matera in rappresentanza della Consulta provinciale studentesca, il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese e il vice sindaco di Matera, Giuseppe Tragni.
Per celebrare la ricorrenza delle Forze Armate a partire da domenica 4 novembre e per tutto il mese di novembre, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 10 alle 12 sarà visitabile il “Museo storico dei cimeli di guerra” allestito presso la sede ell’Associazione Invalidi e Mutilati di Guerra in via Francesco D’Alessio mentre le celebrazioni si concludono dalle ore 19,30 all’Auditorium Gervasio con il concerto “Echi di Trincea”, a cura della Provincia di Matera e con la partecipazione di Fondazione Orchestra Lucana e Lucania Wind Orchestra. Al concerto sarà presente la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, l’intervento del presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese
Autorità militari, civili e religiose,
Associazioni combattenti e d’armi,
Rappresentanti della Scuola, studenti e insegnanti,
Carissimi concittadini,
È un grande onore per me- neo Presidente della Provincia di Matera -che la mia prima uscita istituzionale coincida proprio con la partecipazione a questa importantegiornata celebrativa nazionale istituita per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, festeggiata ogni 4 novembre, data dell’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti (4 novembre 1918), e la resa dell’Impero austro-ungarico.
Peraltro quest’anno il 4 novembre – Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze armate – assume un particolare significato poiché in questa data viene celebrato anche il Centenario della fine della prima guerra mondiale.
La data del 4 novembre è legata ad una memoria contraddittoria, che se da un lato risveglia l’esultanza per la fine di quell’immane conflitto, ricorda anche il dolore del nostro Paese per le 600mila morti causate dalla guerra.
Numerosi furono gli atti di eroismo e di sacrificio compiuti dai nostri soldati. Intere unità vennero chiamate a resistere ad oltranza, e lo fecero senza esitare, pur nella certezza che non ci sarebbe stata alcuna possibilità di salvezza.
Tanti, tantissimi di quegli eroi sono rimasti ignoti.
A rappresentarli tutti vi è la salma del Milite Ignoto, sepolto al Vittoriano.
L’invasione venne arrestata sul Piave, che è diventato per tutti il fiume Sacro della ripresa, che giunse, travolgente e inarrestabile, come mai era potuto accadere prima.
Al termine della Grande Guerra si è voluto suggellare il forte sentimento di condivisione di un comune destino che aveva richiesto l’altissimo prezzo di un vuoto lasciato in ogni casa ed in ogni famiglia.
La scelta del 4 novembre esprime questo sentimento.
In questa giornata, infatti, ricordiamo l’unità della nostra nazione e onoriamo l’impegno e i sacrifici delle nostre Forze Armate.
Pertanto la mia riconoscenza e di tutti gli Italiani va a coloro che sui campi di battaglia, nelle campagne, nelle città, nelle fabbriche, in ogni casa, combatterono e resistettero, dando un contributo a costruire l’Italia di oggi.
Oggi mi rivolgo proprio alle Forze Armate qui presenti.
Siete al fianco delle Istituzioni democratiche e le Istituzioni sono al vostro fianco!
La ricorrenza di oggi non è anacronistica perché non bisogna dare per scontato che la pace è un bene assoluto, ma va sempre difesa e protetta e mai come oggi le Forze Armate rappresentano un punto di riferimento per i cittadini nei gravi momenti di difficoltà che purtroppo avvengono e non solo per eventi naturali: catastrofi, alluvioni, terremoti, crolli, attentati, missioni …Quando questi eventi accadono le Forze armate intervengono con tempismo, professionalità, competenza ma soprattutto con grande umanità e senso del dovere, mettendo a rischio la propria incolumità.
Una sola parola: Grazie!
Vi ringrazio per il Vostro importante contributo in difesa dei valori democratici della Pace, della Libertà e dell’Uguaglianza.
Vi esorto a continuare su questo cammino, e a non dimenticare mai che noi cittadini nutriamo nei Vostri confronti speranza e gratitudine.
Il Vostro quotidiano impegno sollecita noi Amministratori della res publicaad adempiere ai nostri doveri rispettando le leggi e sviluppando un senso civico capace di rendere comune il bene pubblico e sollecita noi cittadini ad agire nel rispetto dei valori di solidarietà e di pacifica convivenza.
Ai giovani dico: imparate anche dagli insegnamenti del passato e ricordate!
A voi tutti porgo il mio augurio e un saluto affettuoso carico di ammirazione e riconoscenzain rappresentanza della Provincia di Matera.
Viva il 4 novembre, Viva le Forze Armate, viva la Repubblica,
Viva l’Italia!
Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, l’intervento di Sabrina Porcari, alunno della V C del Liceo Scientifico di Matera in rappresentanza della Consulta provinciale studentesca
Parlare oggi in questa piazza, ad un secolo dalla fine della Grande Guerra, per una ragazza che nata nel 2000, ha un piede nel millennio appena trascorso e lo sguardo rivolto al futuro, suscita grandi emozioni. Pur cosi’ lontana nel tempo quella guerra ci appartiene. Alcuni storici la definiscono l’ultima guerra di indipendenza, perche’ fu grazie al sacrificio dei nostri soldati che la nostra Repubblica, una ed indivisibile, è diventata quella che oggi conosciamo. E ci appartiene perche’ su quella lapide ci sono i nomi dei nostri materani caduti per completare quel sogno di unita’ e di patria che ci ha condotti sin qui liberi e capaci di governare il nostro destino. I nomi scritti su quella lapide sono quelli della nostra citta’ : da Acito a Zaccaro, da Andrisani a Vizziello… sono presenti tutte le famiglie materane che hanno contribuito con il loro sangue a costruire il paese nel quale viviamo.
Ed il sacrificio e le sofferenze di quelle persone, il dolore delle famiglie che in quella grande guerra hanno perso i loro affetti piu’ cari, ci hanno consentito di essere quello che oggi siamo.
Un popolo con una sua identita’, una sua dignita’, una sua compassione che nascono da quel percorso di guerra e di dolore.
Il ricordare oggi quanto accaduto un secolo fa ha certamente una funzione catartica e ripercorrere questa tragica storia aiuta la nostra generazione a conservare la memoria di quei valori che ci sono stati tramandati ad un cosi’ alto prezzo.
E’ compito nostro, oggi, attualizzare quei valori, pace, benessere, tolleranza ed identita’ culturale sono questi i frutti di quella sanguinosa guerra.
Ed oggi l’Europa unita, pur con tutti i suoi limiti, ci ha garantito di vivere senza vedere le tragedie della guerra, noi studenti abbiamo la possibilita’ di conoscere i nostri coetanei all’estero, di scambiare le nostre idee e culture, di confrontarci tra i banchi di scuola e non tra le trincee, immersi nel fango.
E l’Italia, con la sua storia, la sua cultura, la sua bellezza ha un ruolo fondamentale per impedire che tragedie come quelle vissute con le guerre si ripetano oggi. In questo scenario internazionale complicato i nazionalismi, dimentichi del passato, sembrano volerci riportare indietro nel tempo in un Europa che non e’ quella che noi giovani conosciamo.
Il presente ci ha insegnato a superare i confini, etnici, ideologici e geografici perche’ l’Europa e’ diventata la nostra casa, studiare e lavorare all’estero e’ ormai un’esperienza normale, ed in questo scambio di esperienze la nostra identita’ di italiani ne esce rafforzata, la nostra cultura ampliata e accresciuta. I confini oggi ci stanno stretti, la nostra mente ha bisogno di guardare ad un mondo capace di accoglierci e farci crescere attraverso il confronto.
Le fusioni culturali ci hanno aperto la strada a nuove possibilita’ di vita, a nuovi modelli di sviluppo a cui non possiamo rinunciare. Il nostro futuro deve andare verso un mondo aperto che vuole crescere nel reciproco rispetto delle singole tradizioni culturali, ma proiettato verso una societa’ multi etnica che deve essere la somma positiva delle esperienze che ognuno di noi si porta dietro.
Le valigie di cartone che accompagnavano i nostri nonni nelle traversate verso l’america, oggi sono sostituite dal bagaglio di cultura e tradizione che ci portiamo dietro.
La nostra ricchezza non e’ costituita da oggetti, ma da conoscenze. Ed e’ per questo che vi chiediamo, proprio nel rispetto dei valori che spinsero tanti giovani come noi a dare la vita durante la grande guerra, di consegnarci un mondo aperto, capace di scambiare conoscenze ed idee perche’ il presente lo avete costruito voi, ma il futuro e’ nostro.
La fotogallery delle celebrazioni per la ricorrenza delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia (foto www.SassiLive.it)