In occasione della visita del Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati a Matera, BasilicataChiama annuncia la mobilitazione a Matera nella giornata di lunedì 5 novembre 2018. Di seguito il testo integrale della lettera aperta con le motivazioni di questa iniziativa inviata al Parlamento.
Il 18 ottobre scorso, Basilicatachiama (la coalizione di forze sociali e di uomini e donne autoconvocata sulla base di un appello pubblicato in rete nel sito www.basilicatachiama.it e che sta per tenere nei prossimi giorni la sua assemblea costituente), aveva scritto ai prefetti di Matera e Potenza chiedendo un incontro per poter consegnare un documento di denuncia dei rischi gravissimi per la tenuta democratica e istituzionale del Paese e, in particolare, per la condizione delle regioni meridionali, che verrebbero dall’approvazione da parte del Governo Nazionale delle proposte di “federalismo differenziato” avanzato da alcune regioni del Nord Italia.
“Per fortuna la data prevista per l’adozione del decreto del Governo, inizialmente prevista per lo scorso 22 ottobre, è slittata e, dunque, ci sono tutte le condizioni perché nel Parlamento e fra le forze politiche si riapra la riflessione e si scongiurino scelte gravissime” fanno due fra i promotori che hanno scritto ai Prefettii (Gianni Fabbris e Nicola Manfredelli”.
Basilicatachiama nei giorni scorsi era scesa in campo annunciando l’apertura di una mobilitazione regionale in accordo con un vasto movimento di opinione che si va sviluppando nel Paese dopo che un appello promosso dal Prof. di Economia applicata dell’Università Aldo Moro di Bari, Gianfranco Vieste ha sollevato con forza anche grazie alla firma di numerosi intellettuali e docenti fra cui particolarmente attivo è lo scrittore e saggista meridionalista Pino Aprile.
Si legge nel cappello introduttivo alla Petizione che ha già superato le tredicimila firme (https://www.change.org/p/gianfranco-viesti-no-alla-secessione-dei-ricchi): “Il Veneto, la Lombardia e sulla loro scia altre undici Regioni si sono attivate per ottenere maggiori poteri e risorse. Su maggiori poteri alle Regioni si possono avere le opinioni più diverse. Ma nei giorni scorsi è stata formalizzata dal Veneto (e in misura più sfumata dalla Lombardia) una richiesta che non è estremo definire eversiva, secessionista.”.
“Grande è la preoccupazione per gli effetti che questa norma potrebbe avere per la nostra regione” denuncia BasilicataChiama annunciando la mobilitazione (di cui la tappa di lunedi a Matera è solo l’avvio): “Se dovesse passare il disegno delle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, che guidano il fronte della secessione dei ricchi, scomparirebbe, di fatto, il criterio di redistribuzione delle risorse fra le regioni che, fra l’altro, assumerebbero la totale e piena aurtonomia in materie come l’ambiente e la scuola svuotando nei fatti le funzioni dello Stato Unitario e imponendo una secessione dei ricchi a danno delle altre regioni”.
BasilicataChiama ha predisposto una lettera aperta dai cittadini lucani al Parlamento Italiano e indirizzato a tutte le forze politiche ed ai due presidenti di Camera e Senato perché interrompano questo processo e riconsiderino in senso democratico e di equità l’ipotesi della riorganizzazione dei rapporti fra Stato e Comunità Locali.
La lettera aperta (dopo essere stata consegnata formalmente lunedì 5 novembre alla Prefettura di Matera) verrà divulgata in una conferenza stampa che si terrà alle ore 12 in Piazza Vittorio Veneto presso il belvedere Guerricchio.
La conferenza stampa seguirà un’azione di volantinaggio che interesserà Piazza Vittorio Veneto e il vicino mercato della frutta in cui sarà divulgato il volantino dal titolo “No alla secessione dei ricchi” sarà, anche, l’occasione per dare conto delle ulteriori iniziative di BasilicataChiama a partire dall’incontro che avverrà a Potenza il 6 novembre mattina con il Prefetto per consegnare il documento e la lettera aperta e la convocazione nella settimana successiva dell’Assemblea Costituente dell’Alleanza sociale per le prossime Regionali di Basilicata autoconvocata sulla base delle adesioni raccolte di uomini e donne e di forze sociali, culturali e politiche.