In un incontro organizzato dalla Parrocchia-Santuario Santa Maria del Monte e dall’Associazione “Bene Comune” di Viggiano, nella Sala Convegni “S. Giovanni Paolo II” a Viggiano, è stato ricordato Don Francesco Romagnano (1922-1993)in occasione del 25° anniversario della sua scomparsa. A lui è stato conferito da parte dell’Associazione “Bene Comune” il premio “Memoria e identità” 2018 (III Edizione) con la seguente motivazione: “Don Francesco Romagnano, Parroco e Rettore del Santuario di Santa Maria del Monte di Viggiano (1958-1993), nel corso della sua lunga e solerte attività pastorale, funon sologuida morale e spirituale, ma anche punto di riferimento nella vita culturale, sociale e civile della comunità viggianese. Mostrò attenzione e cura verso i bisogni dei bambini, degli adolescenti e dei giovani, fu fedele alla identità e alle tradizioni locali e, al tempo stesso, aperto alle istanze dei “tempi nuovi” nell’espressione della religiosità e nell’uso dei nuovi mezzi di comunicazione. Le opere realizzate e le iniziative intraprese, di cui ancora oggi rimangono memoria e traccia,sono sempre state finalizzate all’incremento della missione del Santuario, alla diffusione della devozione alla Madonna di Viggiano e al progresso socio-economico della comunità locale, con uno sguardo sempre rivolto allo sviluppo dell’intero territorio della Val d’Agri”.
Ad avviare l’incontro la proiezione di un audio-video sulla vita e sull’attività pastorale di Don Francesco. Ha preso poi la parola il Presidente dell’Associazione “Bene Comune” prof. Vittorio Prinzi, il quale ha sottolineato il valore della memoria per la stessa identità dellacomunitàviggianese e come segno di gratitudine verso le persone, come Don Francesco, che si sono adoperate per la sua crescita religiosa, sociale e culturale. Ha poi brevemente descritto il percorso biografico-pastorale del sacerdote: il periodo dell’immediato dopoguerra, quando giovane prete e vice parroco (1947), mentre assisteva con impotenza ad un’emigrazione di massa verso l’Australia, si premurò di istituire opere di carità, come l’Orfanotrofio femminile, e rilanciare l’immagine del Santuario con la prima “peregrinatio” mariana e la pubblicazione del periodico “L’Aurora Lucana”. Negli anni sessanta/settanta operò sulle ali dell’entusiasmo per la Chiesa di Papa Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II, partecipando ai lavori conciliari con Mons. Bertazzoni e mostrando attenzione nei confronti delle innovazioni liturgiche e pastorali e passione per i nuovi strumenti di comunicazione, di cui aveva compreso l’importanza, tanto da creare una vera e propria radio-televisione privata, la Radio Tele Lucania. Notevole fu pure in quegli anni il suo protagonismo in campo socio-politico per lo sviluppo della Val d’Agri (gestione dell’acqua, industrializzazione, istituzione Liceo Classico a Viggiano….), che continuò anche negli anni ottanta, quelli difficili del post-terremoto, prendendo a cuore opere sociali (Centro Caritas) per la rinascita civile delle popolazioni e la nuova evangelizzazione, rivolta soprattutto ai giovani, avvalendosi della collaborazione dei Padri Monfortani.
Gli ultimi anni, benché segnati dalla malattia, lo videro teso verso tre importanti obiettivi: la costruzione dell’Ostello della Gioventù, la celebrazione del centenario dell’incoronazione della Madonna di Viggiano(1892-1992), godendo della conferma di tale titolo con l’incoronazione per le mani di Giovanni Paolo II, venuto in Basilicata nel 1991, e il solenne Giubileo del 2000, che purtroppo non ebbe la gioia di vivere insieme alla sua comunità.
Sono seguiti gli interventi del Sindaco di Viggiano, avv. Amedeo Cicala, di Don Paolo D’Ambrosio, parroco-rettore del Santuario, successore di Don Francesco, e del Prof. Giampaolo D’Andrea, già ordinario di storia contemporanea presso l’Università di Basilicata, il quale ha elaborato una riflessione sul tema “La Chiesa locale dopo il Concilio Vaticano II”, in cui è stata evidenziata la partecipazione operosa di Don Francesco allo spirito giovanneo e conciliare e non solo nell’abbracciare le novità suggerite dal Concilio, ma anche nell’indirizzare la sua opera pastorale nel campo del lavoro, della cultura e della politica, intesa come impegno per il bene comune e ancora meglio poi esplicitata con la sua parola ed azione da Giovanni Paolo II.
Al termine dell’incontro è stata consegnata al più anziano dei nipoti, il dott. Carmelo Frittella, una targa d’argento, con gratitudine e a ricordo dell’opera solerte, lungimirante e feconda svolta da Don Francesco a beneficio della comunità di Viggiano.
Nov 06