Riceviamo e pubblichiamo una nota del materano Franco Vespe in vista delle prossime elezioni regionali in Basilicata
Le elezioni regionali sono alle porte. Ci stiamo “forse” apprestando a vivere un periodo di grandi rivolgimenti politici nella nostra regione. Chi ha a cuore però le sorti della nostra regione non può accontentarsi di scacciare tiranno con tiranno ma occorre rompere le catene di quella solidarietà feudale verticale alla base del sistema clientelare, lavorare perchè la rappresentanza si sovrapponga maggiormente con la competenza, i poteri pubblici dovranno smettere di decidere chi vince e chi perde nella società, occorre lavorare perchè si creino convenienze territoriali che rendano favorevoli investimenti materiali ed immateriali sul nostro territorio. Occorre inoltre realizzare efficaci infrastrutture materiali ed immateriali, un fisco più leggero per le imprese (ZES), costo energia e denaro più favorevole, favorire il rafforzamento della rete del sapere, scienza e tecnologia presente nella nostra regione, occorre lavorare per la creazione di un polo dell’industria 4.0 e riflettere sulla risorsa sprecata del petrolio che ha creato emergenza ambientale.
Di seguito il testo integrale diffuso da Franco Vespe
Le elezioni regionali ormai sono alle porte. Ci stiamo apprestando a vivere forse una fase storica della nostra Regione. Lo scenario politico nazionale che ha messo in ginocchio i partiti della II repubblica e premiato partiti come la Lega e il M5S, e quello regionale dove il blocco di potere del centro-sinistra è nell’occhio del ciclone per le inchieste sulla sanità, fanno pensare ad un radicale stravolgimento degli attuali assetti politici, così come avvenne 25 anni fa. Ci sono tuttavia delle novità decisive oggi. Nel 1995 il centro-sinistra riuscì a prevalere perché buona parte della vecchia DC pilotata da Colombo si spostò a sinistra. Nei fatti la classe politica che aveva fino ad allora governato la regione, continuò a farlogattopardescamente (si cambia per non cambiare nulla ! ) sotto l’etichetta dell’Ulivo. Oggi invece se il blocco di centro-sinistra perdesse nella nostra regione ci sarebbe un cambiamento radicale dell’attuale assetto politico con nuovi programmi (?) e, soprattutto, nuovi uomini. Chi scrive ha trascorso le sue vacanze estive correndo sulla basentana e sulla Val d’Agri per partecipare a riunioni di autoconvocati provenienti dall’associazionismo civile, ambientalista e dagli attivisti ex M5S (vecchi amici…davvero tanti!) per cercare di costruire una compagine politica in grado di competere alle prossime regionali. In quelle riunioni ho ripetuto fino allo sfinimento i motivi per i quali valesse la pena in questo frangente adoperarsi per un cambiamento virtuoso nella nostra regione. Se la battaglia deve essere solo quella di sostituire tiranno a tiranno certamente non ne vale la pena intraprenderla. Vale la pena invece farla se si vogliono spezzare definitivamente le catene di quella solidarietà verticale e feudale che è alla base delle pratiche clientelari. Occorre promuovere invece quelle catene orizzontali solidaristiche fra pari . A dirla con Putnam, occorre passare dal feudalesimo alla stagione dei comuni anche qui al Sud. Un secondo impegno, se vogliamo frutto perverso di quella solidarietà verticale di cui si parlava, sarà quello di valorizzare una volta per tutte merito e competenza. Non solo nella nostra regione, ma negli apparati politici e statali del nostro paese la rappresentanza si sovrappone sempre meno con la competenza. SI fa carriera e si viene premiati per la fedeltà al feudatario di turno piuttosto perché bravi. Come spiegare altrimenti gli scandali nella sanità esplosi nella nostra regione ? Come spiegare che personalità di spicco con meriti ben riconosciuti anche a livello internazionale, poi siano invece sbeffeggiati ed umiliati nella nostra terra come il maestoso Albatros di Baudelaire che,catturato e posato sulla tolda della nave,viene schernito da rozzi marinai. Sarebbe molto interessante fare uno studio di quanto PIL il nostro paese perde perché persone sbagliate vengono messe in posti sbagliati. I bocconiani se ci sono battessero un colpo! Ma non divaghiamo. Un altro male del nostro territorio riguarda il ruolo della politica che si arroga la competenza e la prepotenza di decidere chi vince e chi perde nella società. Non può e non deve essere così. La politica deve fare un passo indietro, anzi due! Deve solo adoperarsiaffinchénella nostra società le energie migliori emergano. Ci manca quella cultura liberale (manca poi nei fatti a tutto il nostro paese) e facciamo finta di non conoscere i potenziali benefici strategici di uno stato ed un apparato pubblico che si chiama discretamente ai margini delle dinamiche sociali ed economiche, da affidare invecealla sussidiarietà orizzontale. Devo dare atto a Nicola Pagliuca che, fra i tanti comizi da lui ascoltati, ha saputo toccare questo tema con una certa lucidità. Il pubblico e la politica invece deve adoperarsi per creare le condizioni oggettive e favorevoli sul territorio perché poi si trovi conveniente investire sul suo suolo e sul suo patrimonio umano e sociale. Prima di tutto infrastrutturare adeguatamente ed in modo efficace il territorio anche dal punto di vista immateriale. Far costare meno l’energia, far applicare tassi bancari più “umani” alle imprese, lavorare per un alleggerimento della pressione fiscale (le cosiddette ZES), rafforzare e qualificare ulteriormente le reti del sapere e dell’innovazione tecnologica così poderosamente presenti sul nostro territorio. Lavorare in particolare perché si inneschi quel circolo virtuoso fra formazione, Innovazione scientifica e tecnologica e trasferimento alle imprese che ha fatto la fortuna di aree come la Silicon Valley californiana, la francese Tolosa o l’indiana Bangalore.Il settore aerospaziale (Matera), delle Energie alternative e l’agricoltura di precisione (Metapontino) della meccanica (Melfi ed Il Vulture) e delle Osservazioni della Terra (Potenza) potrebbero essere i poli e i settori dove si sviluppa innovazione tecnologica e trasferimento alle imprese. A proposito di Potenza, cari potentini ribellatevi a quei politici da strapazzo che vi hanno cucito addosso il melanconico copione di città di servizi. Stronzate! Siete molto di più! Non sono mai stato tenero con l’UNIBAS ed il CNR ma un contributo fondamentale l’ha dato aquel territorio. Oggi rappresenta quel polo un’assoluta eccellenza scientifica internazionale (parlo con cognizione di causa!) perchè intorno ad esso possa nascere e svilupparsi un indotto industriale4.0 formidabile. Ma quello che propongo è un libro dei sogni ? Certamente no. Avremmo potuto tranquillamente usare la leva del petrolio in modo virtuoso ed ecologico, come è stato fatto in Norvegia. Se avessimo rinunciato alle royalties (quelle si elargiscono ai paesi poveri che hanno amministratori corrotti come la Nigeria!) e avessimo invece lavorato per costruire quelle convenienze territoriali di cui abbiamo parlato, oggi non saremmo alle prese con quell’emergenza ambientale che giustamente gli ambientalisti “duri e puri” stanno ferocemente denunciando. Ma tutto questo non è avvenuto! Abbiamo invece preferito creare una nuova figura mitica:l’Assessore-Sceiccoaffetto da Royalties-dipendenza!