Rapporto Svimez, Carmine Vaccaro, segretario generale regionale UIL Basilicata: “Basilicata più in scuro che in chiaro”. Di seguito la nota integrale.
Al Sud ed in Basilicata servono lavoro e buona occupazione per superare i divari economici, sociali, infrastrutturali e civili sempre più estesi con il resto del Paese e ancor più con l’Europa. E’ questa la “lezione” del nuovo rapporto Svimez che disegna ancora una Basilicata in chiaro scuro anche se, approfondendo i dati e gli indicatori economici, mi pare, più in scuro che in chiaro. Sono dati che il nostro Centro Studi Sociali ed Economici del Lavoro ha in parte già anticipato con il recente Rapporto sul primo semestre 2018 soprattutto in riferimento all’occupazione che cresce ma solo quella precaria, mentre deve allarmare la flessione dei lavoratori agricoli e non può in alcun modo considerarsi positivo l’ incremento del PIL che non raggiunge nemmeno l’1%.
E’ sempre l’aspetto demografico, con la fuga di circa 33mila unità (rispetto al 2000), l’indicatore più allarmante con i tassi migratori universitari più elevati in termini percentuali sugli iscritti (con oltre il 40%).
Per tutto questo non è consolatorio il fatto che, nel biennio 2019-20, il Sud beneficerà di circa il 40% delle maggiori spese previste dalla manovra del Governo, grazie soprattutto al Reddito di Cittadinanza, perché ciò è un indice significativo della crescita del malessere sociale, della caduta dei redditi e dell´impatto del PIL che resta su valori molto bassi. E non si può continuare a far penetrare il concetto che per il Mezzogiorno la strada risolutiva siano i sussidi.
Ancora. La quasi contestualità della presentazione del rapporto Svimez con il dibattito sulla Zes Jonica, su cui sono riposte nuove aspettative di sviluppo ed occupazione, ci porta a rilanciare la proposta di istituire una ‘Company’ fatta da soggetti pubblico- privato- sociale, una Amministrazione comune appulo-lucana che riesca a governare e sovrintendere la delicatissima rete di fili interconnetivi, per far vivere, in modo diffuso ’l’animus’ della Zes Jonico- lucana nella vita dei territori e delle persone coinvolte..
Per noi è chiaro che occorre partire da Matera e dal territorio contermine, con le innumerevoli cose produttive e la ‘potenza-in atto’ di Capitale europea della cultura.
Si tratta di fare una scelta qualificante, con la regia delle due Regioni ,dei Comuni di Matera e Taranto, di Università e Centri di ricerca ,riuniti in un pool di alto profilo con il compito di tramutare le linee del Documento strategico in progetti di massima e/o definitivi. Un pacchetto di misure che prefigurino già un modello di Zona speciale, definito nei profili e nelle finalità in modo coerente. Una sorta di anticipazione sperimentale della Zes Jonica, con una temporizzazione congrua (biennale) ed una di più medio periodo. La ’fertilizzazione’ del territorio, la base per lanciare la Zes, infine, è bene ricordarlo può essere facilitata da un coinvolgimento pieno del partenariato e delle forze sociali. Una sfida di corresponsabilità ,tutt’affatto nuova, che può funzionare se lo scatto ideale contagia tutte le parti per fare una Zes di alto livello e cominciare ad invertire la tendenza evidenziata dalla Svimez.