No Scorie Trisaia: Regione Lombardia vieta impiego di fanghi da depurazione in 170 Comuni. E in Basilicata? Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Quanto apprendiamo dalla stampa web lombarda ha dell’incredibile , dopo che il governo vara il decreto Genova e con esso il decreto fanghi ,un decreto nato proprio per venire incontro a problemi sorti proprio nella regione Lombardia sugli impianti di depurazione (http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioAvviso/servizi-e-informazioni/enti-e-operatori/ambiente-ed-energia/rifiuti/conferimento-stoccaggio-dei-fanghi-da-depurazione), la Regione Lombardia ha vietato per l’anno campagna 2018/19 l’impiego per uso agronomico dei fanghi da depurazione in 170 comuni. In questi comuni si può fare a meno dei fanghi di depurazione perche’ “il letame delle nostre stalle è già sufficiente per concimare e arricchire i nostri terreni.”
Ora chiediamo che sia fatto anche in Basilicata e che i 131 comuni della regione siano comuni free da smaltimento fanghi di depurazione in quanto regione agricola di prodotti di altissima qualità . Anche in Basilicata esistono allevamenti che posso soddisfare il fabbisogno locale di letame, utilizzato per le coltivazioni biologiche e di qualità, già considerato dagli agronomi come il miglior concime esistente . Altre risposte alla luce di quanto emerso le dovrebbero dare invece quei parlamentari che hanno votato questo decreto e che dovrebbero imparare a difendere il proprio territorio e la propria regione.
La Regione Lombardia ha vietato per l’anno 2018/19 l’impiego dei fanghi in agricoltura in 170 Comuni del territorio regionale. Il decreto definitivo con l’elenco dei Comuni è stato firmato ieri mattina e riguarderà il 22 per cento della superficie agricola utile in Lombardia.
L’assessore regionale: “Si tratta di una iniziativa che conferma il cambio di passo deciso da parte della Regione Lombardia in difesa del nostro territorio, della nostra agricoltura e dei nostri prodotti agroalimentari – dichiara Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, promotore del provvedimento. Dove c’è concime animale a sufficienza non sarà più possibile spandere fanghi in Lombardia. I fanghi di uso civile non hanno nulla in più rispetto al letame delle nostre stalle, che è già più che sufficiente per concimare e arricchire i nostri terreni e devono essere considerati come integrativi e non sostitutivi della materia organica”.
Il decreto: Con questo decreto si prevede che l’impiego per uso agronomico dei fanghi sia autorizzato solo sui terreni che non siano territorialmente localizzati in Comuni in cui la produzione di effluenti da allevamento dovuta al carico zootecnico insistente sugli stessi, correlato alle coltivazioni presenti sul territorio comunale, supera il limite fissato dalla Direttiva nitrati e dalla norma regionale di settore (170 kg N/ha/anno per le zone vulnerabili; 340 kg N/ha/anno per le zone non vulnerabili). Di fatto, laddove si verifica una sovrabbondanza di liquami animali rispetto alla superficie coltivata, si giustifica la priorità verso gli effluenti zootecnici rispetto ai fanghi da depurazione.
“Si tratta di un provvedimento utile e necessario per la difesa del nostro territorio e dei nostri prodotti agroalimentari – ha detto Malanchini – il letame delle nostre stalle è già sufficiente per concimare e arricchire i nostri terreni. Si è arrivati a questa decisione dopo aver definito per ogni comune lombardo, attraverso uno studio tecnico effettuato dall’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste, l’idoneità o la non idoneità alla distribuzione dei fanghi”.
“Una risposta che il mondo agricolo stava aspettando”. Così Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia, commenta lo stop deciso dalla Regione all’impiego per uso agronomico dei fanghi da depurazione. “Per tutelare e valorizzare al meglio le eccellenze agricole dei nostri territori – continua Ettore Prandini – dobbiamo conoscere la reale natura di ciò che viene utilizzato per rendere fertili i nostri campi. Per questo bisogna incentivare l’utilizzo dei concimi naturali, che consentono di preservare le caratteristiche dei suoli scongiurando l’inaridimento e il rischio idrogeologico”. “Positivo anche l’impegno sulla Direttiva nitrati dell’Assessore regionale Fabio Rolfi – conclude Prandini – di chiedere alla Commissione europea che il limite allo spandimento venga innalzato oltre l’attuale di 250 kg/ha concesso per le aziende in deroga, consentendo così di utilizzare in modo ancora più efficace la materia organica delle stalle come concime”.