Leggieri (M5s): “A 38 anni dal terremoto del 1980 gli abitanti di Bucaletto e tutti i lucani pagano ancora i danni di cattiva amministrazione e malapolitica”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
L’attuale classe politica lucana cerca in ogni modo di nascondersi dietro a un dito sulle problematiche reali del quartiere di Bucaletto. Un quartiere a cui sono state fatte solo promesse, sempre disattese, da una dirigenza interessata esclusivamente a beceri interessi che nulla hanno a che vedere con il bene dei cittadini. Una vergogna tutta Lucana nel gestire i problemi dell’esclusione sociale, del degrado e della legalità, a cui l’amministrazione De Luca non ha dato nessuna risposta. Un silenzio che inchioda il Sindaco della Città di Potenza alle sue responsabilità politiche e amministrative. Un mutismo di chi ignora o fa finta d’ignorare la complessa situazione di un quartiere abbandonato a se stesso e alle promesse mai mantenute.
Che fosse una periferia da riqualificare, e probabilmente non l’unica, è indiscusso. Che meritasse una pianificazione mirata per le innumerevoli problematiche che nel tempo si sono cumulate all’ alternarsi delle varie amministrazioni, è altrettanto indubbio. E alla luce di ciò che Bucaletto rappresenta per la città di Potenza, comunità simbolo nata dal disastroso evento sismico dell’80 dove le fragilità tipiche di un quartiere d’emergenza sono state convertite in una soluzione abitativa permanente in cui i bisogni dei residenti hanno sofferto e pagato la “precarietà organizzata”, la strategia di recupero urbanistico del sito, almeno questa volta dopo circa quarant’anni esigeva non più promesse ma concreti adempimenti. Invece un altro “affare” sfugge ai più e soprattutto a chi vi abita in quel quartiere per il quale i provvedimenti collezionati continuano ad alimentare soluzioni tutt’altro che risolutive. Degrado ed esclusione sociale non troveranno risposte nei provvedimenti messi in atto, tanto meno l’agognata riqualificazione, in merito alla quale c’è da chiedersi innanzitutto, perché in quel sito, se si osserva anche ad occhio inesperto, cosa esiste intorno alla cittadella. Il secondo step non può prescindere da un dato oggettivo, ovvero, quante sono le persone che abitano Bucaletto, se esiste un censimento che ne attesti almeno la consistenza numerica e quale metodo è stato utilizzato. Sarebbe opportuno capire se nella condivisione delle scelte in merito alla destinazione dell’area e alla progettualità diffusa che vi insiste quasi da sempre interfacciandosi con elaborati riciclati e riesumati, i cittadini residenti siano stati coinvolti , come previsto nel Protocollo d’intesa tra Regione Basilicata e Comune di Potenza, oppure informati fugacemente prospettando una “nuova cittadella” che, su i tempi e modalità di realizzazione mantiene il riserbo più assoluto.
Attualmente è in atto un “Avviso per l’erogazione di contributi economici per autonoma sistemazione abitativa” ma, se i cittadini interessati rientreranno o meno a Bucaletto a programma concluso non è dato sapersi. Anche perché non è chiaro come ed in che misura i contributi economici della durata di tre anni erogati ai cittadini richiedenti saranno considerati ai fini delle condizioni reddituali soggettive, così come indica il disciplinare approvato.
Ma non è finita qui. Per finanziare questa operazione viene utilizzata la Social Card, misura prevista per i residenti nelle regioni interessate a estrazioni di idrocarburi liquidi e gassosi, dunque denari pubblici. Addirittura, come annunciato dal Sindaco De Luca, non è neppure prevista una rendicontazione del contributo stesso e nemmeno richiesta la presentazione di un regolare contratto di locazione. Inoltre, nel caso non siano pronti i nuovi alloggi allo scadere dei tre anni, non esiste nessun atto che attesti la proroga del contributo, dunque per i beneficiari si tratta di un vero e proprio salto nel vuoto.
A questo bisogna aggiungere che il programma afferente al “Bando Periferie”, erroneamente accusato di un blocco da parte dell’attuale Governo, per la città di Potenza è monco del progetto esecutivo, per cui la priorità giustificativa che intima la disponibilità immediata dei settori 1, 7, 8 del quartiere non è legittimata a meno che non esiste un altro progetto che motivi l’iniziativa, della quale, peraltro si ignora l’autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ quindi sufficiente dichiarare lo stato di urgenza per intervenire sui settori 1, 7, 8, lasciando in stand-by i settori 13-17-18-19 non più prioritari ma senza che se ne capisca il criterio di scelta?
Di incognite ce ne sarebbero molte altre da svelare, ma di fatto già la disamina di quelle raccontate alimenta la torbidità di una faccenda che continua a tramandarsi di amministrazione in amministrazione, ignorando che legalità e trasparenza rappresentano gli strumenti indispensabili per risolvere la annosa questione Bucaletto. Noi continueremo a reclamare esattamente questi principi per un quartiere depauperato della sua dignità e per i suoi cittadini vittime di una doppia sciagura.