Dopo le polemiche sollevate per il “Porte aperte” dell’Eni al Cova di Viggiano, Filippo Massaro (Csail) ha visitato la struttura. Di seguito il suo resoconto dopo la visita al Centro Oli di Viggiano.
A seguito della polemica che ho sollevato nelle scorse settimane, in occasione dell’evento “Porte Aperte” dell’Eni con visite guidate al Cova di Viggiano, nei giorni scorsi mi è stata data la possibilità di una visita – riconosco – molto accurata dell’intera struttura. Ho raccolto con grande soddisfazione l’invito che mi è stato fatto dai funzionari Eni ing. Walter Rizzi e ing. Piero Fier. E poiché – come San Tommaso – avevo messo in discussione la presenza di contatori-misuratori del greggio prodotto dai pozzi della Val d’Agri e lavorato nel Centro Olio – elemento non marginale ai fini delle royalties – sono stato ammesso a visionare i contatori elettronici installati. Per onestà intellettuale dò atto che gli stumenti ci sono nel Cova e tecnici Eni mi hanno spiegato il loro funzionamento come per i contatori del gas che ho anche visionato. Ringrazio in proposito l’ing. Walter Rizzi e l’ing. Piero Fier dell’Eni che hanno consentito la visita all’impianto accompagnandomi e illustrandomi tutte le fasi di attività. Riconosco che il metodo della società petrolifera nell’approccio con i movimenti della società civile e la comunità locale sta notevolmente e positivamente cambiando, specie rispetto al passato, favorendo informazione e comunicazione che sono gli elementi fondamentali per superare l’atteggiamento ostile di buona parte dei valligiani verso il Cova e più in generale l’Eni. Intensificare la conoscenza di quanto accade per l’attività dell’impianto come in quella petrolifera è sicuramente lo strumento migliore per superare ogni forma di ostilità preconcetta. Del resto noi, come testimonano iniziative e articoli di stampa di tutti questi anni, a differenza di altri movimenti e comitati, non abbiamo mai sostenuto che il petrolio e il lavoro dell’Eni in Val d’Agri sono fattori totalmente negativi se non altro perché producono benefici diretti ed indiretti all’economia e all’occupazione del nostro comprensorio, ponendo sempre l’esigenza di individuare sistemi di convivenza con ambiente, salute e territorio. Il Csail continuerà a monitorare ogni cosa, conservando la propria autonomia di giudizio, ad esprimere le proprie valutazioni e a sollecitare risposte a tante domande che si fa quotidianamente la gente della Val d’Agri. In questa occasione però ci sembra corretto “dare a Cesare quel che è di Cesare” e quindi riferire all’opinione ubblica cosa abbiamo visto direttamente con i nostri occhi.