C’era anche la nipote di Benedetto Croce, Marta Herling, a celebrare, novant’anni dopo, il viaggio che consacrò “poeta” (scrisse così, non “poetessa”) Isabella Morra. Lei e quei luoghi che lo avevano stupito, e che descrisse, ha detto la Herling “come fosse un pittore”.
E c’era una sua studiosa di pregio come la professoressa Rosalia Peluso, dell’Università di Napoli, a leggere quella passione di Isabella nell’ambito dell’esperienza intellettuale di Croce.
Quel Croce che già da allora sentì il richiamo e il nesso tra quei luoghi (“muti testimoni”) e quella drammatica storia. Era il 24 novembre del 1928, esattamente novanta anni fa.
“Quel nesso tra luoghi e parole è stato sviluppato a Valsinni come meglio non si poteva. Valsinni è vero “Parco Letterario”, contesto in cui parole e luoghi si incontrano e si valorizzano a vicenda” ha detto Pino Suriano, Presidente della Società Dante Alighieri di Matera. Presente anche la Società Filosofica Lucana, rappresentata dalla vice presidente Annamaria Dichio.
L’evento è stato promosso dall’amministrazione comunale, e curato in particolare dall’assessore Giuseppe Truncellito.
Non è mancato un conclusivo momento teatrale che ha rievocato il viaggio di Benedetto, grazie all’associazione Il Gabo.
Presenti i sindaci di Valsinni e Nova Siri, Gaetano Celano ed Eugenio Stigliano, che hanno richiamato l’esigenza di un sodalizio operativo che valorizzi il rapporto tra Isabella Morra e il poeta Diego Sandoval De Castro, con cui la poetessa intrattenne lo scambio epistolare che fu forse all’origine della sua drammatica fine.
Sono intervenuti, inoltre, Gennaro Olivieri, Presidente della Pro Loco e già sindaco di Valsinni, e l’avvocato Vincenzo Rinaldi, proprietario del castello dove visse Isabella, che tanto ha voluto l’iniziativa.