“Leggere titoli sui fondi per l’emergenza Xylella ha dell’incredibile. Solo in Italia le emergenze sono perenni. È dal 2013 che abbiamo a che fare con questa faccenda e non c’è bisogno della Treccani per sapere che la parola “emergenza” riguarda eventi improvvisi, a cui far fronte in maniera rapida e immediata. La vera emergenza è il fiume inutile di convegni su Xylella. In 5 anni cosa è stato risolto? Nulla. E adesso si vorrebbe continuare a foraggiare con denaro pubblico un piano fallimentare senza neppure garantire il completamento delle sperimentazioni che richiedono 36 mesi?”. Ad affermarlo sono i Senatori 5 Stelle Saverio De Bonis e Lello Ciampolillo.
“Si spera vivamente che i finanziamenti proclamati dai Ministri Lezzi e Centinaio, già approvati dal Cipe, vadano a finire in mani migliori – proseguono i parlamentari – com’è apparso evidente anche dall’indagine conoscitiva svolta alla Camera dei deputati. L’appetito della lobby dei vivaisti non può essere assecondata, l’unica soluzione, ormai, è la convivenza con il batterio. Diversi esperti e scienziati hanno infatti affermato che, non essendoci univoca correlazione tra presenza del batterio e disseccamento degli ulivi, al problema si può far fronte con le buone pratiche agricole e la rivitalizzazione dei suoli. La ricostruzione di un paesaggio in cui insistono campi molto parcellizzati privi di requisiti per ottenere i finanziamenti, non giustifica i reimpianti o gli innesti, vanno sostenute le sperimentazioni, gli olivicoltori vanno accompagnati in un percorso di valorizzazione dei propri prodotti e del proprio lavoro e messi nelle condizioni di far bene il proprio mestiere, curando le piante senza estirparle. Altroché cultivar brevettate e super intensive importate da chissà dove e inadatte in presenza di falde con acqua salina! La forza dell’olio italiano è nella qualità e chi spera di sdoganare le manipolazioni genetiche asserendo che esistano cultivar resistenti alla Xylella sbaglia. A noi Parlamentari spetta il compito di difendere e sostenere il nostro Made in Italy e, al contempo, far luce su questa opaca vicenda che da sempre presenta numerosi punti critici, compresa la gestione dei fondi – concludono i Senatori – per questo si spera che al più presto sia votata la nostra proposta di istituire una Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla questione, sottoscritta da 51 senatori che faccia i sopralluoghi non sui campi di ricerca abbandonati, come quello di Veglie (Le), per legittimare un pregiudizio e favorire i vivaisti del super intensivo, ma sui campi di Cannole (Le) dove il produttore, grazie al protocollo Scortichini, ha raccolto quest’anno 70/qli ad ettaro di olive! La nostra proposta d’inchiesta è stata presentata al Senato il 28 giugno scorso, l’esame è stato avviato ma, ad oggi, è ancora tutto fermo alla prima seduta del 2 ottobre scorso. Parrebbe che qualcuno ne voglia bloccare l’iter e quindi l’istituzione della Commissione d’inchiesta! Ma noi non ci fermeremo.”