Maria Grazia Pastore, Docente di Latino e Greco al Liceo Classico Pisticci dedica un intervento a Carneade per promuovere la scuola in particolare e l’indirizzo di studi classici in generale.
Carneade…chi era costui?
Il professore di greco e latino ha oggi l’impressione di abitare una terra di nessuno,nella quale le sue conoscenze,le sue idealità,egli stesso valgono un po’ più di niente,finendo per diventare incomprensibili.
Ciò che prevale-sembra- è l’informazione a discapito della comunicazione: tutto è simultaneo e, al tempo stesso, smemorato. Oggi si ammette generalmente che è iniziata una nuova era,in cui la capacità di utilizzare l’informazione ha assunto un ruolo decisivo: è l’era dell’informazione.
Povero professore di latino e greco,attento ai morti più che ai vivi! Quello che tu sai e vuoi trasmettere è tutto su interenet! Cosa insegni a ragazzi che ne sanno più di te?
Eppure,il docente di lettere classiche,abituato a rapportarsi con l’armonia del passato più che alle dissonanze del presente,a suo agio in un sistema che assicura il Kthma ΕΣ Αiei rimane ancora in piedi; il suo ruolo non è quello di un semplice addestramento ai contenuti, quanto di un’educazione al pensiero,alla dialogicità, all’attività di ricerca,alla curiosità e alla creatività intellettuale.
La cultura letteraria svolge un ruolo preciso nei confronti degli “educatori selvaggi” che sono i grandi media e le grandi reti informatiche. Essa permette il discernimento,sviluppa il senso critico dell’individuo,anche contro il pensiero dominante e lo protegge contro la manipolazione,permettendogli di decodificare l’informazione che gli perviene..
Chi è abituato a coniugare Ratio/Oratio è capace di trasmettere modi di pensare che consentono di acquisire la consapevolezza del proprio pensiero.
Le armi del professore di latino e greco non sono, pertanto, spuntate. La sua grande forza è nell’esempio, che egli può fornire, di curiosità mentale, di disponibilità a sottoporre a verifica le varie ipotesi e a riconoscere eventuali errori; soprattutto egli trasmette amore per il “sapere”.
La sfida del Liceo Classico rimane ancora quella di far avvenire l’incontro tra due menti , quella del discente e quella del docente,prospettata già da Aristotele e Sant’Agostino, giacché il rapporto dinamico tra allievo e maestro è reciprocamente arricchente.
Come,allora,continuare a puntare il dito contro il Liceo Classico, ritenendolo una scuola ad “efficacia limitata”?
E’ ad efficacia limitata una scuola che, in estrema sintesi, è capace di licenziare studenti costitutivamente in grado di dominare autonomamente la costruzione successiva della propria formazione culturale? Di collocarsi, una volta terminati gli studi, in quella che potremmo definire la frontiera dell’esperienza cognitiva e del gusto estetico?
Il giovane uscito dal Liceo Classico non sa tutto,ma ha gli strumenti intellettuali per conoscere tutto ed è per giunta al passo con i tempi sul piano della sensibilità culturale soggettiva.
E questo anche grazie al “povero professore di Latino e Greco”, dietro il quale c’è Cicerone,c’è Lisia, c’è Tucidide…ci sono le discipline classiche, come paradigma della complessità antica e moderna.