Sindyal rinuncia all’impianto di trattamento acque di produzione a Viggiano, una vittoria di Mediterraneo No Triv. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
E’ con vera soddisfazione che gli attivisti di Mediterraneo No Triv , in particolare Giovanna Bellizzi, Antonio Alberti e Antonio Grazia Romano, informano tutti i cittadini lucani, ed in particolare della Val D’Agri, che in data 23 Novembre scorso è stata vinta un’altra battaglia, contro il colosso ENI, per la salvaguardia della nostra terra dagli impatti ambientali degli impianti petroliferi e degli impianti a loro asserviti. Infatti, dopo le approfondite Osservazioni, inoltrate dall’ing. Alberti in data 2 Marzo 2018, al Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata , e dopo la Conferenza di Servizio tenutasi a Potenza l’11 Settembre 2018, la soc. Sindyal, che aveva presentato il progetto per la realizzazione di un “Impianto di trattamento acque di produzione” provenienti dal Centro Olio Val D’Agri, ubicato in Località Cembrina del Comune di Viggiano, per conto di ENI s.p.a., ha rinunciato a realizzare l’impianto chimico di trattamento.
Questa vittoria di Mediterraneo No Triv e degli Ambientalisti della Basilicata è la terza, dopo la bocciatura del Progetto SIMAM presentato nel 2013 e bocciato per mancanza di Valutazione di Impatto Ambientale rilevato dalle osservazioni dell’ing. Alberti e dopo la bocciatura del secondo Progetto SIMAM che voleva ubicare l’impianto nei pressi del depuratore ASI della Zona Industriale di Viggiano, anch’esso bocciato a seguito delle Osservazioni dell’ing. Antonio Alberti.
Oggi, alla luce, di questi tre tentativi falliti di realizzare in Zona Industriale di Viggiano, un vero e proprio megaimpianto chimico, è legittimo chiedersi e chiedere al Ministero dell’Ambiente ed al Ministero dello Sviluppo Economico, quanto tempo ancora rimarranno attivi i tre impianti mobili e temporanei che trattano la miscela acqua-petrolio estratta dal sottosuolo dopo lo sversamento delle centinaia di tonnellate fatto dal COVA di Viggiano e realizzati in regime di urgenza e senza alcuna Valutazione di Impatto Ambientale e se non sia stato un errore autorizzarne la realizzazione senza alcun procedimento di VIA, con semplice autorizzazione del MISE ? E’ legittimo chiedersi se è stata completata o a che punto è la bonifica in Val D’Agri, dopo lo sversamento di petrolio . Infine è legittimo porsi la domanda se l’ENI utilizza l’impianto mobile realizzato all’interno del COVA per il trattamento della miscela acqua-petrolio recuperata dal sottosuolo oppure per trattare le acque di processo che intendeva trattare con l’impianto Syndial che non ha superato il procedimento di VIA e AIA . Chiediamo al Ministro Costa di effettuare i dovuti controlli in merito, per evitare che quello che dovrebbe essere un impianto mobile provvisorio, possa divenire il sostituto dell’impianto Syndial non autorizzato.