Consigliere regionale Giannino Romaniello (“Articolo 1-Mdp): “Ignobile collegare il tema della sicurezza a quello dell’immigrazione”. Di seguito la nota integrale.
Bene ha fatto Libera Basilicata con altre associazioni ad inviare una lettera alla Prefettura di Potenza, per chiederne la revoca della nota inviata lo scorso 15 novembre ai CAS con cui si comunicava la cessazione dei servizi di accoglienza ai migranti con protezione umanitaria.
In attesa di conoscere gli sviluppi dell’incontro, convocato dalla Prefettura di Potenza con le associazioni firmatarie della nota, previsto per oggi pomeriggio alle 18, non possiamo che esprimere pieno supporto alle organizzazioni impegnate nel sistema di accoglienza, che in seguito al pasticcio “Decreto Sicurezza”, stanno laboriosamente provando a trovare soluzioni utili a limitare le negative conseguenze della nuova norma che metterebbe in strada numerosi migranti.
Considerando che già il 30 ottobre il sottoscritto con altri consiglieri regionali ha sottoscritto e presentato una mozione tesa a chiedere al Ministro dell’Interno ed al Governo di sospendere gli effetti dell’applicazione del Decreto Legge e ad aprire un confronto in sede di Conferenza Stato Regioni, al fine di valutare le ricadute concrete di tale Decreto sull’impatto in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori ed assumere le opportune ed eventuali iniziative di modifica del Decreto stesso, riteniamo che siano giudiziose le motivazioni delle associazioni firmatarie della nota alla Prefettura, che mettono in risalto che il DL113 del 2018 non può essere retroattivo e per tanto non applicabile ad un periodo precedente alla sua entrata in vigore, infatti i titolari di protezione umanitaria hanno pieno diritto di accedere al progetto Sprar, quindi con una concreta garanzia di prosecuzione del percorso di integrazione all’interno dei CAS, tenuto conto anche del fatto che il mancato trasferimento negli SPRAR è frutto di oggettivi limiti organizzativi della pubblica amministrazione.
Il Decreto Sicurezza si dimostra nei fatti un gran pasticcio, che rischia di produrre effetti nefasti sulle nostre comunità, ma rappresenta anche un pericolosissimo precedente, in quanto nei fatti viola la convenzione dei diritti umani nonché quanto previsto dalla nostra costituzione, oltre che il diritto acquisito da parte dei migrantipresenti nel nostro paese, di poter continuare il proprio percorso di integrazione.