C’è una piaga antica e purtroppo sempre attuale: il rischio dello spopolamento, con il connesso disagio sociale, che riguarda uomini e territori della nostra regione. In primo piano, i giovani, ma anche e soprattutto gli anziani e le donne. Ė il problema atavico delle aree interne del Mezzogiorno: si va via senza più ritornare. Storie di solitudini, di abbandoni, storie di miserie, ma anche di fughe coraggioseinseguendosogni. Sull’argomento, che sta sollecitando finalmente un interesse operativo, sono confluite di recente numerose ricerche pubblicate nei rapporti Svimez, Censis e Istat.Di questo e di molto altro si è trattato ad Irsina nel corso di “Metodo. Mezzogiorno Tocca alle Donne”, promosso da Carmen Lasorella, la quale ha chiamato a sé i protagonisti del territorio: il sindaco di Irsina, Nicola Morea e la vicesindaco Maria Luigia Arpaia che, per combattere il disagio sociale dei ragazzi, hanno creato un Osservatorio sulle dipendenze, lavorando in sinergia con gli enti della provincia di Matera. Il norvegese Jan Taliaard, trasferitosi ad Irsina da alcuni anni, ha raccontato la sua scelta di vivere in un luogo dove ha trovato la propria dimensione, tra gente accogliente, bellezze storico-artistiche. Giuseppe Berardinelli imprenditore di Macchia Valfortore (Campobasso) ha raccontato i disagi della sua realtà e la difficoltà di far nascere nuove attività.
Leonardo Mastrorocco rappresentante di tutte le farmacie nei centri disagiati ha evidenziato la necessità di potenziare i territori attraverso presidi sanitari e la telemedicina. Il Prof. Ettore Bove, docente di economia agraria all’Università di Basilicata, ha espresso che turismo ed enogastronomia potrebbero giocare un ruolo determinante per la Regione e ha lanciato l’idea di costruire un centro di documentazione della Riforma agraria poiché Irsina è stata la capitale di quella epopea contadina. Annalisa Vandelli, reporter di guerra originaria di Sassuolo, ha raccontato del debito che la sua città ha verso gli irsinesi perché è grazie a loro che la città è cresciuta. Un debito economico ma soprattutto di uomini e di pensiero. Rocco Perrone, giovane manager di Ivy Tour di Satriano di Lucania, ha raccontato gli ottimi riscontri ottenuti con l’attività di turismo di incoming coadiuvata con la progettazione europea. PiergiuseppePotrandolfi(DicemUnibas) architetto di pianificazione territoriale ha sottolineato la responsabilità di essere custodi di questi centri più deboli. Da troppo tempo non c’è un piano di sviluppo economico. Bisogna garantire servizi alle comunità sul territorio e prospettive di crescita: questi territori prescindono dai confini amministrativi.
Carmen Lasorella ha raccolto con interesse le testimonianze dell’incontro irsinese, e, come accaduto nel precedente a Rionero, farà sintesi costruttiva, anche alla luce dei dati del preoccupante decremento demografico cui la Basilicata è soggetta, nonostante le similitudini territoriali con il Trentino che invece è in rilevante ascesa nel proprio tessuto socio-economico e culturale.
La Basilicata, nel primo censimento del Regno, nel 1861, contava 510.0000 abitanti, mentrenel 2011 il rilevamento ci porta a570.000 unità con l’11, 76 per cento in più.Un altro allarmante dato in flessionerileva che, nel 2012 gli abitanti dai 576.194 passano nel 2017 a 567.118. Dunque oscillazioni che registrano flessioni e spopolamento.Da ultimo, il Consiglio degli Architetti ha elaborato una proiezione dello spopolamento in Italia nell’arco dei prossimi 20 anni: al primo posto figura il Trentino con un incremento del 6,6% mentre all’ultimo la Basilicata con una perdita del 13,1%. Poli opposti, ma di fatto vicini. Tra le due regioni, infatti, ci sono affinità antropiche, culturali e orografiche, laddove però le similitudini si fermano davanti alla brutalità dei numeri dettati dalle differenze economiche e politiche.
Il Trentino, efficiente e virtuoso, grazie alle leve di sviluppo sostenuto dalla produzione agro-industriale e dal turismo, vedrà aumentare la sua popolazione quasi del 7 per cento entro il 2036; la Basilicata, in questi anni amministrata con scarsa lungimiranza, pur con risorse ingenti, rimane purtroppo marginale in termini di produttività e di attrattiva turistica.Perderà oltre il 13 per cento dei suoi abitanti: se oggi i lucani residenti sono già scesi sotto la soglia delle 570 mila unità, tra 20 anni saranno al di sotto delle 500 mila. E’ possibile che nei prossimi quarant’anni scompariranno 98 comuni in Basilicata, 300 in Calabria, 284 in Sardegna, 110 in Molise ed il 30% del patrimonio edilizio sarà sfitto. Tali preoccupazioni sono al centro della battaglia politica e culturale portata avanti da Carmen Lasorella