Pierluigi Diso in una nota fa il punto sulla Zona economica speciale dopo l’incontro promosso dal Centro Studi di Basilicata a Potenza.
Crisi economica, disoccupazione, disuguaglianza, abbandono ed emarginazione della Lucania, delle aree interne, spopolamento dei piccoli comuni in particolare, problema delle royalties, dell’ambiente, delle infrastrutture sono stati temi di discussione trattati il 12 dicembre a Potenza all’incontro organizzato dal Centro Studi di Basilicata, da tempo interprete delle problematiche lucane, sui cui mette animo e competenza. In tale consesso le associazioni, i soggetti politici di provata esperienza maturata sul campo, i professionisti di vari settori, tutti presenti all’incontro, si sono assunti la responsabilità, in questo momento delicato della vita politica regionale, di supplire alle manchevolezze dei partiti e della giunta ormai a mezzo servizio, senza presidente, in una regione abitata da personaggi che eccellono in ignoranza quasi quanto svettano in arroganza e pressappochismo e visto l’assordante silenzio politico della numerosa delegazione parlamentare lucana. La Basilicata che guarda a Taranto e a quanto il porto può offrire alla Basilicata è stato il tema trattato dall’avv. Pierluigi Diso, coordinatore dell’Associazione Zes Lucana Taranto-Basilicata. La futura zona economica speciale lucana va governata con gli strumenti della razionalità politica, ha detto Diso. Taranto è adesso ancora più collegata a Matera Capitale europea della cultura per il 2019 non solo per le affinità magno-greche, ma anche per gli investimentiche possono essere finanziati dall’Europa, sperando nella celere realizzazione della piattaforma logistica che collegherebbe maggiormente i due territori. L’avv. Diso ha parlato della ZES sottolineandone gli aspetti economici e politici ed ha invitato i presenti a non considerarla come la panacea perché essa è una “visione” e come tale va trattata, specie adesso che il Ministro per il Sud e quello dell’Economia e Finanze hanno bacchettato il Piano di Sviluppo Strategico redatto dal tecnico incaricato dalla Regione Basilicata.Occorre guardare a quel Mezzogiorno d’Italia – ha continuato Diso – che è geograficamente al centro del Mediterraneo ed è il baricentro dei sistemi logistici marittimi nazionali. In questo quadro, in un ottica futura, grande rilievo dovrà assumere l’intermodalità con la piattaforma logistica di Ferrandina, che si spera veda al più presto la luce e attragga attorno a sé i grandi investitori internazionali, nonostante lo spezzettamento del territorio lucano deputato ad area Zes a “macchia di leopardo” .Attenzione massima va posta all’accessibilità e ai collegamenti lato terra, in particolare all’integrazione con la rete ferroviaria, in vista di una migliore integrazione tra le vie di collegamento ferroviario, stradale e retroportuale, insieme agli sgravi fiscali che sino ad oggi sono sempre stati il maggiore attrattore degli investimenti. Pierluigi Diso ha infine ricordato la sua ultima partecipazione a Bari del 3 dicembre, all’incontro dell’Assoporti, ove evidenziò come il dialogo tra i porti serve per costruire “ponti” nel Mediterraneo, ricordando l’ultima nota del Ministero delle Finanze inviata alle due regione Puglia e Basilicata, secondo cui la Zes funziona se ognuno fa la sua parte, con il territorio che deve preparare le infrastrutture, mediando tra interesse soggettivo e collettivo, posto che la globalizzazione non è più paziente. La Zes si deve fare ora o mai più! ha concluso Diso. Bisogna camminare insieme percostruire un percorso comune e raggiungere il traguardo delle grandi sfide.La presenza oggi di tante associazioni, anche tarantine, evidenzia la necessità di un unico incubatore culturale e politico, che nasce dalla constatazione della complessità della società contemporanea che richiede varie competenze settoriali. Ecco che l’intelligenza collettiva e quella collaborativa devono tenersi per mano se hanno obiettivi ambiziosi da raggiungere e icittadini “liberi e forti” lucani si devono preparare alle prossime scadenze per il bene del territorio lucano.