Dopo il successo letterario d’esordio con l’esilarante “Grasso che cola”, lo scrittore e giornalista lucano Antonio Grasso ritorna in libreria con una seconda “creatura di carta”. E sempre per i tipi della Zaccara Editore. Stavolta – però – a differenza del primo testo, con un genere diverso. Non una raccolta di battute e aforismi bensì con una plaquette di versi. Poesie dall’esilio. Il libro (pagine 50 – euro 10), con dipinto di copertina della pittrice Teresa Visceglia, è intitolato “Equilibri precari”. I suoi, i nostri e della condizione umana, in generale. Con lo sguardo proiettato verso “un futuro chiuso a chiave”. L’autore affronta, con profondità lirica e da un osservatorio “privilegiato” di un paesino di provincia, problematiche annose come la piaga dello spopolamento, l’endemico isolamento infrastrutturale e l’inevitabile involuzione socio – culturale dei presidi umani di una Basilicata e di un Sud sempre più a sud. Che sogna di trasformarsi ma che, in realtà, rimane sempre immobile e cristallizzato. In questo scenariola poesia si pone come un mezzo di conoscenza che non può affatto prescindere dalla realtà. “La conoscenza come sola ed unica forma di libertà e salvezza dalle tenebre dell’ignoranza e del pregiudizio”. E così l’autore, da attento “testimone del suo tempo”, attinge da tutto quello che lo circonda. Osserva, raccoglie e descrive in modo certosino. Denuncia con la scritta parola le brutture, i limiti e i mali insanati della sua terra. Senza fare sconti. Anzi, rinunciando a qualsiasi “patto” o forma di compromesso con l’esistente e pagando “dazio” per il pensiero divergente. D’altronde, come recita un celebre aforisma di Dino Campanasul valore dell’arte e sul significato della creatività e che apre la stessa raccolta di poesie è “nel fuggire la stretta oppressione dei contrari che si crea l’arte”. Ut pictura poesis, parafrasando Quinto Orazio Flacco. Come nella pittura così nella poesia. E i versi di Antonio Grasso sono – dulcis in fundo – delle istantanee, dei fotogrammi, dei flash. Versi brevi ma animati da una profonda tensione emotiva e intellettuale. Versi che si “consumano” in un caleidoscopico vortice di ragione e sentimento da lasciare il lettore senza fiato. Ma è l’intera raccolta che va letta tutta d’un fiato, come se fosse un’unica poesia ma in forma romanzata attraverso i giorni, i mesi, gli anni e le stagioni della vita. Leggere per credere.