Analisi, sintesi e programmazione futura. Importante è stato il confronto sulla nuova PAC 2021/2027, sui cambiamenti che avranno effetto sui Psr per i quali le regioni rivendicano un’autonomia delle autorità di gestione basata sull’individualità dei territori e, al contempo, un maggiore coordinamento tra le stesse, con monitoraggi delle azioni che siano più efficaci.
Sono stati pubblicati gli esiti delle cinque sessioni tematiche di approfondimento, che hanno visto tra i relatori ospiti ed espertiprovenienti da numerose regioni d’Italia, degli Stati Generali dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale organizzati dal Dipartimento Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata a Matera il 6 e 7 dicembre scorsi. Sul sito http://statigenerali.regione.basilicata.it/ sono disponibili le presentazioni di tutti gli interventi e la sintesi dei lavori.
Lo rende noto il Dipartimento Politiche Agricole e Forestali.
Nel solco della trasparenza e grazie alla formula vincente di approfondimento attraverso plenarie e sessioni specifiche su cinque principali asset di discussione quali il “Piano strategico nazionale e nuova governance”, i “Pagamenti diretti”, il “New green e questioni ambientali”, lo “Sviluppo Rurale” e “Giovani Agricoltori in rete”, il Dipartimento Agricoltura mette a disposizione online il materiale agli oltre 400 stakeholder del comparto che hanno partecipato al confronto e alla collettività. Gli atti completi sono in fase di lavorazione e saranno diffusi ufficialmente non appena pronti.
Di seguito i dettagli.
1) Piano strategico nazionale e nuova governance
I partecipanti alla sessione coordinata daFrancesco Mantino del Crea hanno discusso della necessità di incentivare le azioni che sono funzionali a un coordinamento maggiore dei piani di sviluppo rurale regionale. E’ emersa la proposta di centralizzare le politiche della programmazione e la richiesta da parte delle regioni di non vanificare le esperienze, le competenze e le capacità acquisite nel tempo nella gestione dei piani di sviluppo rurale regionali. Allo stato attuale le strutture amministrative sono impreparate a trovare un coordinamento tra tutte le politiche della PAC e i sistemi informativi non dialogano tra loro (AGEA, OP regionali, ecc.). Sono necessari interventi innovativi e il coordinamento con gli altri Fondi UE, per disegnare una strategia complessiva nazionale, articolata per priorità di intervento (filiere, territori, imprese, ecc.), con la spinta a riorganizzare l’amministrazione centrale e regionale (maggior coordinamento MiPAAFT, sistema di monitoraggio unitario per 1° e 2° pilastro).
Lo scenario di governance più probabile, se passassela riforma in discussione, vedrebbe l’allocazione finanziaria tra i diversi pezzi della PAC concertata a monte tra Stato e regioni, come premessa per qualsiasi programmazione degli interventi, i pagamenti diretti definiti a livello nazionale, le misure settoriali (OCM) concertate tra Stato e regioni e coordinate con misure dello sviluppo rurale e le misure dello sviluppo rurale definite a livello regionale con ragionevole sintesi nel Piano.
Sarà fondamentale, allora, per stilare un programma di lavoro, approfondire nei prossimi mesi le implicazioni della riforma, nazionali e regionali, analizzando lo scenario, richiedere valutazioni più finalizzate agli interventi promettenti del PSR, riorganizzare gli uffici del Ministero, attivarela consultazione del partenariato regionale su temi chiave della riforma (es. giovani, filiere, strumenti finanziari, ecc.), completare il disegno organizzativo degli organismi pagatori e della fornitura dati.
2) Pagamenti diretti
Nella sessione, guidata da Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, si è discusso della politica che prevede sia nella attuale che nella prossima PAC2021/2027 il tema dei pagamenti diretti che in Basilicata incidono per il 30% sul reddito degli agricoltori. Allo stesso tempo per gli agricoltori, i pagamenti diretti in Basilicata sono a livello inferiore del resto del paese, quindi ci si aspetta un riequilibrio del sostegno. Per avere pagamenti diretti l’agricoltore deve impegnarsi per una maggiore sostenibilità dell’agricoltura. La sessione di lavoro si è detta favorevole a contribuire a sostenere anche i piccoli agricoltori. La preferenza emersa dal tavolo è per uno spacchettamento limitato: pochi pagamenti per evitare troppa complessità, rendendo, inoltre, volontario il pagamento ridistributivo e bocciando l’ecoschema ma, qualora rimanesse obbligatorio, valutando mediamente positiva l’introduzione dell’agricoltura biologica. Analizzando i 9 obiettivi della Pac 2021-2027 si è discusso di soppressione del greening, rafforzamento della condizionalità e nuova architettura ambientale, oltre che di quali pagamenti accoppiati possano essere utili per lo sviluppo settoriale.
3) New green e questioni ambientali
Severino Romano dell’Università di Basilicata ha guidato le discussioni relative a come il settore agricolo e forestale possano contribuire al mantenimento delle questioni ambientali e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Nella nuova PAC la bozza di regolamento prevede un secondo obiettivo strategico per il settore forestale che, con il settore agricolo, contribuisce al mantenimento delle questioni ambientali e alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Questo deve permeare i pagamenti diretti ma anche le misure agro-ambientali o i pagamenti sulla base dei risultati per le stesse misure. Per la prima volta è stato introdotto nuovo regolamento europeo che porta il settore forestale all’interno dei settori no ETS che potrebbero contribuire all’abbassamento delle emissioni di CO2. E’ una svolta molto importante per una regione come la Basilicata con quasi il 40% di superficie forestale sul proprio territorio e vedere in questo settore uno dei settori trainanti dell’economia lucana. I pagamenti agro-ambientali sono la principale fonte di finanziamento per introdurre all’interno delle aziende agricole metodi produttivi volti alla conservazione delle risorse naturali. Rimangono alcune questioni aperte, tra le quali, il rischio di usare politiche (e fondi) regionali, per raggiungere obiettivi nazionali, l’usodei crediti forestali per compensare i debiti (in termini di emissioni) di altri settori,cosa succede fra le regioni (i territori) che emettono e che assorbono, la previsione nel piano strategico nazionale di forme di compensazione finanziaria.
4) Sviluppo Rurale
Franco Sotte, Direttore di Agriregionieuropa,ha affrontato il tema del rinnovamento e all’adeguamento dell’agricoltura per renderla più competitiva ma anche più sostenibile. Dentro la proposta di riforma, il taglio maggiore va proprio verso la politica di sviluppo rurale e per l’Italia e il mezzogiorno potrebbero diventare pesanti. E’ emersa la necessità di una politica più complessa perché mirata a precisi obiettivi, commisurata ai fabbisogni, con una strategia programmata rivolta al medio lungo termine e allo sviluppo integrato del territorio e delle filiere. Con i tagli al bilancio della PAC, per ogni 100 euro l’Italia ne perderàmolti di più, qualora il taglio fosse sia nel 1° che nel 2° pilastro. Il tavolo di lavoro ha analizzato le alternative possibili, analizzando le cause dei successi e degli insuccessi della politica di sviluppo rurale in Italia, individuando alcune possibili soluzioni che non possono implicare una rassegnata rinuncia a una spesa che manchi di una forte giustificazione e un evidente valore aggiunto europeo.
5) Giovani Agricoltori in rete
Stefano Barbieri di Veneto Agricoltura ha guidato le riflessioni di una sala che ha visto la partecipazione di tantissimi giovani, nella quale si sono ascoltate esperienze e storie di giovani agricoltori della Basilicata e del meridione che hanno saputo coniugare impresa e innovazione, facendo rete.
L’innovazione collaborativa creata attraverso la rete, con la collaborazione di altri soggetti supportati da alta formazione e alta consulenza di qualità, riequilibra il baricentro del processo sull’impresa riconoscendone il ruolo di soggetto “produttore di innovazione” e diventa l’elemento che può dare forza all’imprenditoria giovanile lucana.
Stati Generali Agricoltura: stato di salute del comparto agricolo di Basilicata
La relazione di Rocco Vittorio Restaino, Autorità di Gestione del FEASR, sullo stato di avanzamento del PSR Basilicata così come l’intervento dell’Assessore alle Politiche Agricole e forestali, Luca Braia agli Stati generali dell’agricoltura e dello sviluppo rurale tenuti a Matera il 6/7 dicembre scorsi, contengono numeri interessanti e importanti, soprattutto positivi, dello stato di salute del comparto agricoltura di Basilicata, con i trend di crescita 2013-2018.
Sul sito http://statigenerali.regione.basilicata.it/ sono disponibili le presentazioni di tutti gli interventi e la sintesi dei lavori.
Lo rende noto il Dipartimento Politiche Agricole e Forestali.
L’analisi dell’agroalimentare in Basilicata e lo stato di attuazione del Programma di Sviluppo Rurale, dettagliata e puntuale fotografia del comparto presentata a Matera è basata su dati aggiornati al 2018 nazionali e regionali (ISTAT, SINAB, ISMEA, Movimprese e altre fonti ufficiali), rielaborati, nei dati previsionali, dagli uffici dipartimentali.
Valore Aggiunto.Il settore agricoltura, silvicoltura e pesca, presenta nel 2017 in Basilicata un valore aggiunto pari a 542 Milioni di euro, corrispondenti all’1,6% del dato nazionale. Netto il trend di crescita rispetto ai 332 milioni di euro del 2013e ai 415 milioni di euro del 2015.
Imprese. Nel 2017 nel settore agricoltura, si registrano 18.420 aziende agricole iscritte al Registro Imprese (Elaborazione ISMEA-RRN su dati SìCamera-Infocamere), pari al 2,4% del dato nazionale, +1% nel 2017 rispetto all’anno precedente, in controtendenza rispetto al dato nazionale che invece mostra una riduzione dello 0,3%.
Complessivamente i fascicolidi chi esercita attività agricola in Basilicata nel 2018 sono 49322, di cui si stimano (estrapolazioni su dati ISTAT) oltre 12mila con fatturato maggiore di 15mila euro/anno (in netta crescita +11,10% tra 2015 e 2018).
Occupati.Il numero degli occupati nel settore agricolo, silvicoltura e pesca è in Basilicata pari a circa 22.000, con un peso sul totale dei settori economici del 10,9%. Sono 5.000 gli addetti occupati nell’industria alimentare lucana, con un peso sul totale dei settori economici pari al 2,4%, (la media nazionale è 1,8%). Il numero occupati nell’agroalimentare mostra una tendenza di crescita del +10,45% (tra il 2013 e il 2015) e del + 6,6% (tra il 15 e il 2018).
Produzioni nazionali. La Basilicata è da qualche anno la prima regione per produzione di fragole con oltre 1000 ettari, inoltre è la terza per produzione cerealicola e cerealicola biologica. Siamo la prima regione italiana per la produzione di vino bio, con una crescita record del 97,6% e una superficie di territorio dedicato alla coltivazione di vino biologico pari al 52%.
Biologico.Nel 2016 gli ettari coltivati a biologico sono stati 95.371, +91,1% rispetto al 2015, e un numero di operatori biologici pari a 2.254 (+ 83% rispetto al 2015), posizionando la Basilicata come prima regione per incremento sia di ettari che di operatori. Trend che aumenta del 32,22% al 2018.
Giovani. Nel 2017, in Basilicata l’incidenza del numero delle imprese agricole “giovanili” (<35 anni) rispetto al numero totale delle imprese del settore agricoltura, silvicoltura e pesca si attesta al 10,6%, con una variazione rispetto al 2016 di 12,9 punti percentuali. La media italiana è del 7,3%.
Prodotti di qualità. La Basilicata ha oggi 17 prodotti a marchio riconosciuti (su 296 italiani): sono 10 DOP e 7 Igp a cui potrebbe a breve aggiungersi l’Igp dell’Olio lucano, dopo la Lucania di Picerno e la Lenticchia di Altamura (con ben 9 comuni coinvolti in territorio lucano). Nel 2016 il fatturato dei prodotti a marchio si attesta a 1,3 Milioni di euro.
Donne.L’imprenditoria femminile lucana in agricoltura rappresenta il 35,4% del totale delle imprese agricole, percentuale stabile negli ultimi anni, superiore al dato nazionale pari esattamente al 28,7%. La Basilicata è tra le regioni con incidenza più alta.
SAU.La SAU regionale, al 2013, si attesta a 495.448 ha (4% della SAU Italia), con una media aziendale di 10,6 ha. Emerge un decremento al 2018 del 0,67%.
Stato di attuazione del Psr Basilicata a Dicembre 2018
Nello scorso mese di novembre il PSR Basilicata ha conseguito l’obiettivo di spesa previsto per l’anno 2018, con due mesi di anticipo, avendo speso una cifra superiore ai 120 milioni di euro rispetto alla dotazione complessiva di poco più di 671 milioni di euro, per finanziare circa 24.000 domande. Con gli ultimi decreti, la spesa sale a 133.872.265 euro, corrispondente al 20,1 per cento della dotazione finanziaria.
Gli investimenti per le imprese agricole con approccio individuale o di filiera o di area, vedono una dotazione complessiva di 59,5 milioni di euro. L’impegno complessivo per il primo insediamento di giovani in agricoltura è pari a 34 milioni di euro, con una spesa di circa 12,3 milioni di euro, ad oggi, e 393 nuove imprese a cui se ne aggiungeranno a breve altre 150.
Gli investimenti per le imprese agroalimentari, vedono un impegno per 38,2 milioni di euro: sono attualmente in istruttoria 76 domande per la modalità filiera e 43 per quella ordinaria.
Per il sostegno alla nuova adesione a regimi di qualità sono stati impegnati 1,6 milioni di euro e sono pervenute 646 domande.
Per la misura a sostegno dell’informazione e promozione sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, con una dotazione pubblica pari a 3,7 milioni di euro sono state ammesse a finanziamento tutte le 18 istanze presentate, con il coinvolgimento di diversi concorsi di tutela e di tutte e quattro le DOC del vino di Basilicata.
Sono 125 le istanze finanziate, per circa 24,7 milioni di euro, relativamente alle infrastrutture necessarie all’accesso ai terreni agricoli e forestali.
Sono pervenute 3 domande di sostegno per la costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori da finanziare fino a 1,6 milioni di euro.
La dotazione di 3,5 milioni di euro finanzierà le azioni immateriali di gestione, coordinamento e promozione, funzionali a tutta la filiera agroalimentare, nell’ottica di supportare gli investimenti materiali per 23,5 milioni di euro a valere sulla 4.1 e per 28,2 milioni di euro a valere sulla 4.2.
Ammonta a 2,8 milioni di euro il finanziamento per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura e sono 11 i progetti ammessi.
Ammonta a 3,5 milioni di euro il sostegno a progetti pilota per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie. Si possono presentare le domande entro la fine di dicembre 2018.
Ammontano a 6 milioni di euro le risorse per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali. Sono pervenute 141 istanze, attualmente in fase di istruttoria.
Il bando per investimenti non produttivi per la conservazione della biodiversità ha una dotazione finanziaria pari a 668.000 euro ed è attualmente in corso.
Per l’agricoltura integrata sono stati attivati due bandi relativi alle annualità 2017 e 2018, con una dotazione finanziaria pari a 4 milioni di euro.
Gli allevatori custodi, annualità 2016, vedono una dotazione finanziaria complessiva pari a 1,5 milioni di euro. Sono 113 domande di sostegno presentate per un importo richiesto pari a euro 271.000 euro.
Due gli avvisi emessi per l’introduzione dell’agricoltura conservativa (2017 e 2018), per complessivi 10 milioni di euro, per un periodo di cinque anni.
Per la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse genetiche in agricoltura, impegnati 2,2 milioni di euro a valere su 11 progetti presentati.
Per l’agricoltura biologica, tre gli avvisi (2016-2018) e una dotazione finanziaria di 35,6 milioni di euro: sono 3.517 le domande presentate con una richiesta pari a quasi 25 milioni di euro e pagamenti registrati, ad oggi, per 12,5 milioni di euro.
Il mantenimento dell’agricoltura biologica (tre avvisi 2016-2018), ha una dotazione finanziaria di 49 milioni di euro: sono 3.105 le domande presentate con una richiesta pari a 30,2 milioni di euro e pagamenti registrati, ad oggi, per 18,3 milioni di euro.
Per l’indennità compensativa, attivata nel 2017 con risorse pari a 16,8 milioni di euro sono 23.459 le domande di sostegno presentate, i pagamenti registrati sono circa 7,8 milioni di euro.
Ai servizi per comuni o associazioni di comuni destinati 8,5 milioni di euro: sono 67 le domande ammesse a finanziamento e pagamenti finora registrati pari a 1,1 milioni di euro.
Per le infrastrutture turistiche la dotazione finanziaria è pari a 4 milioni di euro, 44 le istanze ammesse a finanziamento, per un contributo richiesto di 5,9 Meuro.