Sono tornati a riunirsi gli ex lavoratori dell’indotto “Tempa Rossa” che nei giorni scorsi hanno proclamato lo stato di agitazione ed ai quali, nella giornata del 2 gennaio, si sono aggiunte anche maestranze ancora attive nell’indotto.
Presenti all’assemblea anche il Comitato “La Voce di Corleto” in persona del Presidente, Rocco Toce e della Vice Presidente, Valeria Carmela Giorgio ed il Comitato per l’occupazione e la salvaguardia dell’ambiente di Corleto Perticara, intervenuto per mezzo del proprio Presidente sig. Magaldi Rocco, oltre che iscritti dei due comitati e cittadini comuni.
All’ordine del giorno della discussione sono state poste le eventuali azioni da porre in essere per ottenere maggiori garanzie sul futuro lavorativo e sulla tutela dell’ambiente e del territorio.
Infatti, non è bastato a rasserenare gli animi il comunicato stampa diramato da Total sempre nella giornata del 3 gennaio, il cui contenuto non è stato ritenuto idoneo dai lavoratori alla risoluzione della vertenza, suscitando al contempo le perplessità degli altri partecipanti in merito all’asserito prossimo rilascio da parte della Regione Basilicata delle autorizzazioni necessarie per avviare la produzione del Centro Oli “Tempa Rossa”.
Primo aspetto discusso è stato lo stato di agitazione proclamato dai lavoratori i quali hanno espresso disappunto per l’omissione da parte di Total nel testo del comunicato stampa diramato rispetto a punti ritenuti fondamentali contenuti negli accordi regionali siglati lo scorso 05 e 20 novembre 2018 tra cui, in primis, l’impegno ad assumere con priorità le maestranze locali dismesse nelle lavorazioni residue di completamento del Centro Oli.
Infatti, sembrerebbe che ad oggi i lavoratori fuoriusciti vengano sostituiti dalle società subappaltatrici operanti nell’indotto con personale proveniente da altre zone, addirittura anche da aree extraregionali.
Ad alimentare la sfiducia rispetto all’operato politico e sindacale da parte dei lavoratori concorrono indubbiamente anche le mancanze di garanzie e tutela rispetto le modalità con cui è stata gestita la questione concernete l’erogazione dell’ammortizzatore di sostegno al reddito, pari ad € 2.400,00 inizialmente prevista a beneficio di ciascun lavoratore licenziato al 31.10.2018.
La corresponsione di tale emolumento economico, infatti, ha subito un arresto agli inizi di dicembre a seguito della richiesta delle organizzazioni sindacali partecipanti al tavolo istituzionale regionale di elargirla anche a coloro dismessi a far data dal 01.05.2018. Tant’è vero che l’Assessore Cifarelli ha inviato alle Società interessate, Total e Tecnimont, una nota, da queste resa nota ai lavoratori, con cui espressamente chiede alla multinazionale francese che: “… assuma una decisione riguardo alla richiesta delle OO.SS. di allargare la platea dei lavoratori aventi diritto aal beneficio di 2.400,00 €, il tavolo del 5/12 u.s. ha chiesto che venga sospesala distribuzione della modulistica già predisposta…”; orbene, com’è possibile che Total prometta l’erogazione di questo benefit economico allorquando non ha ancora sciolto la riserva circa gli aventi diritto a tale prestazione? Come mai, inoltre, nonostante la sospensione della modulistica necessaria per richiedere la somma soltanto alcuni dei numerosi lavoratori hanno ad oggi ricevuto quanto promesso sebbene l’impegno iniziale fosse quello di erogare le somme prima di Natale a tutti coloro licenziati al 31.10.2018? Questa circostanza, secondo i partecipanti, rende ulteriormente evidente il fallimento del tavolo delle trattative ad oggi intrattenuto in sede regionale atteso come a fronte degli sforzi profusi questo non è riuscito a far sì che gli impegni assunti venissero rispettati nei termini e nelle modalità pattuite.
Non è sfuggito infine ad alcuni dei presenti il passo del comunicato in cui Total dichiara di aver ricevuto dalla Regione rassicurazioni in merito alla prossima prova di esercizio, particolare che preoccupa non solo i Comitati ed i cittadini intervenuti ma gli stessi lavoratori i quali temono che la loro “battaglia” possa essere strumentalizzata dal colosso francese per esercitare pressioni sulle Istituzioni.
A tal fine ed in merito tutti concordemente hanno osservato come sia fondamentale in questo particolare momento storico affermare come il diritto al lavoro non è negoziabile con la tutela dell’ambiente e del territorio pertanto risulta indispensabile ai fini della bonaria risoluzione della vertenza che Total e la Regione Basilicata informino le popolazioni interessate nel modo più preciso e dettagliato rispetto alla sussistenza dell’osservanza di tutte le prescrizioni normativamente imposte.
All’esito della riunione tutti i partecipanti hanno deciso di investire il Prefetto di Potenza della vertenza richiedendo che:
1) stante il fallimento del tavolo regionale venga istituito un altro tavolo delle trattative presso la Prefettura, istituzione governativa ritenuta neutrale politicamente e di conseguenza maggiormente garante dei diritti delle comunità;
2) che il tavolo istituzionale venga allargato anche ai Comitati cittadini operanti sul territorio ed a difesa del territorio interessato e che sia sede di discussione non solo delle problematiche occupazionali ma anche di quelle ambientali ed in generale di tutte quelle tematiche oggetto della Magna Carta;
3) che in ogni accordo siglato da oggi in poi siano contemplate delle scadenze da rispettare perentoriamente a tutela ed a garanzia dei lavoratori e delle comunità.