Il materano Pierluigi Diso in una nota evidenzia lo stallo politico nazionale e regionale: “Il numero 6 è apparso già 3 volte: 6 mesi dalla nascita del Governo Conte, 6 mesi da quando Pittella è fermo per la legge Severino e 6 mesi di ritardo per le nuove consultazioni regionali”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Riceviamo e pubblichiamo la nota ricevuta in redazione.
Il 6 è un numero che è comparso già tre volte. Il Governo Conte è nato 6 mesi fa, il 1º giugno 2018, a seguito del contratto di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega, dalle nozze tra due forze avversarie durante la tornata elettorale. Dopo 6 mesi di attività è possibile raccontare quanto è stato fatto, analizzando l’attività del Governo a Palazzo Chigi e nel Parlamento. Si nota subito che l’azione di governo in questi 6 mesi è stata timida ed ha coinvolto poco il Parlamento.Le poche proposte politiche sono state deliberate dal consiglio dei ministri ed hanno avuto una genesi particolarmente lenta e poco trasparente. Una volta giunti all’attenzione di Camera e Senato i decreti legge hanno intasato l’aula. Poca la produzione legislativa del Parlamento e in questi 6 mesi, escludendo i decreti del governo, sono stati discussi e votati provvedimenti dal minimo impatto politico. Conte ha paventato un rimpasto di governo, Salvini sarà costretto a gestire la sicurezza, gli immigrati e la quota 100 e Di Maio si giocherà tutto sul reddito di cittadinanza e quello ambientale, perchè il ministro Costa continua a rilasciare permessi alle lobby petrolifere e l’emendamento nel decreto Genova permette di smaltire in agricoltura fanghi contaminati da idrocarburi, diossine, selenio. Nel frattempo il Movimento 5S espelle De Bonis e Falco, nonostante i numeri risicati al Senato.Il PD attende il congresso che deciderà la guida tra Martina, Zingaretti e Calenda, senza avere un progetto politico. Forza Italia è stata confinata dalla Lega in una fase di marginalità politica. Gli altri sono oggi tutti sotto la soglia del 5%. A livello regionale il PD prende posizioni a favore del Presidente della Regione e il numero 6 torna alla ribalta: l’attività di quest’ultimo è ferma da sei mesi (6 luglio) per l’indagine della magistratura ela legge Severino. Ma in Basilicata c’èchi non sta facendo rimpiangere nulla, d’altronde c’è il presidente facente funzioni da 6 mesi che, su suggerimento del professor Staiano, ha spostato le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale al 26 maggio, cioè dopo 6 mesi dalla normale scadenza della legislatura regionale novembre 2018)! Il 6 ritorna sempre a livello locale e nazionale, in attesa del 26 maggio 2019. Sino ad allora gli uomini liberi e forti hanno il tempo per rafforzarsi, recuperando i valori laici e cattolici, per cogliere i segnali che arrivano dai molti che non sono né con Salvini né con Di Maio. La politica non cerca più volti nuovi, ma menti nuove, non serve il giovane perché anche uno con i capelli bianchi può essere innovatore. Ecco che risuona nelle menti l’omelia del nostro Vescovo Antonio Caiazzo: “Con molta facilità si vende fumo per consensi personali, promuovendo nuove forme di ideologie che seminano paura, fratture, contrapposizioni, discredito con linguaggi che tendono a infangare l’altro perchè visto come avversario da combattere e annientare.… si avverte il bisogno di un rinnovamento che metta al centro dei diversi schieramenti un umanesimo che significa rispetto, dialogo sincero e positivo.Gli slogan, le promesse, le incensazioni del proprio operato passato, presente o quanto si pensa di fare per il futuro, non aiutano a creare un clima distensivo per lavorare realmente per il bene comune”. Anche Papa Francesco ha ribadito che: “La responsabilità politica appartiene ad ogni cittadino, e in particolare a chi ha ricevuto il mandato di proteggere e governare…Questa missione consiste nel salvaguardare il diritto e nell’incoraggiare il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture”.Ecco l’attualità del messaggio di Luigi Sturzo che il 18/1/1919, cento anni fa, scriveva l’Appello ai liberi e forti«……che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, senza pregiudizi né preconcetti, facciamo appello perché uniti insieme propugnano nella loro interezza gli ideali di giustizia e libertà».Di qua si può partire per opporsi al populismo con un nuovo popolarismo. Sulla scia di Sturzo si potrebbero riproporre in politica i caratteri sociali ed etici della dottrina sociale della Chiesa cattolica, disegnando i caratteri di un partito centrista e moderato, pronto ad alleanze con i liberali, con un senso spiccatamente antipopulista. Così intesa la vita politica logora, ma il dovere politico va inteso come speranza per un futuro migliore e per una libertà nella vita politica, riprendendo coraggio e promuovendo in politica l’inclusione, condividendo le decisioni e non prendendole nelle stanze del parlamentare o del presidente di turno, ricostruendo un rapporto intenso e fitto con le persone e con i loro dubbi, le loro paure, le loro difficoltà, riacquistando così quella importanza storica, culturale e spirituale che ha contribuito ad edificare la democrazia nel nostro Paese.