Gennarino Macchia, segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata: “Un tagliando per il reddito minimo di inserimento”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Il programma del reddito minimo di inserimento, pur essendo stato deliberato dalla giunta regionale nel febbraio del 2015, nell’ultimo anno ha registrato una svolta decisiva. Il 2018 si è caratterizzato infatti per l’assunzione degli appartenenti alla platea dei fuoriusciti dalla mobilità in deroga da parte del consorzio unico di bonifica per lo svolgimento di 102 giornate lavorative con contratto idraulico-forestale.
Tutto questo è stato il risultato di un continuo confronto tra organizzazioni sindacali e Regione Basilicata per individuare percorsi sostenibili al fine di consentire a questo gruppo di lavoratori espulsi dal ciclo produttivo di rimanere comunque agganciati ad un progetto di reinserimento lavorativo. L’avvio di una macchina così complessa ha evidenziato una serie di criticità organizzative con conseguenti disagi per i lavoratori, ma, una volta a regime, riteniamo che tutto il processo si potrà svolgere in maniera più efficiente.
Per il 2019 riteniamo che sia necessario avviare un proficuo confronto con l’ente regionale per individuare progetti e risorse aggiuntive per aumentare il numero delle giornate lavorative. Inoltre, non è possibile rinviare l’avvio di un nuovo bando per i fuoriusciti dagli ammortizzatori sociali negli ultimi anni che preveda l’inserimento lavorativo in attività nel settore idraulico-forestale per interventi mirati alla tutela del patrimonio forestale pubblico, al contenimento del rischio idrogeologico e alla messa in sicurezza dei territorio.
Questa esperienza di ricollocazione di lavoratori marginalizzati dal mercato del lavoro è frutto di una scelta politica redistributiva forte: ricordo che le risorse per avviare il programma furono recuperate dall’abolizione della carta carburante – che era destinata a tutti cittadini lucani provvisti di patente automobilistica a prescindere dal reddito – e indirizzate verso fasce di cittadini più svantaggiati.
Altro elemento positivo da non trascurare è che tutto ciò è stato frutto di un’azione condivisa e coordinata tra Regione e organizzazioni sindacali nei confronti del ministero dello Sviluppo economico per consentire l’adozione dei provvedimenti normativi necessari affinché il tutto si realizzasse.
Non dobbiamo ignorare la seconda platea di beneficiari del programma originario: i poveri. Ad oggi essi vedono prorogata la loro permanenza nel progetto fino a marzo 2019, ma dopo che succede?
Nei diversi confronti con il dipartimento regionale competente era stata preannunciata l’ipotesi di pubblicare un nuovo bando che riguardasse tutta la platea dei poveri. Credo che verosimilmente bisognerà verificare come esso si andrà ad intersecare con il reddito di cittadinanza, i cui contenuti operativi non sono ancora del tutto definiti, e come saranno integrate le politiche di inclusione sociale che gli enti territoriali già mettono in campo.
Già nei prossimi giorni le organizzazioni sindacali unitariamente svilupperanno una proposta sull’argomento da sottoporre a tutti coloro che si candidano alla futura guida della nostra Regione, in modo tale che anche su questo argomento (ma non solo) ognuno possa esprimere la propria opinione e formulare eventuali proposte.