Sono 34 le imprese agricole della Filiera BIO+ promossa da Agrinsieme Basilicata (Cia, Confagricoltura, Cooperative Italiane, Copagri), di cui 28 che coltivano cereali e leguminose da granella con metodo biologico, 3 che coltivano uve di varietà aglianico nella zona del Vulture, 2 coltivano il fungo Cardoncello e una sulla produzione di frutta secca con particolare riguardo alle mandorle dolci. Lo riferisce Agrinsieme sottolineando che l’aggregazione della filiera BIO+ mette insieme numeri considerevoli per un settore, il biologico, considerato sino a qualche anno fa una piccola nicchia. L’investimento del progetto supera i 10milioni di euro.
Queste imprese fanno una Produzione Lorda di oltre 63.000 quintali, di cui gran parte provienedal settore cerealicolo ma buone sono anche le produzioni delle uve, dei funghi e di frutta secca. Sono aziende professionali con una media di oltre 50 ha – azienda investiti a coltura biologica e con una produzione media di oltre 1.700 quintali cadauna.
Diversi sono gli obiettivi perseguiti dal progetto. In particolare, per i cereali e le leguminose biologiche:
– adeguamento / realizzazione di strutture di stoccaggio che possano ammassare le produzioni per classi di qualità omogenee, realizzando la pratica dello stoccaggio differenziato per classi qualitative, senza la quale è difficile per i grani biologici spuntare prezzi adeguati ed in seconda battuta creare le condizioni per poter più agevolmente soddisfare le esigenze delle industrie della trasformazione che richiedono stock omogenei per varietà, qualità e contenuto proteico;
– l’implementazione di protocolli produttivi che possano definire in anticipo i prezzi in funzione di parametri qualitativi quanto più omogenei possibili prevalentemente in termini di varietà (legate alla vocazione dei territori) e contenuto proteico.
– metodi di tracciabilità che permettano agli attori della filiera a valle della produzione e, soprattutto, ai consumatori di poter agevolmente ripercorrere la storia delle materia prime utilizzate dalla filiera BIO+;
– investimenti per l’ammodernamento delle imprese agricole, di prima e seconda trasformazione strettamente funzionali allo sviluppo della filiera;
– Introduzione, soprattutto nella aziende di produzione primaria, delle innovazioni produttive ed organizzative volte a migliorare le performance aziendale, qualità e quantità delle produzioni.
Per i funghi,
– Ammodernamento dell’azienda capofila, produttrice di pani per la coltivazione del cardoncello, che intende introdurre la coltivazione di pani con il metodo biologico al fine di conquistare una parte dei mercati del nord Europa;
– Ampliamento delle strutture serricole per la produzione del fungo cardoncello;
– Introduzione di metodi di tracciabilità che permettano agli attori della filiera a valle della produzione e, soprattutto, ai consumatori di poter agevolmente ripercorrere la storia delle materia prime utilizzate dalla filiera BIO+.
Per le uve,
– Ammodernamento tecnologico delle imprese agricole con particolare riferimento all’introduzione di mezzi e sistemi per l’agricoltura di precisione nel rispetto del metodo biologico;
– Allestimento di una cantina biologica in locale esistente al fine di dare una possibilità concreta di posizionamento sul mercato della produzione delle tre imprese viticole aderenti alla filiera;
– Introduzione di metodi di tracciabilità che permettano agli attori della filiera a valle della produzione e, soprattutto, ai consumatori di poter agevolmente ripercorrere la storia delle prime utilizzate dalla filiera BIO+.
Per le mandorle,
– Investimento importante per la realizzazione di 50 ettari di mandorleto in coltivazione biologica in area vocata;
– Realizzazione di una struttura per la lavorazione e il confezionamento delle mandorle con una capacità di circa 10.000 quintali;
– Introduzione di metodi di tracciabilità che permettano agli attori della filiera a valle della produzione e, soprattutto, ai consumatori di poter agevolmente ripercorrere la storia delle prime utilizzate dalla filiera BIO+.
L’iniziativa – sottolinea Agrinsieme – potrà determinare i seguenti impatti sul contesto socio – produttivo:
1. Riduzione dell’individualismo produttivo e comprensione dell’utilità di aggregarsi;
2. Modelli produttivo – commerciali basati anche su strumenti contrattualistici che sulla base di alcuni parametri gestiscano le dinamiche dei prezzi;
3. Miglioramento della logistica, con particolare riferimento al passaggio fra agricoltori, stoccatori, trasformatori, commercianti;
4. Condivisione di un processo di sviluppo settoriale basato su di un approccio di “area vasta”;
5. Incremento della qualità delle produzioni.
SCHEDA PROGETTO DI FILIERA BIO+
Numero imprese agricole 35
Imprese di trasformazione 2
Imprese di commercializzazione 2
GDO 1
Società di formazione 1
Società di comunicazione e promozione 3
Organismi di consulenza e di certificazione 2
Quantità di prodotto in quintali 63.244
Importo di progetto 10.036.717