Riportiamo di seguito il testo dell’interrogazione che il deputato lucano Roberto Speranza ha rivolto al Ministro della Giustizia sulla vicenda del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno”.
Al Ministro della giustizia per sapere
Premesso che il 24 settembre 2018, le quote del pacchetto di maggioranza della Edisud Spa, società editrice de La Gazzetta del Mezzogiorno, sono state sottoposte a sequestro nell’ambito di un provvedimento delle misure di prevenzione del tribunale di Catania nei confronti dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo;
il Tribunale ha nominato due amministratori giudiziari, i commercialisti Luciano Modica e Angelo Bonomo;
nonostante le previsioni di legge e l’autorizzazione del tribunale, i commissari hanno inteso affidare la gestione in loco al direttore generale, dott. Franco Capparelli, persona di fiducia dell’editore;
considerato che:
dopo gli stipendi di settembre e ottobre, pagati rispettivamente a metà mese di ottobre e novembre, sinora è stata corrisposta ai lavoratori solo una quota pari al 40% delle retribuzioni di novembre;
nonostante le sollecitazioni dei giornalisti e del personale poligrafico, attraverso le loro organizzazioni sindacali, gli amministratori giudiziari non hanno fornito alcuna risposta su un piano di rilancio e/o salvataggio della testata limitandosi a riferire un taglio del 50 per cento dei costi del lavoro al fine di “garantire la sopravvivenza” senza prospettive a medio termine;
tali affermazioni sembrano stridere con l’impossibilità – o la rinuncia – del pagamento delle spettanze dovute, tenuto conto che non si comprende come si possa richiedere una riduzione del costo del lavoro in assenza di pagamento delle spettanze del presente;
considerato altresì che
i giornalisti, attraverso una lettera aperta al Presidente della Repubblica, nonché comunicati sindacali pubblicati in occasione di diverse giornate di sciopero, hanno lamentato la totale assenza di risposte da parte dei commissari alle istanze formulate ai tavoli istituzionali (vedasi incontro in Regione Puglia il 28 dicembre) e nel corso di formali comunicazioni a mezzo mail e/o pec;
tale comportamento, da parte di chi rappresenta lo Stato, sembra stridere con le finalità di cui agli artt. 35 e ss. del Codice antimafia laddove si prescrive una serie di adempimenti, sancendone le tempistiche, agli amministratori giudiziari cui tocca l’onere di redigere una relazione sulla continuità aziendale da sottoporre al Tribunale;
tenuto conto altresì che
tale comportamento appare del tutto paradossale rispetto alle dichiarazioni rese il 25 settembre scorso in occasione della conferenza stampa alla Procura di Catania da parte del sostituto procuratore Dda: “A differenza degli imprenditori noi abbiamo dei fini sociali, l’occupazione e il valore sociale dell’impresa per noi sono importanti nelle misure di prevenzione”;
E ancora: “Partiamo da una situazione pessima, pensiamo che non sia stata più grave di come sia adesso (…). Pur tuttavia cercheremo di fare l’impossibile anche in ordine al livello occupazionale e speriamo di avere la possibilità, la professionalità, le capacità di rilanciare addirittura il gruppo imprenditoriale, nell’ambito della piena libertà di editoria e di pensiero»;
l’attività degli amministratori giudiziari è sottoposta al vaglio del giudice delegato e del Tribunale cui tocca l’onere di assumere le decisioni opportune;
tale situazione di “assordante silenzio” sta arrecando un ingiusto danno ai lavoratori cui non è fornita alcuna risposta sul loro futuro occupazionale e sulle sorti della Testata che da oltre 130 anni rappresenta una voce autorevole di Puglia e Basilicata;
ad aggravare l’angoscia dei lavoratori ci sono le ripetute notizie di una proposta formulata da un imprenditore interessato a rilevare la testata;
considerato inoltre che i giornalisti della Gazzetta hanno proclamato altri tre giorni di sciopero dal 15 al 17 gennaio denunciando l’immobilismo dei commissari giudiziari: quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per accertare che i commissari giudiziari forniscano ai lavoratori legittime informazioni sulle spettanze e sul proprio futuro lavorativo.