Altra Basilicata: “Per un Piano Energetico Lucano fucina sperimentale per la tutela dei diritti umani di quarta generazione”. Di seguitom la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Questo comunicato rappresenta una ferma opposizione agli appelli delle lobby del mercato delle energie inquinanti che nei giorni scorsi sono apparsi sui giornali nazionali.
Il progresso non può essere fermato e la crescita non può fare a meno dell’energia. Come conciliare tutto questo con un aumento del benessere e il rispetto e la tutela dell’ambiente?
Diverse sono le tecnologie sviluppate e ampiamente collaudate per la produzione di energia pulita. Affidabili e sostenibili perché attuabili con investimenti a basso costo. Democratiche perché installabili nelle case di ogni cittadino, nei palazzi di ogni ente pubblico o nelle sedi di tutte le aziende.
Altra Basilicata si propone come punto di riferimento per la stesura e l’attuazione di un Piano Energetico a Modello Invertito. Un modello cioè dove ai pochi “commercianti di energia” si sostituiscano tanti micro-produttori che attraverso un più moderno ed efficiente modello di “conto energia” traggano vantaggio per se e per l’ambiente e cedano anche energia alla rete.
La nostra Regione ha tutte le caratteristiche per poter diventare un esempio virtuoso per l’intera nazione nella micro generazione di energia elettrica, nel contenimento dell’uso di gas dal sotto suolo, nella tutela dell’ambiente e degli interessi di quanti vivono di agricoltura, turismo e territorio.
Per poter attuare il cambio paradigmatico sia del modello energetico che di quello economico Altra Basilicata propone:
1. di ridisegnare completamente il sistema di transizione energetica a partire dal ripensamento dell’uso del gettito della componente A3 delle bollette;
2. di accelerare la transizione alle energie rinnovabili raggiungendo, già entro i prossimi 10 anni, gli obiettivi degli accordi ambientali ratificati dall’Italia a livello internazionale;
3. di individuare e accogliere tutte quelle aziende che potrebbero riportare ad un modello economico basato più sulla micro produzione che non sul grande commercio di flussi energetici.
4. di individuare e accogliere le aziende della componentistica necessaria per gli impianti di micro generazione. Non siamo contro i “capitali d’investimento stranieri”, ma ci opponiamo con fermezza alla finanza acrobatica della semplice speculazione. Quella finanza dei “soli capitali” i cui detentori abitano e vivono in un qualsiasi posto del mondo e utilizzano il loro potere finanziario al solo scopo di moltiplicare la propria ricchezza a scapito di intere società e interi territori.
5. di costituire qui nella nostra Regione un osservatorio energetico “super partes” che monitori questa rapida transizione.
Altra Basilicata fa appello ai cittadini perché forti del proprio spirito critico sappiano appoggiare chi opera concretamente per il bene comune e non per pochi ed oscuri interessi privati.
Si rivolge al Governo e chiede di essere ascoltata come interlocutore competente e coerente affinché d’ora in avanti si lavori per dare concretezza agli accordi internazionali a cui il popolo italiano aderisce per il tramite dei propri rappresentanti politici.
Infine, rivolgiamo un appello proprio agli imprenditori e ai detentori di potere economico che affittano intere pagine di giornali per minacciare o intimorire: prima di tutto siate rispettosi.
Né l’Italia, né la Basilicata sono terre di conquista o di semplice sfruttamento. Noi in particolare, viviamo sui crinali e sui monti che vengono invasi da selve di devastanti pale per la produzione di “energia pulita”, ci vengono imposte trivellazioni ed estrazioni con le tecniche più distruttive che esistano.
Non siamo ingenui. L’energia nazionale è un concetto che non esiste, esistono invece gli italiani e i lucani, i cui diritti e i cui interessi vengono sistematicamente lesi da lobby e pratiche scellerate di politicanti senza alcuna visione.
Il fabbisogno energetico della nazione può essere soddisfatto ricorrendo a sistemi di produzione meno invasivi e impattanti di quelli attuali. L’efficienza e l’efficacia di quelle tecnologie è talmente chiara ed evidente da far tremare tutta la filiera della vecchia industria i cui rappresentanti stanno levando scudi e scavando trincee per difendere un sistema di produzione obsoleto e invasivo.
Però, più delle tecnologie ciò che veramente temono i “capitali finanziari”, è il cambiamento culturale che inarrestabile sta crescendo. Le idee di cui sono portatrici le nuove generazioni prendono le distanze da tutto ciò che rappresentano le attuali tecniche di produzione energetica. I giovani nelle scelte di vita sono oramai attenti a conciliare il proprio con l’interesse comune.
Arrivare a zero emissioni nel 2030, richiede l’impegno di tutti e non può prescindere da una combinazione di scelte condivise, una normativa che contenga i giusti incentivi, l’avviamento di adeguate risorse economiche. Però tutto questo deve innestarsi su un modello economico-energetico diffuso!
Infine, vogliate considerare che alzare barriere e investire tempo e danaro per resistere ad un’onda di cambiamento già in essere sono tempo ed energia persi. Sedetevi con noi e collaborate concretamente a progetti di blue economy, questo aprirà veramente le porte del futuro alle vostre aziende.
La riconversione sarà meno traumatica della chiusura.
Insistere sulla strada del fossile inquinante e dell’eolico a perdita d’occhio non è solo impopolare, è dispendioso e a lungo andare perdente.