Nel 2016 organizzò a Matera la nona edizione delle Giornate Pisane di Psichiatria e Psicofarmacologia già allora per dare risalto allaCapitale europea della cultura 2019, e al connubio cultura-scienza, Liliana Dell’Osso, che è nata a Bernalda ed ha studiato a Matera, psichiatra dell’Università di Pisa e presidente del Collegio dei professori ordinari Italiani di Psichiatria, è uno dei volticontro gli stereotipi sessisti nel mondo della scienza. La sua foto, dietro una grande maschera bianca, simbolo di tanti significati, è stata scattata dal fotografo Gerald Bruneau per la mostra “Una vita da scienziata – I volti del progetto #100esperte”, in esposizione al Centro diagnostico italiano di Milano fino al 30 giugno insieme agli altri ritratti che il fotografo francese ha dedicato a donne italiane impegnate in ambiti tecnico-scientifici, dalla chimica all’ingegneria. L’esposizione è promossa dalla Fondazione Bracco a partire da un progetto contro gli stereotipi sessisti nel mondo della scienza.Il Progetto partito con una piattaforma online con cento profili di esperte italiane (che si è poi arricchita con l’inclusione di nomi di economiste ed esperte di finanza), è proseguito con un libro e ora continua con la mostra di ritratti di alcune scienziate che si sono prestate a essere fotografate nei loro spazi di lavoro, ricerca, studio. Obiettivo: contribuire all’abbattimento degli stereotipi che ancora segnano il mondo della divulgazione scientifica, rappresentato nell’immaginario comune come prettamente maschile, e del pregiudizio diffuso secondo cui le donne sarebbero poco portare agli studi e alle professioni tecnico-scientifiche. Immortalare con il suo obiettivo queste scienziate per il famoso fotografo francese Gerald Bruneau ha significato svolgere una ricerca «tra la bellezza della vita e la bellezza inanimata degli strumenti e delle formule». Spiega l’artista: «Ho trovato grandi donne, anche quando piccole e fragili di aspetto, che hanno avuto la forza e la capacità di affermarsi e di conquistare spazi di rispetto, di responsabilità e direzione in un mondo così difficile, ancora fortemente androcentrico, diffidente, discriminante».
La psichiatra bernaldese Liliana Dell’Osso, direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Pisa, è l’unica lucana presente nella banca dati online con i profili di cento esperte nelle aree scientifiche, secondo il progetto “100 donne contro gli stereotipi aree scientifiche, e fa parte del gruppo “Top ItalianWomenScientists”. Il gruppo, promosso dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), riunisce 76 eccellenze al femminile, scienziate italiane impegnate nella ricerca biomedica, nelle scienze cliniche e nelle neuroscienze. La loro testimonianza di donne e ricercatrici è in un e-book, edito sempre da Onda.
“…Se guardo indietro, la prima immagine che ricordo di me stessa – racconta la Dell’Osso – è quella di una bambina che, con le labbra serrate e l’espressione troppo seria, tornata a casa da scuola orgogliosa di un bel voto, riusciva a fatica durante il pranzo a strappare la parola ai fratelli maggiori – che non la cedevano facilmente a uno dei più piccoli, donna per giunta. Ricevevo in cambio non soltanto l’attenzione, ma soprattutto la stima e la credibilità dei genitori. Già allora sapevo che, per essere presa sul serio, avrei dovuto impegnarmi a fondo, senza risparmiarmi.
E così, quando diciottenne decisi di intraprendere gli studi di medicina – invece di quelli di lettere, considerati più indicati per le ragazze nel Sud in quegli anni ‘70 – ottenni il permesso di studiare a Pisa, anche grazie al prezioso sostegno dei miei fratelli . Sapevo che il trasferimento, gli studi universitari, sarebbero stati per me la prova del fuoco: mi trovavo in un ambiente nuovo, pieno di possibilità, ma anche molto competitivo . Io non mi sono fatta scoraggiare, e ho combattuto tenacemente per rendere il
futuro aderente alle mie aspettative . Così facendo ho scoperto che il mondo non era, in realtà, poi tanto diverso dalla tavola della mia infanzia: la gente mi avrebbe ascoltata .
Dopo la laurea (conseguita con il massimo dei voti e la dignità di stampa), ho avuto la fortuna di avere maestri e colleghi, come il Prof. Pietro Sarteschi, il Prof. Giovanni Battista Cassano, il Prof. Luciano Conti, che
mi hanno incoraggiata e guidata, fino al conseguimento della posizione di professore ordinario: grazie al loro sostegno, ho scoperto che, al di là della competizione serrata, della fatica, delle sfide e a volte delle delusioni, si nascondevano anche grandi gioie: esperienze professionali ed umane di immenso valore.
Oggi considero la Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa la mia seconda casa . E i miei collaboratori, i miei studenti e specializzandi, i miei maestri sono i membri di una grande famiglia, con cui condivido un universo di saperi, esperienze, idee, sogni….”
Gen 18