Lo scenario straordinario di Matera sarà il terreno fertile su cui far crescere legami e connessioni. Coldiretti vuole essere parte integrante di connessioni che nascono dalla stessa parola che celebriamo. Cultura e coltura hanno la stessa radice etimologica, che significa coltivare. E’ il messaggio lanciato questa mattina dalla Coldiretti Basilicata nello stand allestito in piazza San Francesco a Matera nel giorno di apertura ufficiale dell’anno da capitale europea della cultura, alla presenza dei vertici regionali e provinciali, oltre che del vicepresidente nazionale, Gennarino Masiello. “Coltivare significa far crescere, generando cambiamenti e producendo frutti. Non qualcosa di statico, che si conserva nel tempo senza confrontarsi con l’esterno. È questo l’obiettivo di Matera 2019 – ha sottolineato Masiello- ma è anche il senso profondo del nostro lavoro. Coldiretti rappresenta un settore che non è primario solo perché è legato all’alimentazione. È primario perché è tale nella storia dell’umanità. Il grande cambiamento che abbiamo prodotto in questi ultimi venti anni è stato un nuovo rapporto con i cittadini. Abbiamo parlato ai consumatori di cibo, non solo di agricoltura. Lo abbiamo fatto con le battaglie sulla tracciabilità e con Campagna Amica. È stata la rivoluzione di un paradigma culturale. La massificazione delle produzioni intensive spinge verso un modello agricolo che azzera le differenze, che distrugge le peculiarità territoriali, che sfrutta le risorse naturali e il lavoro, che modifica il paesaggio, che utilizza grandi quantità di fitofarmaci, che appiattisce i sapori, che causa migrazioni. Questo modello ha generato scandali alimentari come la mucca pazza o il vino al metanolo. Mentre in altri Paesi del mondo le grandi multinazionali spingevano verso l’omologazione genetica, Coldiretti combatteva per salvare la biodiversità. Noi siamo quelli che hanno chiesto norme a tutela del consumatore con l’introduzione di vincoli sulla sostenibilità ambientale. La battaglia sull’etichettatura ha già prodotto risultati. Pensiamo al crollo dell’importazione di grano dal Canada, trattato con il glifosato, quando abbiamo chiesto l’indicazione di origine. Per non parlare dell’effetto positivo sul prezzo del latte. Una battaglia che prosegue con la petizione europea #eatoriginal con la quale chiediamo all’Unione Europea di rendere permanente ed esteso l’obbligo di trasparenza in etichetta. Un consumo informato e consapevole è un atto di libertà, un gesto di consapevolezza che lega l’agricoltura al territorio, esaltandone le tradizioni, la salvaguardia ambientale, il patrimonio rurale, l’architettura del paesaggio e dei borghi, contrastando allo stesso tempo il dissesto idrogeologico, l’abbandono, la desertificazione sociale. Da Matera, dal Sud, dall’Italia, dall’Europa – ha concluso Masiello – possiamo raccontare al mondo che il nostro modello è vincente e sostenibile. Il cibo è cultura”. In occasione della giornata inaugurale di Matera 2019 Coldiretti Basilicata ha partecipato all’evento provvedendo anche alla distribuzione del pranzo, della merenda e della cena ai musicisti, che hanno animato per tutta la giornata la città. Ha infatti preparato il primo pranzo da record di Matera capitale europea della cultura 2019 con oltre cinquemila piatti di “crapiata” la tipica zuppa contadina della Lucania con legumi misti, grano, peperone crusco e olio d’oliva per raccontare la tradizione della dieta mediterranea che ha garantito all’Italia i primi posti di longevità a livello mondiale. Non sono mancati anche salumi, formaggi e frutta rigorosamente “made in Basilicata” . La giornata è stata anche l’occasione per presentare ufficialmente il logo “Io sono Lucano”, il marchio ombrello che sarà protagonista della futura attività commerciale di ben 978 imprese agricole e agroalimentari lucane, che hanno aderito ai cinque progetti di filiera promossi da Coldiretti Basilicata riguardante i settori carne, latte , ortofrutta , cereali ed erbe officinali. Un progetto che “consente di valorizzare con un marchio identitario, produzioni tipiche, contrassegnate da certificazioni di qualita’ come le Dop e similari”. “Abbiamo messo insieme poco meno di mille imprenditori del settore – hanno commentato il presidente regionale, Antonio Pessolani, il direttore regionale, Aldo Mattia, e il presidente provinciale, Gianfranco Romano – tutti racchiusi sotto un marchio che proteggerà, sosterrà e promuoverà le strategie commerciali degli imprenditori agricoli e agroalimentari lucani che hanno creduto e credono in Coldiretti che da oltre venti anni , ha avviato la battaglia a sostegno e tutela del Made in Italy”. All’interno della postazione è proseguita la raccolta firme “stop cibo anonimo ” per chiedere alla Commissione di Bruxelles di agire sul fronte della trasparenza e dell’informazione al consumatore sulla provenienza di quello che mangia. Tra i promoter dell’iniziativa di Coldiretti, l’Osservatorio nazionale agromafie, voluto dall’associazione agricola per promuovere la cultura della legalità, l’azienda “Amaro Lucano” e la BCC Basilicata.
Gen 19