“Il 14esimo Rapporto Crea Sanità (il Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università di Tor Vergata) non solo conferma che il Governo “del cambiamento” non ha mantenuto le sue promesse elettorali in termini di rifinanziamento del Ssn ma che, in queste condizioni, il gap di equità di prestazioni e servizi tra il Nord e il Sud del Paese è destinato a crescere”. A sostenerlo è Antonio Flovilla, vice presidente nazionale FederAnisap. “Il divario, ancor più inaccettabile a 40 anni dall’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, come spiegano i ricercatori,arriva a coinvolgere l’aspettativa di vita, con oltre un anno di svantaggio per le Regioni del Mezzogiorno, che diventano poi 3 per l’aspettativa di vita a 65 anni. Il divario – aggiunge Flovilla – prosegue per la cronicità e la disabilità, malgrado le Regioni del Sud siano Regioni con una popolazione mediamente più giovane, per le quali (in fase di finanziamento) si presuppone un minor assorbimento di risorse. Tutto ciò non sarebbe per intero colpa dell’inefficienza dei Ssr meridionali. Nel caso delle liste di attesa, non a caso indicatore di iniquità o, peggio, di rischio per i pazienti, è sicuramente possibile fare di più e in tempi brevi con la possibilità per le Regioni, nel rispetto delle risorse assegnate alle stesse, di erogare maggiori prestazioni sanitarie e servizi aggiuntivi per ovviare alla criticità delle liste d’attesa e che queste possano essere garantite, dalle nostre strutture, in tempi e costi certi e con qualità verificabile. In proposito il “caso Basilicata” – dice Flovilla – è significativo. Non crediamo che debba essere il Tar a dare risposte alle tante questioni che riguardano la determinazione per il 2019 dei tetti di spesa per la specialistica ambulatoriale che la Regione stabilisce per le strutture accreditate al SSR. Non comprendiamo perché la Giunta, pur nelle sue funzioni di ordinaria amministrazione, non proceda alla convocazione di un tavolo tecnico con le associazioni e soprattutto eviti quello che è già accaduto per le annualità pregresse, e dovrebbe servire da lezione, quando nel mese di dicembre si sono ottemperati gli adempimenti dovuti relativi all’anno ormai finito con gravissime conseguenze sulle strutture costrette a ricorrere al Tar per far valere i propri diritti.
Siamo inoltre preoccupati perché l’importanza di continuare ad avere un SSN coeso, e con un forte meccanismo redistributivo, dimostrata non tanto dall’efficienza del sistema, quanto dalla riduzione delle sperequazioni che di fatto realizza – conclude il vice presidente di FederAnisap – non si concilia con il percorso di autonomia differenziata avviato da alcune Regioni del Nord che specie in sanità è destinato ad acuire quel gap di cui parlavo prima. L’attivazione dei lavori del Tavolo, che si sta riunendo in questi giorni, per predisporre il Patto per la Salute, è l’occasione per rilanciare la sinergia pubblico-privato e rappresenta un’opportunità e una speranza per tutti i cittadini e per gli stakeholder istituzionali della filiera della salute. Da parte di FederAnisap c’è la piena disponibilità a lavorare, sinergicamente, per raggiungere l’obiettivo comune di migliorare la qualità del Servizio Sanitario Nazionale”.
Gen 24