Nicola Pavese, Presidente dell’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale”, in una nota fa il punto sullo stato di avanzamento dei lavori per la tratta ferroviaria Ferrandina-Matera e chiede che venga finanziato il proseguimento della ferrovia per Gioia del Colle. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Non vi è giorno in cui cittadini materani non chiedano di essere aggiornati sui lavori riguardanti la ferrovia Ferrandina-Matera. E’, questo, un concreto e significativo riscontro circa l’importanza e le attese della suddetta tratta. Tale interesse infatti va via via aumentando sin dal finanziamento dell’opera (novembre 2016), così come dalla ripresa della progettazione definitiva da parte di Rete Ferroviaria Italiana di Bari e quindi dalla riapertura dei cantieri lungo la linea (luglio 2017).
L’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” da quel momento segue con costante attenzione lo stato delle cose, incoraggiata dall’impegno di alcuni parlamentari della scorsa legislatura e dagli ottimi rapporti di collaborazione stabiliti con RFI di Bari, la Regione Basilicata, il Comitato ZES, qualche sindacato e l’Associazione Potenza Nostra, segue con costante attenzione lo stato delle cose. Inoltre il nostro sodalizio informa la cittadinanza e ha indicato anche le soluzioni volte a superare definitivamente l’isolamento ferroviario di Matera: cosa possibile con la strategica tratta Salerno-Potenza-Ferrandina-Matera-Gioia del Colle-Bari. Una idea percorribile senza grandi investimenti e con vantaggi facilmente immaginabili per la Capitale Europea della Cultura 2019 e per la Basilicata. Vantaggi riguardanti il turismo proveniente dalla Campania (Cilento, Salerno e costiera amalfitana, Pompei, Napoli e le isole, Caserta) e il turismo proveniente dal Salento attraverso l’esistente e funzionale tratta Gioia del Colle – Taranto – Brindisi – Lecce. In pratica, con il completamento della Ferrandina Matera e con la sua prosecuzione per Gioia del Colle (appena 20 – 25 Km. di ferrovia da costruire e senza particolari problemi altimetrici) Matera diventerebbe uno snodo centrale nel cuore del Sud Italia. Inoltre, diventerebbe (con Potenza) “città di transito” lungo la direttrice Salerno-Bari, utile anche per valorizzare le aeree interne della nostra regione e collegare i porti turistici e commerciali delle suddette città. Quindi con evidenti vantaggi anche per le aziende delle aree industriali lucane (Tito, Val Basento, La Martella, Venusio e Jesce).
In proposito in occasione dell’apertura di Matera 2019 un segnale importante di unione e collaborazione circa le relazioni tra i due capoluoghi lucani è venuto dal sindaco Dario De Luca e da numerosi cittadini di Potenza. E lo stesso messaggio è venuto dai tanti sindaci e dalle bande lucane che hanno partecipato allo straordinario evento materano.
Di fronte a questi segnali, a queste prospettive concrete di crescita e di sviluppo (non solo nel settore turismo) di Matera, della Basilicata e anche delle regioni limitrofe non serve aver studiato al Politecnico di Torino per capire che il futuro (quello delle nostre comunità e dei territori) passa esclusivamente attraverso la presenza e l’efficienza delle Ferrovie dello Stato sia per i collegamenti con le altre aree del Sud maggiormente attrezzate sia con le grandi città italiane ed europee.
A questo punto Matera può accontentarsi (come in passato) dello “scartamento ridotto” e di relazioni ferroviarie decisamente penalizzanti e limitate a pochi comuni murgiani e alla città di Bari oltre la quale non si va? E’ come se Milano dovesse accontentarsi delle ferrovie TreNord, Bologna delle ferrovie Padane, Napoli della Circunvesuviana o (più vicino a noi) come se Bari, Taranto e Lecce si affidassero “solo” alle Sud-Est. Poiché è una ipotesi fuori da ogni logica, non capiamo perché Matera deve tenersi solo lo “scartamento ridotto”, sia pure ammodernato, ma con i limiti di sempre! Non capiamo perché si spendano tanti soldi pubblici solo per lo “scartamento ridotto” e non un euro degli enti territoriali per le Ferrovie dello Stato? Evidentemente presi da un “meditato” autolesionismo e da interessi di bottega la città, la sua provincia, l’intera regione non devono crescere, non devono attrarre visitatori anche negli anni futuri?, non si deve creare lavoro e occupazione nei vari settori produttivi. E i nostri giovani di conseguenza devono continuare emigrare, i nostri paesi si devono spopolare!
Le belle parole ci fanno fare bella figura ma non lasciano il segno se non si è lungimiranti, concreti e fuori da ogni condizionamento. E’ questo riguarda il sindaco di Matera, i sindaci dei comuni limitrofi, la politica regionale, ma anche i nostri parlamentari (che a Roma hanno cambiato la loro posizione sociale e dai quali i cittadini attendono investimenti e realizzazioni!). Ed è paradossale che al conclamato silenzio e immobilismo di costoro c’è la voce del presidente Conte che si fa sentire dicendo che “a Matera non si può arrivare solo in auto”. Concetto e riferimenti (quello della mancanza delle Ferrovie dello Stato) puntualmente ribaditi da Mattarella, dal vice premier, e dai ministri e sottosegretari in visita a Matera e che in alcune occasioni abbiamo incontrato. Ebbene, a queste personalità autorevoli e di governo chiediamo fatti concreti per Matera a partire dal finanziamento nelle prossime settimane della ferrovia per Gioia del Colle. Dinanzi a tanta disponibilità, la nostra politica, a qualsiasi livello, che fa? Su questo tema rimane inerme e vaga come sempre? Aspettiamo altri 150 anni? O forse la politica di oggi (come quella di ieri) preferisce schierarsi con quelli che a parole sostengono l’arrivo delle F.S. a Matera e nei fatti si occupano, egoisticamente, solo trasporto su gomma e strade da costruire. Cioè ignorando in maniera evidente gli interessi collettivi.
Nicola Pavese, Presidente dell’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale”