In attesa della pubblicazione del testo ufficiale, Cia-Agricoltori, l’Anp-Associazione nazionale pensionati di Cia e il Patronato Inac lanciano un messaggio di allarme sul possibile effetto di alcune misure sulle pensioni minime agricole e sulla platea dei destinatari di quota 100..
Da un’analisi del Centro studi di Anpe del Patronato Inac la questione che maggiormente preoccupa è riferita alla pensione di cittadinanza, che parrebbe escludere i pensionati agricoltori, molti dei quali percepiscono un trattamento minimo di appena 513 euro, garantendo, invece, a coloro che non hanno versato contributi, assegni di importi superiori. Chi ha lavorato una vita in agricoltura, versando i contributi regolarmente, rimarrebbe, con una pensione ben al di sotto della soglia indicata dalla Carta sociale europea ovvero 650 euro/mese, che corrispondono al 40% cento del reddito medio nazionale.
A questa penalizzazione -segnalano Cia, Anp e Inac- si sommerebbe l’impossibilità per gli agricoltori di accedere all’Ape social, ovvero andare in pensione a 63 anni di età con 36 anni di contributi, perché anche con questo Decreto l’agricoltura non verrebbe riconosciuta tra i lavori gravosi e usuranti. Mantenere le pensioni basse in agricoltura impedisce oggi il ricambio generazione e favorisce lo spopolamento delle aree interne. Non è raro che gli agricoltori anche ultra settantenni continuino l’attività in azienda per raggiungere un reddito appena dignitoso. Sono sempre più numerosi gli agricoltori lucani over 65 anni che, per sopravvivere, aiutare la famiglia e arrivare a fine mese, continuano ad occuparsi dei lavori nei campi.Una distorsione che azzera il ricambio generazionale in agricoltura. La denuncia viene dal Patronato Inac della Cia sottolineando che la media della pensione percepita da noi si attesta sui 400 euro al mese, con punte minime di assegni da 276 euro. In Basilicata ben il 78 per cento dei pensionati della regione (circa 135 mila) percepisce un’indennità che è inferiore di un terzo alla minima.
Siamo di fronte – si legge nella nota – a pensioni da fame per chi ha lavorato in agricoltura, le più basse d’Europa. Questo costringe i produttori a continuare l’attività, bloccando il turn-over nei campi. La diretta conseguenza è uno dei più bassi indici mondiali di nuovi ingressi nel settore da parte dei giovani, fermi sotto il 6%.
Questo scenario -rilanciano Cia, Anp e Inac- dimostrerebbe la validità della proposta che portiamo avanti da tempo, puntando a determinare criteri di equità tra i pensionati. La Cia propone, infatti, di istituire una pensione base per tutti, cui vada aggiunta la quota ottenuta con il calcolo dei contributi versati.
Secondo l’analisi infine l’introduzione di quota100 e di Opzione Donna fanno vedere un cambio necessario di tendenza, rispetto alla legge Fornero, anche se in mancanza di una visione organica del sistema pensionistico.
Nelle aree di campagna gli effetti della crisi sono amplificati, soprattutto per gli “over 65”, perché agli assegni pensionistici mediamente più bassi si unisce la carenza a volte strutturale dei servizi sociali -sottolinea l’Anp-Cia- aggravata dai continui tagli alla sanità e in particolare al Fondo per la non autosufficienza. La conseguenza è che oggi sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a rischio di povertà o esclusione sociale: un rapporto ancora più allarmante di quello relativo alla popolazione italiana, che tocca il 30 per cento.
Gli ultrasessantenni -evidenzia ancora l’Anp-Cia Basilicata- sono circa il 20 per cento della popolazione ed entro 15 anni raggiungeranno il 25 per cento. Attualmente oltre l´80 per cento (in pratica 8 su 10) degli anziani chiede servizi sociali, sanitari e assistenziali pronti ed efficienti.
E’ nostra intenzione – si legge nella nota – tutelare gli interessi dei pensionati e degli anziani, sollecitando le istituzioni a sviluppare interventi a livello locale e nazionale che abbiano come obiettivo quello di favorire un invecchiamento attivo e sano. Riteniamo che sia giunto il momento di cambiare rotta e di dare il giusto valore all’esperienza degli anziani, che hanno sacrificato gran parte della loro esistenza per il raggiungimento di una vita migliore.
Gen 29