La vicenda delle trivelle ha tenuto bloccato il Parlamento per alcune settimane, impedendo che il decreto semplificazioni fosse approvato nei tempi preventivati. La maggioranza ha mostrato evidenti crepe, raggiungendo in extremis un accordicchio che prova a vendere come un grande risultato, lo ha dichiarato – nel corso dell’esame del provvedimento – il capogruppo Pd in commissioni lavori pubblici, senatore Salvatore Margiotta
Purtroppo – prosegue il senatore lucano- si tratta semplicemente del solito compromesso al ribasso a cui ci ha abitutato questo governo. Un bluff clamoroso che, come nel caso della Tap e dell’Ilva, non dà seguito alle promesse fatte dai grillini in campagna elettorale. In Basilicata, il M5S ha giurato che una volta al governo avrebbe bloccato le trivellazioni e le coltivazioni di idrocarburi in Val d’Agri. Una menzogna bella e buona. Infatti, l’emendamento al decreto semplificazioni non blocca i procedimenti in atto ma solo le ricerche e le prospezioni richieste dopo l’entrata in vigore della legge, non aumenta di un euro le royalties che colpiscono i petrolieri e che vanno nelle casse degli enti locali ma solo i canoni concessori di cui i territori non beneficiano, mette a rischio la ricercia scientifica, ingegneristica e tecnologica dell’oil and gas, un settore in cui siamo all’avangiardia e compromette migliaia di posti di lavoro.
La politica energetica è un tema serio che non doveva essere affontato in un decreto omnibus così ampio con un emendamento bluff, utile solo per la campagna elettorale di una maggioranza ormai allo sbando, così conclude il senatore Salvatore Margiotta.