Nel dare la propria solidarietà agli abitanti di Pomarico e al sindaco Mancini per il disastro provocato dalla frana, Confapi Matera torna sulla grave situazione del territorio della Basilicata, preda di un dissesto idrogeologico non sufficientemente combattuto.
I cambiamenti climatici degli ultimi anni, con le inusuali precipitazioni concentrate in poco tempo, hanno aggravato i gravi fenomeni di dissesto che interessano la Basilicata. Il piano di interventi messo a punto dalla Regione nel 2014, che riguarda ben 107 comuni su 131, nonostante abbia ottenuto le risorse finanziarie necessarie, non è stato ancora attuato a causa della mancata disponibilità materiale delle stesse.
Nonostante gli sforzi del Commissario Straordinario per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione Basilicata, ad oggi pochissimi interventi sono stati appaltati, con il risultato che il territorio continua a franare e le imprese a non lavorare. Per questo motivo, per il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, è necessario e imprescindibile che il nuovo governo regionale, nella compagine che uscirà dalle urne il prossimo 24 marzo, ponga una particolare attenzione al problema, perché casi come quello di Pomarico non si abbiano a ripetere.
Finora la complessità delle procedure ha impedito di venire in possesso dei fondi necessari e di appaltare le opere di consolidamento del territorio previste, tuttavia il notevole lasso di tempo trascorso la dice lunga sui guasti che l’eccessiva burocratizzazione produce nel nostro Paese.
L’auspicio è il nuovo governo regionale riesca a sbloccare l’impasse al fine di soddisfare due esigenze fondamentali: difendere il territorio dal dissesto idrogeologico e tutelare le imprese del settore edile. In questi casi la prevenzione è basilare per evitare ulteriori disastri e per dare lavoro alle nostre maestranze.
Se la situazione dei paesi lucani è drammatica, anche alcuni insediamenti produttivi presentano situazioni di criticità. È il caso della Valbasento, dove la situazione del territorio è molto precaria e dove le piogge degli ultimi mesi hanno messo in ginocchio le aziende a causa degli allagamenti, del fango e dei detriti che scendono dalle pendici di Ferrandina, del fiume che rischia di esondare, delle strade crollate, di una situazione idrogeologica di estrema precarietà in cui occorre intervenire subito per prevenire la tragedia.
Nel III Atto Integrativo dell’Accordo di Programma 2010, firmato il 5 dicembre 2016, sono previsti oltre 110 milioni di euro per contrastare il dissesto idrogeologico in Basilicata. 61 Interventi che avrebbero dovuto essere appaltati già da tempo, più altri 16 interventi di mitigazione del rischio idrogeologico a seguire, fino al completamento del programma. Una grande opportunità di lavoro per le imprese lucane e un’imperdibile occasione per consolidare parte del nostro territorio.
Recentemente il segretario generale della Filca Cisl Basilicata ha contestato i ritardi nell’avvio delle opere già finanziate, riprendendo una denuncia che sia il Sindacato che Confapi Matera ripetono da anni e stigmatizzando un evidente paradosso cui purtroppo siamo abituati.