Gennaro Ungolo, Presidente Associazione Palazzo Arte Cultura: “Ente morale “D’Errico” vs Ministero dei Beni Culturali: fine della luna di miele”. Di seguito la nota integrale.
Il 2019 ci offrirà tante positive emozioni sulla spinta della Basilicata capitale della cultura europea.
Intanto registriamo alcune novità riguardo al secolare rapporto conflittuale tra il Ministero dei Beni Culturali e l’Ente Morale “Biblioteca e Pinacoteca Camillo d’Errico” nella gestione e valorizzazione delle collezioni artistiche di proprietà dell’Ente Morale. Infatti proprio durante la serata di gala alla presenza delle autorità e rappresentanze istituzionali (ambasciatori, ministri, …) organizzata a palazzo Lanfranchi,alla vigilia della inaugurazione ufficiale dell’anno Matera-Basilicata 2019, si è consumato lo “strappo” inatteso.
La denuncia, a mezzo stampa, che l’Ente Morale rivolge alla direttrice del Polo Museale di Basilicata dottoressa Marta Ragozzino, riguarda il “disinvolto” uso delle sale che ospitano i preziosi dipinti destinati a mera coreografia di una elegante cena tra candelieri, baccalà e peperoni cruschi a cui l’Ente Morale non sarebbe stato invitato e di cui si chiedono formali chiarimenti ipotizzando il mancato rispetto delle norme per la tutela del patrimonio artistico.
Questo è risuonato come un “fulmine a ciel sereno” che ci ha sorpresi tutti poiché da tempo abituati a messaggi subliminali e rasserenanti profusi durante le manifestazioni ufficiali nelle quali le parti si autocompiacevano della magnifica sincronia di vedute circa la valorizzazione dei beni artistici e bibliografici che furono donati alla comunità palazzese.
Qualcosa ha iniziato a scricchiolare già da settembre 2018 quando il consiglio comunale di Palazzo San Gervasio, interrompendo la decennale presenza, non conferma Mario Romanelli a membro del consiglio di amministrazione dell’Ente Morale eleggendo al suo posto Domenico Orlando.
Ma la direttrice Ragozzino e il Ministero non si aspettavano che l’Ente Morale presentasse ricorso per Cassazione alla sentenza della Corte d’Appello di Potenza n. 456 del luglio 2017. I patti probabilmente non erano quelli e il silenzio creato intorno all’evento fa pensare a “formule” predisposte da abili professionisti per poter “salvare la faccia” nei confronti della cittadinanza palazzese che non si rassegna al fatto che tante opere sono tenute negli scantinati a fronte del vuoto esporto sulle pareti del museo cittadino. Tutti ci aspettavamo nel 2019 una degna e definitiva risoluzione della vicenda ma, ad ottobre 2018 l’Ente Morale, forte della qualità di unico proprietario, presenta in extremis il ricorso alla ingiusta sentenza. Non è dato sapere i termini del ricorso; quale avvocato è stato incaricato di seguire la controversia e quali le argomentazioni che il Ministero ha voluto, in difesa, sottoporre alla Corte. La stessa Corte che recentemente ha respinto il ricorso del Getty Museum restituendo l’atleta di Lisippo all’Italia dopo una lunga contesa giudiziaria.
In questo clima il gruppo consiliare di opposizione “Il Giglio” ha chiesto ed ottenuto la convocazione straordinaria del consiglio comunale della Città di Palazzo San Gervasio per definire le iniziative da intraprendere per sensibilizzare gli attori a definire un concreto programma di valorizzazione del patrimonio artistico-biblio-monumentale che impegni le istituzioni al restauro della parte restante del
palazzo d’Errico, al completamento del restauro del castello federiciano di San Gervasio e alla esposizione e valorizzazione in loco delle collezioni artistiche dell’Ente Morale d’Errico. Potrebbe essere anche l’occasione per valutare i rapporti in essere con il museo di palazzo Lanfranchi e suggerire azioni di indirizzo per le prossime iniziative dell’ente in una possibile azione di rivalsa sugli incassi dovuti alla vendita dei biglietti d’ingresso che i numerosi visitatori pagano per vedere le opere della d’Errico e che finora sono stati introitati dal Ministero.
A questo punto anche la presenza della direttrice Ragozzino in seno al consiglio di amministrazione dell’Ente Morale potrebbe non essere più scontata anche perché in evidente posizione di incompatibilità data la controversia in corso. E’ evidente, infatti che non si può partecipare all’interno di un organo rappresentativo e decisionale di un ente col quale ti sei reso promotore di una controversia giudiziaria su aspetti fondamentali che riguardano la sua esistenza. D’altronde la sua presenza in seno all’Ente non è stata molto utilepoiché non ha portato grande lustro alla comunità palazzese poco adeguatamente considerata nel corso della programmazione di manifestazioni che il polo museale regionale e lo stesso Ministero hanno organizzato sul territorio. Fuori dalle “buone parole” la presenza della direttrice a Palazzo San Gervasio non ha portato alcun risultato e anche il mancato rilievo del castello federiciano di San Gervasio all’interno della mostra “I Castelli di Puglia e Basilicata – L’Anima del Gotico Mediterraneo” la dice lunga sulle vicinanza alla comunità locale e alle sue potenzialità di sviluppo.
Certamente in tutto questo non vanno soggiaciute le inadeguatezze delle amministrazioni locali e dei loro rappresentanti. I palazzesi però non si rassegnano a questo modo di amministrare la cultura in cui, al pari della gestione di altri aspetti importanti che investono la regione (petrolio, eolico selvaggio, inquinamento, mala sanità, …) le forze di governo e i loro personaggi più influenti invece di proporre soluzioni coraggiose e rispettose dei valori morali e di giustizia si limitano ad attendere il parere delle aule di giustizia. Il 24 marzo ci saranno le elezioni regionali e non mancheranno le passerelle come è stato nel recente passato.
Non si escludono interventi parlamentari e segnalazioni alle istituzioni europee.
Nella foto il Castello Marchesale di Palazzo San Gervasio