“Le intese per l’autonomia federale di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna rappresentano una scelta improvvida, che altro non farebbe che aumentare il divario tra Nord e Sud, dividendo in due l’Italia e minando l’unità nazionale”. È quanto sostiene il presidente dell’Upi di Basilicata e della Provincia di Matera Piero Marrese, che prende posizione contro la decisione del Consiglio dei ministri, che può in qualche modo penalizzare anche le province lucane e tutto il territorio. “Di questo passo – sottolinea il presidente Marrese -, si finisce per accentuare le differenze che già esistono, divaricando la forbice tra Nord e Sud, e si mette definitivamente in soffitta quell’idea di solidarietà nazionale che si è fatta spazio in questi anni nel tentativo per lo più vano di ridurre o eliminare le differenze esistenti tra le diverse parti d’Italia e rilanciare l’economia del Mezzogiorno”.
Sarebbe opportuna, invece, una riforma delle autonomie, incentrata in un’ottica di solidarietà tra regioni, ma mirata al tempo stesso ad esaltare le prerogative e le peculiarità di ogni singola regione, sfruttandole autonomamente nel migliore dei modi. “La Basilicata, vantando risorse naturali come petrolio, gas e acqua, avrebbe tutte le carte in regola per richiedere l’autonomia – precisa Marrese –. Ma proprio al fine di beneficiare delle importanti potenzialità e rafforzare i territori e le risorse, nonché di far valere una maggiore autonomia rispetto allo stato centrale, una mirata riforma sulle autonomie costituirebbe la ricetta, attestata dai principali esperti europei, per riproporre sviluppo e investimenti e ridare fiato all’intera economia nazionale. Siamo consapevoli, sia chiaro, che anche le regioni meridionali devono fare fino in fondo la propria parte, coscienti del momento difficile che l’Italia e l’Europa intera attraversano e con il massimo del senso di responsabilità, ma è altrettanto importante che il Mezzogiorno abbia ciò che gli spetta, ovvero maggiori poteri nella gestione delle risorse”.
Feb 15