Il Popolo della Famiglia ha predisposto il so programma elettorale in vista delle prossime elezioni regionali in Basilicata. Di seguito il documento integrale.
1) Incremento della natalità:
Spopolamento e denatalità rappresentano la prima causa di impoverimento del territorio lucano, ancor prima del lavoro. Far discendere dalla mancanza di lavoro una desertificazione ormai endemica della Basilicata rappresenta un errore di visione e di prospettiva. Tutti si affrettano a proporre ricette, a prospettare soluzioni, a disegnare futuri che puntualmente vengono sconfessati da scenari che l’Istat impietosamente fotografa, attestandone una progressiva catastroficità. A Potenza l’anno scorso sono nate 418 persone e ne sono morte 646. Il numero medio di figli per donna in Italia è 1,32, in Basilicata è di 1,16, dovrebbe essere più di 2 solo per mantenere la popolazione esistente. Nei prossimi tre decenni i lucani residenti in regione diminuiranno di una cifra prossima a un terzo, scendendo addirittura sotto la soglia dei 400.000 residenti, Aire inclusi. E’ persino ovvio che la mancanza di lavoro possa essere indicata come principale causa di tale fenomeno. Di contro si ritiene che la mancanza di persone generi mancanza di lavoro: meno nascite, meno posti di lavoro negli ambiti che riguardano neonati e bambini, meno cattedre, meno scuole, meno personale scolastico, minor richiesta di abitazioni, minor richiesta di prodotti industriali e così via. Primo provvedimento da porre in essere per il nuovo governo regionale sostegno alla natalità, stanziamento di fondi per le mamme che decidono di dedicarsi in via esclusiva ai figli per i primi 8 anni di vita, alle aziende che assumono donne, alle quali viene garantita una copertura finanziaria per il periodo di assenza della lavoratrice ‘giovane mamma’.
2) Sostegno alla famiglia:
Quanti decidono di vivere nella propria terra d’origine è doveroso vengano sostenuti e supportati, sia realizzando forme di welfare concreto, sia istituendo nuove tipologie di strumenti atti a riportare la famiglia al centro delle politiche regionali. Dai bonus per il pagamento delle tasse locali a provvedimenti che individuino nell’Isee uno strumento in grado di agevolare progressivamente i cittadini al crescere del numero dei componenti del nucleo familiare, devono trovare rapida e concreta realizzazione, mutuando quanto già realizzato in altre realtà locali, ferma restando in capo al Governo centrale la competenza in materia di defiscalizzazione.
3) Tutela della vita fragile:
In una regione che invecchia, si spopola, perde progressivamente la presenza di giovani, soprattutto con un grado di istruzione medio-alto, si registra un aumento del numero di persone che necessitano di assistenza di vario genere, da quella medica a quella psicologica, da quella economica a quella umana. A livello nazionale e, ancor di più a livello locale, la persona con disabilità è prima di tutto un problema da gestire, se possibile evitare, ancor meglio ignorare. Gli interventi spot, una tantum, ‘un tanto al chilo’ sono all’ordine del giorno, nel senso letterale del termine, essendo frutto di una programmazione scarsa, quando non del tutto assente, figlia di uno stanziamento di risorse scarso, sempre più risicato e individuato come vero e proprio bancomat, con uno svuotamento progressivo laddove vengano individuate altre necessità che, guarda caso, acquisiscono una priorità che annulla quella relativa alle persone con disabilità, laddove queste l’avessero mai rivestita. In parole povere in sede di bilancio preventivo c’è un gran parlare di sostegno a queste persone, sostegno che progressivamente scompare in sede di assestamenti e bilanci consuntivi. Anche qui la prospettiva va invertita e gli interventi, programmati e decisi di concerto con chi quotidianamente vive la disabilità di un figlio, un genitore o un anziano, devono prevedere una ‘stabilità’ dei medesimi, evitando quel triste, ancor più triste visto l’argomento trattato, mercimonio di piccoli ‘aiuti’ da concedere a chi viene costretto a richiederli da una situazione che invece risulta essere permanente.
4) L’impresa familiare tesoro da sostenere
Il territorio lucano, orograficamente articolato, scarsamente antropizzato, con una distribuzione della popolazione soggetta a continue modifiche e ‘assestamenti’, imputabili sia al mutare di condizioni economiche e di sviluppo sia a processi di dissesto idrogeologico che comportano, anche storicamente, l’abbandono di determinati siti e la conurbazione di altri, necessita di un approccio sistematico rispetto al tema dell’imprenditorialità. Si tratta infatti di un differente approccio rispetto a un passato che ha visto i diversi livelli istituzionali interfacciarsi per programmare un’industrializzazione di aree della Basilicata, secondo processi che hanno mostrato, nel migliore dei casi, notevoli limiti, dando vita a zone industriali sistematicamente abbandonate, lasciate in diverse occasioni a una lenta agonia, tra degrado dei consorzi individuati per gestirle, ammaloramento degli stabilimenti, strutture e macchinari, usati solo per drenare finanziamenti a favore di operatori evidentemente più amici di altri, o solo più pronti a cogliere occasioni che arricchivano le tasche di pochi e lasciavano intere comunità con sogni, trasformatisi nel frattempo in incubi. Una popolazione così scarsa su un territorio così ampio riteniamo necessiti di ben altre risposte, a cominciare dal prevedere misure che possano nel concreto sostenere quanti, piccoli artigiani, piccoli e medi imprenditori, realtà produttive singole o associate che individuano nella famiglia e nelle famiglie interessate i principali referenti d’impresa, realizzano tutta una serie di percorsi produttivi che, da sempre hanno caratterizzato il territorio lucano. Aziende casearie, piccoli allevatori, produttori di vino e olio, artigianato di prodotti locali, meglio se professioni che tendono a scomparire e che invece devono essere sostenute, ad esempio favorendo percorsi condivisi con il mondo dell’istruzione. Ancora interventi che favoriscano fiscalmente e logisticamente quanti intendono investire anche solo le proprie capacità per far rinascere borghi antichi e siti che tendono a essere abbandonati definitivamente.
5) Istituzioni civili e religiose impegnate insieme per il turismo
Le bellezze naturali di una terra in grado di esprimere ogni tipo di ambiente, da quello montano, collinare e di pianura, ai pascoli, le zone coltivabili, le aree marine, in un caleidoscopio che è indispensabile far conoscere e apprezzare tanto dentro quanto fuori i confini regionali. Le opportunità offerte da Matera capitale europea della cultura per il 2019 e Potenza che nel 2019 celebrerà l’anno gerardiano, a nove secoli dalla nascita al Cielo del suo Santo patrono, San Gerardo, devono essere lette come un percorso che inizia e che sia capace di individuare, ad esempio nel turismo religioso, quello dei santuari, dei pellegrinaggi, con percorsi dedicati e in parte già esistenti, degli incontri di preghiera nazionali, un’occasione triplice: il recupero della centralità del sentimento religioso, la valorizzazione di un numero notevole di siti presenti nelle nostre realtà, l’attivazione di processi economici in grado di favorire una sorta di accoglienza diffusa del pellegrino, ad esempio in piccole strutture a conduzione familiare, sul modello di quanto accade in altre realtà internazionali, per esempio quelle presenti lungo il cammino di Santiago di Compostela. Tutto questo risulta attuabile solo attraverso una politica che possa tenere insieme le Istituzioni civili e religiose, in modo che non solo collaborino in maniera sinergica e continua, ma al fine di avanzare proposte condivise nelle quali gli adempimenti burocratici, pur necessari, non comportino difficoltà, ma siano risolte nel più breve tempo possibile.
6) Scuola, ricerca e sanità a servizio della persona
Percorsi di studio che, anche tenendo presenti le esperienze già in essere che riguardano i rapporti studio-lavoro, prevedano interazioni continue e immediate, biunivoche tra mondo della formazione scolastica, a tutti i livelli, e realtà produttive. La produzione, frutto di sviluppo e ricerca, deve trovare nelle Istituzioni scolastiche e formative, interlocutori attenti e propositivi in grado di attivare una scambio in ingresso e in uscita in grado di creare percorsi condivisi che si stimolino e sostengano vicendevolmente. Puntare sulla ricerca, a cominciare da quella universitaria, rivedendo completamente il piano dell’offerta formativa, a cominciare dalle mutate esigenze di una regione notevolmente cambiata negli ultimi decenni. Sostegno alla formazione degli istituti paritari, riconoscendo alle scuole cattoliche l’enorme lavoro portato avanti, spesso supplendo alle carenze che le strutture pubbliche hanno manifestato. Razionalizzazione della spesa ospedaliera e farmacologica, separando le scelte manageriali dalla politica, riconoscendo ampia autonomia nella gestione delle Asl e dei nosocomi, operando affinché sia regola inderogabile la trasparenza nella selezione del personale, nella stipula dei contratti, nella gestione della spesa. Favorire attraverso investimenti mirati la ricerca, a cominciare dalle eccellenze già presenti sul territorio in ambito medico e universitario, programmando interventi commisurati alle reali possibilità, in termini numerici e di capacità economica, in grado di rendere la Basilicata un piccolo laboratorio di eccellenze, per sperimentare e realizzare modelli che facciano da riferimento nel panorama nazionale e internazionale. Utilizzare le dimensioni ridotte per realizzare grandi progetti che mettano al primo posto le capacità e utilizzino le risorse necessarie, evitando sprechi e il perseguimento di finalità irrealizzabili.
7) Infrastrutture, Amministrazioni e prospettive
Una regione, un territorio, una popolazione che vuole guardare al futuro, non può farlo se le infrastrutture risultano, ancora oggi, una barriera insormontabile. La ferrovia di Matera che continua a rimanere sulla carta, autostrade e strade che, tranne in alcune tratte, risultano ampiamente inadeguate, scarsamente manutenute, causa di gravi rischi per la pubblica incolumità, così come testimoniato dall’elevata incidentalità, malgrado non siano interessate da flussi veicolari paragonabili alle altre regioni e, in ultimo, non come importanza, la mancanza di un aeroporto regionale, concorrono a un gap che è di tutta evidenza in ogni settore, da quello della mobilità a quello delle concorrenzialità dei nostri prodotti, a quello della capacità di interagire con le altre realtà. Si pone dunque l’esigenza/emergenza di provvedere quanto prima a reperire fondi, anche su base europea, che consentano di intervenire almeno lungo le principali direttrici, secondo una programmazione che tenga presente in primis le aree più densamente popolate, concentrando le risorse su obiettivi precisi, che consentano alla regione di fungere da effettiva cerniera tra le altre realtà meridionale del paese, facilitare i collegamenti con i principali hub e porti d’Italia, e immaginare anche la possibilità di sfruttare la presenza di corsi d’acqua come vie per trasportare popolazione e merci, dunque sia a livello commerciale sia a livello turistico. Privilegiare quelli che per la nostra regione sarebbero nuovi sistemi di trasporto, funivie, ovovie, teleferiche, trasporto collettivo con l’impegno attivo delle Amministraizoni locali, chiamate a collaborare con la regione per la definizione di programmi di mobilità condivisa e sostenibile, ecocompatibile, soprattutto mirati alla disincentivazione dell’utilizzo del mezzo privato.
8) Cura e valorizzazione del creato
Non solo lo sfruttamento dissennato degli idrocarburi, ma anche il ricorso ingiustificato all’eolico e il parziale disinteresse nei confronti di altre fonti di energia rinnovabile, biogas, fotovoltaico, solare, idroelettrico, hanno reso l’intera Lucania, una terra per ‘conquistatori’. Questa volta però nessuna medaglia d’oro, nessun brigante, nessuna insurrezione, ma un progressivo e silente imbonimento del popolo che, attraverso regalie di vario genere, operazioni calate dall’alto senza alcuna possibilità di confronto, soluzioni buone solo a favorire alcune tasche, non quelle dei cittadini che, anzi, hanno pagato e stanno pagando un prezzo altissimo per scelte che non solo hanno già palesato un’assoluta incompetenza per quanto riguarda interventi realizzati e opere che avrebbero dovuto compensare almeno in parte il nocumento subito, hanno attivato un processo esiziale nel quale può essere individuato uno dei principali motivi dello spopolamento delle nostre zone. Boschi, parchi, valli, litoranei, attraverso politiche che favoriscano il sorgere di cooperative nelle quali i giovani possano esprimere conoscenze, capacità e innovazione in ogni campo, da quello prettamente turistico, a quello culturale e sociale, per individuare nei diversi ambiti le soluzioni migliori per fare del sistema Basilicata un brand da esportare dentro e fuori i confini nazionali. Cammini naturalistici, proposte artistiche, intercettazione dell’interesse dei principali tour operator italiani e internazionali sono solo alcuni degli assi lungo i quali muoversi e far muovere il presente e soprattutto il futuro della nostra regione.
Feb 18