Con l’incontro sul tema “Splendori e miserie della cultura meridionale”, Domenico De Masi, sociologo e attento osservatore che da sempre ha indagato i movimenti profondi della società meridionale, e Mimmo Borrelli, regista, attore e drammaturgo, vincitore del premio UBU 2019, sono stati i protagonisti nel tardo pomeriggio a Casa Cava come anteprima di Materadio, la festa di Rai Radio3 che ritornerà nella città dei Sassi dal 13 al 15 settembre. L’iniziativa è stata promossa nell’ambito del programma “Future digs” della Fondazione Matera Basilicata2019 per il ciclo di incontri “Lezioni Materane”, una co-produzione di Rai Radio3 e Fondazione Matera-Basilicata 2019.
“Sono stato a Matera in diverse occasioni – ha dichiarato De Masi – la prima volta con Carlo Levi. Poi sono tornato per il film Cristo si è fermato ad Eboli di Franco Rosi e poi quando ero docente universitario a Napoli per spiegare le regioni che hanno fatto di Matera un luogo della sociologia. Oggi siamo qui per parlare di cultura nella capitale europea della cultura 2019. La cultura è quella scientifica, quella divulgativa e quella virtuale. Avevo preparato una scaletta per raccontare come si è evoluto il concetto di cultura nel corso dei secoli. Siamo passati da un’economia rurale ad un’economia industriale alla fine del settecento e dopo la seconda guerra mondiale è partita l’economia post industriale. Oggi sono qui raccontarvi tre casi di cultura scientifica che hanno interessato tre città dei sud. Il primo riguarda la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, un’istituzione scientifica ed ente di ricerca situata nella Villa Comunale. Comprende anche un acquario, il più antico d’Italia, e secondo più antico d’Europa, primo tra quelli ancora esistenti. Il centro fu fondato nel 1872 dal naturalista e zoologo tedesco Anton Dohrn, nato a Stettino (attuale Polonia) nel 1840 e laureato a Berlino in Scienze naturali, per la conoscenza e lo studio della flora e della fauna del mare, essa rappresentò ben presto una delle più autorevoli Istituzioni scientifiche cittadine, affiancando quelle realizzate in epoca borbonica: l’orto botanico a Foria e l’osservatorio astronomico di Capodimonte. In questo centro lavoravano 800 persone e 19 di queste hanno ricevuto il Premio Nobel. L’acquario fu ideato da Anton Dohrn proprio per raccogliere i fondi con cui sostenere la costruzione della stazione zoologica. Il secondo caso riguarda Palermo, che dal 1884 al 1914 fu la capitale mondiale della matematica, grazie al circolo dei matematici, un’organizzazione e associazione accademica di matematica, fondata nel 1884 da Giovanni Battista Guccia, la più antica società del genere in Italia. L’elenco dei 27 soci fondatori comprendeva, tra gli altri, il fisico Augusto Righi, i matematici Giuseppe Albeggiani, Michele Gebbia e Alfredo Capelli, gli architetti e ingegneri Giuseppe Damiani Almeyda e Rosario Alagna. Dal mese di febbraio 1888, lo statuto sociale permise l’associazione anche di membri stranieri: grazie a quella modifica statutaria, il circolo raggiunse ben presto il suo scopo, “diventando una società internazionale di altissima qualità con una prestigiosa pubblicazione matematica”. Il Circolo Matematico fu un punto di riferimento della comunità matematica internazionale in particolare nei primi anni del Novecento, ed ebbe tra i suoi soci Jules Henri Poincaré, David Hilbert, Felix Klein, Federico Enriques. Il terzo caso riguarda Matera e si registra tra la fine degli anni Quaranta e l’inizio degli Anni Cinquanta. A Matera Leonardo e Albino Sacco fondano il comitato regionale della lotta contro l’alfabetismo. Viene realizzato utilizzando nel pomeriggio le aule scolastiche per insegnare alle persone che non avevano avuto la possibilità di andare a scuola. Poi Domenico De Masi focalizza l’attenzione sul rapporto tra Adriano Olivetti e Matera per la nascita del borgo La Martella, “perchè è qui- ricorda De Masi che è nata la prima facoltà di urbanistica e di sociologia del nostro Paese. La Martella è nota per un celebre intervento urbanistico degli anni cinquanta che coinvolse Adriano Olivetti e una folta schiera di architetti e intellettuali (Federico Gorio, Michele Valori, Ludovico Quaroni, Piero Maria Lugli, Luigi Agati). Nel 1949, dopo la pubblicazione di Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi e dopo l’inizio delle lotte popolari per la terra, Matera è al centro dell’attenzione nazionale ed internazionale, come “capitale simbolo” dell’universo contadino. Per il risanamento dei rioni “Sassi”, nell’ambito di una ristrutturazione del territorio agricolo, la missione statunitense ECA progetta la fondazione di un borgo rurale. Adriano Olivetti con l’UNRRA-CASAS e l’INU forma una commissione disciplinare per lo studio della città e dell’agro di Matera, che si avvale della collaborazione urbanistica di Federico Gorio e Ludovico Quaroni. L’architetto materano Ettore Stella sarà incaricato della redazione del progetto del villaggio UNRRA CASAS per i nullatenenti, destinato ad accogliere i primi sfollati dei “Sassi”. Dopo una prima ipotesi dell’archichetto Stella interrotta dalla sua morte avvenuta nel 1951, si impose un nuovo progetto affidato all’architetto Quaroni insieme a Federico Gorio, Piero Maria Lugli, Luigi Agati e Michele Valori. Il borgo è pertanto opera di grande rilevanza della corrente Neorealista del Razionalismo italiano. Il progetto di Olivetti prevedeva una serie di borghi simili a quello di La Martella ma il progetto non andò in porto dopo l’arrivo a Matera di Alcide De Gasperi. Delle tre esperienze che riguardano città dei Sud, l’unica che non è riuscita ad affermarsi è proprio quella di Matera”.
Straordinaria la performance teatrale del napoletano Mimmo Borrelli, che ha regalato al pubblico la parte finale di una sua composizione dedicata alla sua città immaginando cosa accadrebbe nel momento in cui il Vesuvio decidesse di distruggerla.
E’ scaturito a seguire un dibattito nel quale Domenico De Masi ha sottolineato “le miserie della cultura meridionale”. Diciamo la verità, se al Sud il reddito pro capite è di 16 mila euro e al nord di 36 mila euro, siamo noi responsabili perchè non siamo organizzati. Sull’Autonomia richiesta dalle regioni del nord voglio essere chiaro. Mi è arrivata una lettera da parte di una Università del sud in cui mi chiedeva di sottoscrivere un documento contro questa richiesta della regioni del nord, perchè mi dicono, se passa questo provvedimento la nostra Università sarà penalizzata. Io non l’ho firmato perchè è già tanto che queste regioni non hanno chiesto la separazione. L’autonomia è quel meccanismo che consente a tutte le regioni in cui viene attuata di far restare sul proprio territorio le tasse che versano i propri cittadini mentre nelle altre regioni è lo stato a distribuire le risorse delle tasse pagate tra tutte le regioni, in base al numero di abitanti. In Italia ci sono già tre regioni con statuto autonomo, la Sicilia al Sud e il Trentino e la Val d’Aosta al Nord. In Sicilia le cose non vanno bene neanche con l’autonomia, quindi vuol dire che il problema è nostro. Dobbiamo dare di più e per farlo serve rinnovare una classe dirigente. Se al governo nazionale si viene eletti con 4 mila voti e chi va in Parlamento dimostra di essere un delinquente vuol dire che sono delinquenti anche le 4 mila persone che lo hanno votato. Servono persone di qualità, sia in Parlamento ma anche negli enti locali, che devono selezionare gli assessori come fa un’azienda quando cerca professionisti da assumere. Non possiamo avere un ministro degli esteri che non sa l’inglese. Se il gap tra nord e sud resta alto è anche per questo motivo. Serve una classe dirigente d’elite, servono persone come quelle del Circolo La Scaletta che hanno avuto una visione. Ecco, Matera dovrà dimostrare in questo anno da capitale europea della cultura che si può vivere di cultura. Se riuscirà ad imitare quello che è stato fatto in città come Spoleto o Salisburgo allora avrà vinto la sua sfida, altrimenti dovremo essere spietati con noi stessi e ammettere che non è stato raggiunto questo obiettivo”.
Il prossimo appuntamento con le Lezioni materane di Radio3 è il 28 marzo con Eva Cantarella.
La fotogallery dell’incontro con Domenico De Masi e Mimmo Borrelli (foto www.SassiLive.it)