Autonomia differenziata, la posizione dell’associazione culturale “Adriano Olivetti” di Matera, Di seguito la nota integrale.
’Associazione Culturale Adriano Olivetti di Matera pur sensibile al tema dell’autonomia, a cominciare da quella del singolo, centro di tutti i rapporti, non può non dissentire da quella parodia che sembra invece essere l’autonomia differenziata, ultima maschera di un vecchio, ciclico refrain post-unitario, rinvigorito da un quarantennio di narrazione leghista secondo cui il Sud vive sulle spalle del Nord, o che il Sud è il freno degli slanci imprenditoriali del Nord. E’ appena il caso di ricordare il celebre saggio di Francesco Saverio Nitti, Nord e Sud, scritto all’inizio del Novecento, dove, lo statista lucano nel ribadire il ruolo decisivo del Mezzogiorno per la nuova Italia scrive: « Per quanto sia aspra, la verità è preferibile a ogni cosa. E la verità è che l’Italia meridionale ha dato dal 1860 assai più di ogni altra parte d’ Italia in rapporto alla sua ricchezza; che paga quanto non potrebbe pagare; che lo Stato ha speso per essa, assai meno, e che vi sono alcune province in cui è assenteista per lo meno quanto i proprietari delle terre.»
D’altro canto, come non notare la singolare parabola del regionalismo. Dopo quasi un secolo di Stato accentratore, l’Assemblea costituente con un sussulto autonomistico, decretò per il decentramento regionale che venne salutato come una profonda innovazione, e come non notare anche il fatto che sin dalla istituzione delle Regioni (1970-2019) si è riacutizzata drammaticamente la differenza fra Settentrione e Meridione.
Se oggi i più moderati sostengono che la discussione su alcune materie flessibili tra Stato e Regioni, autonomia prevista dall’art. 116 della Costituzione, non implica necessariamente la frammentazione dell’unità nazionale, allora non si comprende perché c’è un fronte del Sud pronto a tutto pur di ostacolare l’autonomia differenziata di Veneto, Lombardia, Emilia e, in lista d’attesa, Piemonte.
E perché al Nord si parla di trattenere le tasse? Perché evidentemente il problema è del residuo fiscale, ossia la differenza fra tasse pagate e spese ricevute, che i territori più ricchi vorrebbero trattenere in cassa. Come è noto, già nel 2001, una sinistra smarrita e in crisi d’identità iniziò a scimmiottare il lessico leghista, federalista, confezionando, dopo il discredito che investì le Regioni per lo scandalo dei falsi rimborsi, la revisione del Titolo V, calmierato poi nel 2012 dal “centralismo renziano …”
Ma contano i fatti, come si dice, e non le formule più o meno fumose. E i fatti sono che se le richieste di maggiori poteri per una grande quantità di materie, dalla sanità, all’istruzione fino alle infrastrutture, fossero accolte, il Centro-Nord diventerebbe un altro Paese. Con cittadini che, evidentemente, avrebbero la possibilità di godere di un’assistenza, una scuola, un ambiente, dei trasporti migliori, mentre il resto della Penisola disporrebbe dei medesimi servizi, ma dequalificati. L’Associazione A. Olivetti nell’esortare le tante associazioni della città a prendere posizione sull’argomento, fa appello al Sindaco di Matera, che si è già autorevolmente espresso contro l’autonomia differenziata, ad organizzare una convention delle municipalità e delle Regioni meridionali, sfruttando il brand di Matera Capitale Europea della Cultura, per contrastare un disegno di riforma egoistica, che esporrebbe il paese a un processo disgregativo e a faide territoriali.