Donatella Pascale, già Assessore e attuale Consigliere comunale San Fele: “Io come Trerotola 5 anni fa”. Di seguito la nota integrale.
Quando ho visto le immagini e letto la notizia della candidatura del Dott. Trerotola, è stato per me come tornare al passato; come riavvolgere il nastro e rivivere le passioni, l’entusiasmo, il sogno di 5 anni fa.
Basta guardarlo il Dott. Trerotola , per cogliere nel suo sguardo e nella sua biografia i segni autentici di una persona onesta e motivata da buone intenzioni. Ma purtroppo ignaro dell’inganno che gli è stato teso.
Anche a lui sono state dette quelle parole chiave, che motivarono la mia scelta ad impegnarmi nel centro sinistra per amministrare la nostra Basilicata: onestà, impegno, meritocrazia, cambiamento, rinnovamento.
Una musica che alle sue orecchie deve aver suonato come alle mie. Più che una musica, posso dire oggi, un miraggio.
Il povero Dott. Trerotola ci è cascato; anche lui, come me, incantato da una visione di rinnovamento che chi gli ha proposto, non vuole affatto praticare.
E lui, come me, si avvia a fare la foglia di fico di un rinnovato e inesauribile feudalesimo, di cui il Partito Democratico, è la più autentica espressione della Basilicata.
Guardateli in faccia i portatori d’acqua del mulino di Trerotola, sono gli stessi che sino ad oggi hanno ingannato intere generazioni concontinue, false promesse destinate ad infrangersi sul muro invalicabile dei loro biechi interessi. Gente che ha fatto della pratica dell’inganno-che loro chiamano politica- una professione. Lo hanno fatto scientificamente per decenni e vogliono continuare a farlo all’ombra di Trerotola, il quale, si è appena guadagnato il ruolo di vestale del loro feudalesimo, con anche l’esito nefasto, di finire col fare il parafulmine delle loro nefandezze.
So cosa vuol dire, l’ho provato anche io, ogni giorno che il fiume dell’entusiasmovenivaman manoevaporando, sull’altare delle vere parole chiave di questo feudalesimo : ricatto, fedeltà, sudditanza, nepotismo, opacità, e quel familismo amorale di cui Banfield parlava ormai 70 anni fa, descrivendo una realtà mai tramontata. Anzi, ancora oggi, incarnata dai propugnatori del finto rinnovamento civico, tributato al Trerotola.
Caro Dott. Trerotola, avveditene subito, non conterai nulla, sarai solo un passa carte per interessi altrui, troppo spesso individuali o di pochi, quasi mai della Comunità lucana. Ed un giorno, sarai qui, seduto al mio posto, a scrivere la stessa lettera a chi ti succederà.
Caro Dottore, le foglie volano col vento, i feudatari lucani, al cui servizio ti sei messo, resteranno lì, in ogni tempo, uguali a se stessi.
Benvenuto, quindi, sulla scena dell’ennesima finta rivoluzione, che scaldando i cuori degli ingenui, porterà nuova linfa agli interessi di chi questa Regione ha affamato per anni.
Parole SANTE!!