Gaetano Liantonio, Presidente Associazione Zona Franca Matera, ha inviato una lettera di Ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, per sollecitare il rifinanziamento della Zona Franca Urbana a Matera. Di seguito la nota integrale.
Egregio Onorevole Luigi Di Maio, Ministro dello Sviluppo Economico,
già in occasione della sua visita a Matera del 15 luglio scorso le sollecitaiun intervento per le imprese della ZFU di Matera che solo pochi giorni prima avevano ricevuto linfa vitale grazie al finanziamento previsto dal suo Ministero.Le ricordai che all’indomani della visita effettuata alla sede della Associazione Zona Franca Matera dal ministro Claudio De Vincenti, pochi giorni prima dell’apertura delle candidature per il finanziamento, l’associazione si è mossa per tempo e i risultati sono venuti, nonostante le difficoltà burocratiche sollevate all’Amministrazione comunale su alcune procedure e i ritardi, inevitabili, che si sono poi concretizzati. A questo va aggiunta la saturazione, alla scadenza delle fatidiche ore 12,00 del 23 maggio, del sito web di Inivitalia, che non ha consentito di soddisfare le richieste degli imprenditori dell’ultima ora, tanto che in tre sono rimasti fuori perché il sito internet si è bloccato e, nonostante le comunicazioni inviate al MISE e Invitalia, alcuna risposta hanno ricevuto i tre imprenditori materani, né l’associazione di categoria che li ha sostenuti nella suddetta richiesta. L’Associazione ZFM ha già spronato la Regione Basilicatae il Governo nazionale a fare la loro parte, perché un rifinanziamento delle Zone Franche Urbane in base ad apposito decreto interministeriale MISE-MEF darebbe al territorio materano un’altra occasione importante di riconversione, rilancio e sviluppo aziendale concreto, utile a restituire speranza occupazionale, anche dopo Matera 2019.Ieri il rifinanziamento per la ZFU è stato sollecitato anche al Ministro Lezzi, ancora una volta in visita a Matera per verificare lo stato dei lavori ed in vista dell’area Zes (zona economica speciale) che interesserà al più presto anche il territorio materano.Una Zona Franca alimentata ancora per un po’ favorirebbe lo sviluppo di piccole imprese delle aree a rischio in un territorio ad alta crisi industriale e commerciale come quello materano che, dopo la crisi del mobile imbottito non si è più ripreso, tanto che anche la Ferrosud stenta a riprendersi e quasi quotidianamente sui tavoli del Ministero del Lavoro è posta la vertenza delle poche maestranze rimaste lì in attesa di nuove commesse. Insieme a ciò vanno spesi altri validi strumenti per sostenere l’occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti. Solo tre giorni fa sulla stampa locale è stato riportato il caso dell’immobile destinato alla formazione, costruito con fondi sociali europei e da anni inutilizzato. Eppure l’Unione Europea finanziando quel ambizioso progetto ha tentato di favorire la crescita di Matera e della nostra regione. Si tratta di un impegno interessante, ma la bontà del progetto, per il momento, resta solo teorica, poiché concretamente, soprattutto per quanto riguarda l’Italia, le distorsioni e gli sprechi sono all’ordine del giorno.Quell’immobile, sito proprio nella Zona Franca di Matera, è stato costruito con i fondi delFSE e quindi dovrebbe essere destinato per investimenti nel capitale umano e potrebbe essere il contenitore ideale della Zona Franca di Matera per la realizzazione di partenariati fra organizzazioni che siano in grado di raggiungere la massa critica necessaria per trovare e attuare soluzioni e sostenere attivamente la creazione di imprese,come fonti di occupazione.In quel contenitore, costruito con fondi europei, potrebbero essere sviluppati progetti finalizzati ai giovaniche stanno tuttora frequentando scuole e università o seguendo corsi di formazione, per sviluppare progetti e programmi per aiutarli a ottenere il know-how e le opportunità necessarie per entrare nel mondo del lavoro. La Zona Franca oggi e la ZES fra poco spingeranno presto i giovanimaterani a muoversi per trovare lavoro e in quel contenitore abbandonato e degradato i progetti dell’FSE potrebbero essere svolti e potrebbero sostenere una fase di orientamento professionale individuale, favorendo così l’occupazione giovanileper le imprese già insediate e per quelle che si insedieranno se vi sarà un nuovo rifinanziamento della ZFU e soprattutto sela Zona Economica Speciale jonica vedrà presto la luce. Occorre solo fare in fretta e utilizzare al meglio il Centro di formazione finanziato con una spesa pubblica europea e prima che l’Europa chieda indietro i soldi concessi e mai correttamente utilizzati.
Nella foto l’ex Ministro per il Sud De Vincenti e Gaetano Liantonio