Il concerto dedicato a Bach di dieci studenti pianisti del Conservatorio Egidio Romualdo Duni di Matera, anticipato da una guida all’ascolto del docente Dinko Fabris dell’Unibas, ha inaugurato nel pomeriggio gli eventi per Matera 2019 nell’aula magna del Campus universitario di Matera, promossi in collaborazione con Universa Musica dell’Università degli Studi della Basilicata.
Sono stati eseguiti concerti per 1, 2, 3 e 4 pianoforti e orchestra di Bach dagli allievi pianisti che hanno partecipato al progetto Bach grazie ad audizioni e masterclass con docenti di fama internazionale.
I Concerti BWV 1056, 1062, 1060 e 1065 sono stati eseguiti da Giulia Olivieri, Simona Manicone, Maria Francesca Di Taranto, Asia Montemurro, Alessandra Cappiello, Romolo Saccomanni, Michele Ragone, Giuseppe Barbieri, Andrea Marchionna e Simone Distante, accompagnati dall’Orchestra di archi del Conservatorio Duni diretti da Deborah Tarantini.
I 14 Concerti per tastiera, in formazioni diverse, occupano i numeri dal 1052 al 1065 nel BWV ossia il Catalogo delle opere di Bach (Bach Werke Verzeichnis). Le esecuzioni, soprattutto di quelli con più tastiere impegnate contemporaneamente (2, 3 o addirittura 4) sono rare nel nostro Paese ed in particolare al sud, per comprensibili ragioni organizzative ma anche per la difficoltà intrinseca di tutta la produzione bachiana. Sono stati scelti per questo programma quattro Concerti esemplificativi dei diversi organici possibili. Come tutti i Concerti per più tastiere di Bach, ognuno dei brani è una trascrizione per uno più clavicembali da preesistenti Concerti per strumenti a corde o a fiati dello stesso autore, di cui conosciamo decine di capolavori riscritti di volta in volta per organici diversi a seconda della committenza del momento. Il miracolo bachiano è che ogni volta le sue trascrizioni sembrano musica idiomatica pensata proprio per il nuovo strumento di destinazione.
Il Concerto in Fa minore per clavicembalo solo deriva probabilmente da un Concerto per violino solo, anche se qualcuno ha proposto che il modello fosse un Concerto per oboe scomparso. A riprova dell’abitudine di Bach di riciclare intensamente le sue pagine migliori, il secondo movimento di questo Concerto, “Largo”, è stato riusato da Bach come Ouverture di una Cantata composta nel 1729. Si tratta di uno dei capolavori dell’arte tastieristica di Bach che presenta una densità polifonica impressionante.
Il Concerto in Do minore per due clavicembali è sicuramente la trascrizione del Concerto per due violini in Re minore (BWV 1043), opera datata 1736 che fu eseguita a Dresda dallo stesso Bach in duo col figlio Wilhelm Friedemann.
Il Concerto in Re minore per tre clavicembali dovrebbe derivare da un Concerto per tre violini, oppure da uno per violino, oboe e flauto; in ogni caso dell’originale si sono perse le tracce. Si tratta di un’opera non priva di ambiguità, che ha fatto dubitare della completa paternità bachiana (potrebbe aver riscritto un’opera altrui), ma dal carattere cantabile ed elegiaco, specie nella parte del primo clavicembalo.
Il Concerto in La minore per quattro clavicembali è molto particolari perché in questo caso si tratta della trascrizione di un Concerto per quattro violini di Antonio Vivaldi (R580), Come è noto la riscoperta moderna di Bach, nel corso dell’Ottocento, consentì di riscoprire anche altri autori che erano stati totalmente dimenticati, dei quali esistevano trascrizioni bachiane che ne provavano l’ammirazione. Fu questo il caso di Vivaldi, che però dovette attendere ancora i primi decenni del Novecento perché se ne riscoprissero le fonti musicali fino ad allora disperse. L’omaggio di Bach era stato avviato durante il periodo da lui trascorso alla corte di Weimar come violinista e Konzertmeister: nel periodo tra il 1713 e il 1714 Bach trascrisse non meno di 9 concerti vivaldiani, ma tutti per organo o clavicembalo solo. Questa trascrizione non si limita a riorchestrare le parti dei quattro violini, ma le arricchisce armonicamente fino a rendere densa e piena ciascuna delle nuove parti scritte per i clavicembali. Il risultato è davvero una nuova composizione nel più perfetto stile bachiano.
La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)