“A queste donne tanto di cappello!”. E’ lo slogan che ha caratterizzato a Matera la quarta edizione della Festa del Cappello. Un’iniziativa di Angela Ramundo, storica rappresentante della sartorialità artigiana materana di qualità, organizzata nella sua bottega (Crea che Ricrea) nei Sassi non a caso l’8 marzo in occasione della Festa internazionale della donna. Il cappello è infatti il simbolo storico delle “Suffragette”, che agli inizi del secolo scorso hanno sfidato le consuetudini evidenziando come le donne pur lottando per i loro diritti , non perdevano eleganza e femminilità. Oltre a panelli fotografici ed esemplari di cappelli d’epoca, in evidenza abiti interamente fatti a mano, oggettistica con tecniche di lavorazione diverse e semplicemente meravigliosi. “Un’iniziativa dal doppio significato – sottolinea Rosa Gentile, presidente Confartigianato Matera e di recente di Reteimprese Italia Matera – perché non rituale di ricordare l’8 marzo e perché la sartoria artigiana è culla dell’alta moda italiana e il segreto del suo successo. Ma negli ultimi vent’anni è stata abbandonata a se stessa, scarificata sull’altare della moda di massa e delle griffe. Per fortuna la globalizzazione, la massificazione e l’omologazione hanno scatenato un fenomeno di pari forza ma opposto: la voglia di personalizzazione, originalità, qualità e buon gusto. E tutto questo è successo appena in tempo prima che “maestri e maestre” italiani sparissero per raggiunti limiti di età e, con loro, il patrimonio di competenze, conoscenze e cultura unici al mondo”.
“Il sistema moda – continua Gentile – non è solo grandi firme, ma è anche una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi unici come quelli creati da Ramundo a Matera. La sartoria artigianale nonostante, o forse grazie alla crisi, è un settore ancora vivace, ed la sarta è una professione “a tutto tondo” riscoperta da giovani e meno giovani che voglio distinguersi. Il segnale più incoraggiante sul risveglio del settore è che il 17% delle imprese sono imprese giovani con titolari sotto i 35 anni. Un bel risultato visto che solo qualche anno fa una delle maggiori difficoltà era proprio il ricambio generazionale”. “La ricetta vincente –continua – è dunque presentarsi sul mercato con creatività e qualità. Lo spazio c’è. Oggi sappiamo che tra le professioni più richieste ci sono quelle di sarta modellista, professionalità importanti in cui la disponibilità è ancora superiore all’offerta”.
Nelle regioni del Sud sono complessivamente 7.468 le ditte artigiane di abbigliamento tessile e in pelle. Secondo la “mappa” di Confartigianato al primo posto c’è la Puglia (1.751 abbigliamento e 293 pelle), seguita da Campania (1.711, 553), Sicilia (768, 134), Abruzzo (707, 324), Calabria (495, 54), Sardegna (307, 76) Basilicata (183, 10) e Molise (90, 11).