La lectio magistralis sull’amore di Umberto Galimberti è stato sicuramente il momento più atteso del convegno promosso questa mattina all’hotel San Domenico di Matera per celebra il Trentennale dell’istituzione della Professione di Psicologo e dell’emanazione della Legge 56/1989. Un’iniziativa di gran prestigio, ideata e promossa dall’Ordine degli Psicologi di Basilicata, presieduta da Luisa Langone a cui hanno partecipato Fulvio Giardina, Presidente dell’Ordine Nazionale degli Psicologi, Riccardo Bettiga, Presidente dell’Ordine lombardo, Raffaello De Ruggieri, Sindaco di Matera e Salvatore Adduce, Presidente della Fondazione Matera 2019.
Sono intervenuti Vincenzo Spaltro, Medico, Psicologo e Giornalista Pubblicista su “La professione di Psicologo come professione di aiuto”, Pasquale Rizzi, Former President dell’Ordine degli Psicologi della Basilicata (1989 – 1999) e Antonio Sebastiano Telesca, Former President dell’Ordine lucano (2003 – 2013). L’evento si è concluso con la lectio magistralis sull’Amore, Umberto Galimberti, filosofo, psicologo e psicoterapeuta dal titolo “Tra la mia ragione e la mia follia ci sei tu”. Al termine della manifestazione è stata offerta al pubblico una performance musicale a cura del quintetto di fiati della Fondazione Orchestra Lucana.
Di seguito l’intervista rilasciata da Umberto Galimberti a margine della sua lectio magistralis
Professore, oggi c’è bisogno più di psicologi o di maestri del pensiero? “Se me lo chiedi a me ti dico maestri del pensiero, il che non esclude che anche qualche psicologo possa diventare maestro del pensisero, perchè la gente non sta male solamente a livello emotivo ma anche perchè ha delle idee storte in testa, delle abitudini mentali che di solito chiama principi invece è solo pigrizia della mente. Quindi se tu hai una mente che non rinnova continuamente finisce che non hai più strumenti interpretativi del mondo e stai male. C’è anche un malessere determinato dal fatto che ci si prende cura delle idee, le quali si possono a loro volta ammalare”.
A che punta è la guerra tra il nichilismo che le è tanto caro e il pensiero? “E’ il pensiero che pensa che siamo nell’età del nichilismo, è la gente che non ci vuol credere, perchè vive con un inconscio cristiano secondo cui nel futuro c’è la salvezza. Lo pensa anche la scienza che dice che nel futuro c’è il progresso, lo pensa anche Marx che dice che nel futuro ci sarà la giustizia sociale, lo pensa anche Freud che dice che nel futuro c’è la guarigione. Non è vero. Il futuro non è il luogo del progresso, la salvezza, la guarigione, il futuro è un altro tempo che viene dopo il presente e se ci si affida a questa idea che il futuro porterà rimedio alle cose del presente e del passato, ci si sta semplicemente illudendo sulla base di una concezione inconscia cristiana secondo cui il futuro è l’attesa che rimedia al passato, non è così”.