“L’esperienza dell’ignoto. Orizzonti che si dilatano” è il titolo della lezione ospitata ieri in una gremita Casa Cava a Matera nell’ambito delle “Lezioni di democrazia” del progetto Future Digs di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Una lezione speciale in quanto la Fondazione Matera Basilicata 2019, insieme a Fondazione per la Cultura Torino e il Polo del ‘900 di Torino e grazie al prezioso contributo di Intesa Sanpaolo, hanno portato nella città dei Sassi l’Anteprima di Biennale Democrazia, manifestazione culturale presieduta da Gustavo Zagrebelsky, promossa dalla Città di Torino e realizzata dalla Fondazione per la Cultura Torino, in programma dal 27 al 31 marzo prossimi.
“Nata nel 2009 e quindi giunta al suo decimo anno, Biennale Democrazia è una straordinaria occasione per riflettere sul vivere insieme, sulle difficoltà e le opportunità della democrazia – ha detto Angela La Rotella, direttore organizzativo di Biennale Democrazia e segretario generale di Fondazione per la Cultura Torino. Attraverso oltre 100 incontri che vedono protagonisti circa 200 relatori, apriamo un confronto pubblico con particolare attenzione ai giovani, con l’obiettivo di diffondere una cultura della partecipazione consapevole”.
Importante in questo percorso è il sostegno di Intesa San Paolo che, come ha spiegato Mauro Farina Valaori, Direttore Commerciale Retail Puglia e Basilicata, “al territorio meridionale sta dedicando un’attenzione particolare, accompagnandolo con idee e progettualità in tema di valorizzazione del patrimonio, imprenditoria giovanile, innovazione. Un contributo tangibile per provare a superare quella sensazione di “ignoto” verso il futuro”.
A chiudere i saluti introduttivi è stato il Direttore del Polo del ‘900 di Torino, Alessandro Bollo, che – come ha ricordato Paolo Verri, Direttore Generale della Fondazione Matera Basilicata 2019 -, ha dato il suo prezioso contributo alla scrittura del dossier di candidatura di Matera 2019. “Un’esperienza straordinaria – ha ricordato Bollo – che non potevamo non legare a Biennale Democrazia. Per quest’anno infatti Biennale si fa in 4, attivando dei percorsi di relazione con 4 antenne italiane, Matera appunto, e poi Genova, Milano e Roma”.
A prendere la parola è stata quindi Ersilia Vaudo Scarpetta, astrofisica di fama internazionale, che dal 1991 lavora per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), dove ha ricoperto numerose posizioni nell’ambito della strategia e delle reazioni pubbliche per l’organizzazione, lavorando per 4 anni all’ufficio ESA di Washington e partecipando anche alla realizzazione del primo Programma di esplorazione dell’ESA. Creato il buio in sala, questa grande figura, orgoglio per il genere femminile proprio nella giornata internazionale dedicata alle donne, ha fatto compiere al pubblico un viaggio fotografico e poetico tra le diverse scoperte che l’uomo ha compiuto nell’universo, partendo dalla sua capacità di desiderare, dal latino de sidera/lontano dalle stelle, ovvero quell’anelito a raggiungere qualcosa di più grande.
Il primo scatto fotografico della terra vista dalla luna del 1968, l’allunaggio di Neil Armostrong nel 1969, seguito in tv da oltre 600 milioni di persone, il telescopio spaziale di Hubble che girando intorno alla terra ci consente di guardare lontano e quindi di guardare in tanti tempi del passato, l’espansione dell’universo, la teoria dei multiversi, l’eliocentrismo, l’energia oscura che accelera l’universo, l’esplosione “muta” di una supernova (il suono è un privilegio della terra), l’esplorazione di Marte e lo studio degli altri pianeti del sistema solare, la corsa fra miliardari per colonizzare lo spazio, i programmi per tornare sulla luna e cominciare ad abitarla. “Tutte queste scoperte e progetti che l’uomo non avrebbe mai potuto immaginare prima – ha spiegato Ersilia Vaudo Scarpetta – ci invitano a stravolgere il nostro punto di vista, mettere in discussione ciò che conosciamo in base all’esperienza, superare la nostra zona di conforto per provare a credere nell’impossibile e respirare così l’infinto. Siamo piccoli e fragili in un universo che però siamo in grado di esplorare”. Proprio in questo risiede la grande poesia della scienza, da studiare e insegnare – ecco l’invito di Ersilia Vaudo Scarpetta – con immenso stupore e nella continua tensione fra le idee che solo la democrazia può garantire.