La Basilicata Possibile ha presentato nel pomeriggio all’hotel San Domenico di Matera i candidati consiglieri per la provincia di Matera e il candidato presidente Valerio Tramutoli, pronto a dialogare con il giornalista Fabio Falabella e a rispondere successivamente alle domande del pubblico.
Il candidato presidente è Valerio Tramutoli, 61 anni, laureato in fisica, professore associato di astrofisica all’Università degli Studi della Basilicat che insegna telerilevamento ambientale, l’osservazione della Terra dallo Spazio.
I candidati consiglieri della provincia di Matera sono Giuseppe Miolla, Mimmo Genchi e Serena Altamura di Matera, Massimiliano Celiberti di Grassano, Mario Cuccarese di Tursi, Gaetana Caterina Madio di Bernalda e Francesca Rago di Montalbano Jonico.
Di seguito l’intervista concessa per SassiLive dal candidato presidente Valerio Tramutoli, che spiega le motivazioni che hanno determinato la sua candidatura: “Mi ha spinto un senso di disagio, l’ho fatto per curarmi la salute. Guardando la condizione dei nostri giovani, la tristezza dei genitori che li vedono partire, lo spopolamento, l’inquinamento, la mancanza di rispetto di chi viene qui a fare attività inquinanti senza chiedere il permesso e senza farlo perbene, il fatto che sia arrivando questa ondata di cattiveria legata al razzismo contro gli immigrati, che ci vengono dipinti come un pericolo quando per noi sarebbero una grandissima risorsa, questa autonomia differenziata, che vuol fare regioni di serie A e regioni di serie B, quelle che hanno tanto si prendono tutto quello che hanno, anche se lo hanno avuto con i nostri soldi e decidono questa cosa è giusta, come dice il Ministro Bussetti, è colpa nostra che non ci siamo impegnati abbastanza se le nostre Università sono più indietro delle loro, questa roba qui non si può guardare, noi dobbiamo dire basta e volevo dormire con la coscienza a posto, per dire ai miei nipoti questa roba io ho provato a contrastarla con tutte le mie forze”.
Entriamo nel merito del programma. C’è un progetto di regione carbon-free che partirà proprio da Matera con la presentazione in programma sabato 16 marzo al cinema Il Piccolo, di cosa si tratta? “Il carbon-free riguarda la Basilicata, questa cosa può partire in fasi diverse. Matera capitale europea della cultura può ripetere quello che hanno fatto a Bergamo, far avviare un sistema di mobilità elettrica, una cosa che si può fare oggi, domani. Però noi pensiamo a tutta la Regione connessa con la banda ultralarga e a non bruciare più petrolio, come ha già fatto il Costarica e come vuole fare ora la Norvegia”.
Qual’è il primo provvedimento che vorrebbe approvare se venisse eletto? “Metterei in regola questa regione dal punto di vista ambientale, che significa fare i piani paesaggistici e territoriali, i piani contro l’inquinamento acustico per valutare la compatibilità dell’attività industriale che si fa sul territorio, rimettere in piedi l’Arpab dandogli autonomia, competenze e risorse di cui ha bisogno. Una Basilicata da mettere in regola anche per il lavoro. Queste esternalizzazioni inventate che costano a volte il triplo di quanto costerebbe agli enti pubblici assumere personale serve solo a tenere sotto schiaffio i nostri giovani, perchè ad ogni contratto bisogna di nuovo ricontrattare il voto. Per noi questa roba deve finire. Quindi noi faremo società in house, faremo i concorsi, faremo in modo che il lavoro diventi continuativo e non spezzettato e che ogni nuova gara riporti questi giovani al “via”, a carriera zero, senza nessun investimento in professionalità, rimetteremo in piedi la professionalità di questi giovani”.
Come si creano nuovi posti di lavoro? “Noi puntiamo al lavoro di qualità, al lavoro distribuito nei paesi, quindi autoproduzione, manutenzione di impianti distribuiti sul territorio. Vogliamo sostituire i guardrail di ferro con un nuovo sistema di protezione che utilizza il cerro, un legno particolarmente diffuso sul territorio. Non è possibile che questo sistema di protezione attualmente in uso diventi la principale causa di morte dei motociclisti e degli automobilisti. Vogliamo cambiare con il legno e fare in questo modo un bene all’ambiente, perchè sottrarremmo Co2 destinando il cielo lucano a costruzioni innovative e antisismiche e ad aumentare la sicurezza delle persone che viaggio sulle autostrade”.
Ad applaudire l’intervento di Valerio Tramutoli anche Yvan Sagnet, un ingegnere originario del Camerun di 33 anni, che è arrivato in Italia per laurearsi a Torino in ingegneria delle telecomunicazioni nel 2013 e oggi risiede a Roma.
Per pagare gli studi nel 2011 Sagnet si è trasferito ad Otranto per raccogliere pomodori e angurie e nel territorio pugliese ha deciso di combattere il fenomeno del caporalato, convincendo circa un migliaio di persone alla rivolta. “Ho scoperto cose che non avevo mai visto, ghetti, schiavitù e non potevo accettare quella situazione. Ho sofferto molto ma siamo riusciti a far approvare una legge sul caporalato. Nel 2017 sono stato insignito dal presidente della Repubblica Mattarella del titolo di Cavaliere della Repubblica. Ho fondato anche l’associazione No Cap, che vuol dire no al caporalato e nel 2018 ho deciso di avviare il progetto della tracciabilità delle filiere. Andiamo dalle aziende agricole e chiediamo l’adesione attraverso un bollino etico che possa garantire la tracciabilità dei loro prodotti che vengono poi commercializzati.
“Non sono candidato – sottolinea Sagnet – ma sono molto attivo sulle tematiche che riguardano il mondo del lavoro e credo che quella di Valerio Tramutoli sia l’unica persona credibile in questa campagna elettorale”.
Michele Capolupo
La fotogallery della presentazione del candidato presidente della lista “La Basilicata Possibile”, Valerio Tramutoli (foto www.SassiLive.it)